Casette ai nomadi: “offensivo per i 1200 riminesi in fila per una casa popolare”

Casette ai nomadi: “offensivo per i 1200 riminesi in fila per una casa popolare”

"Qualora l'amministrazione dovesse filare dritto", concedendo le casette prefabbricate ai sinti di via Islanda, "tra le diverse azioni il Comitato ProRimini si riserva di promuovere un referendum abrogativo".

Via Feleto, via Tombari, via Cupa, via della Lontra e via Montepulciano. L’amministrazione Gnassi sulle casette ai nomadi tira dritto e rischia di andare a sbattere in una enorme protesta popolare. Ma il comitato “ProRimini” annuncia anche un referendum abrogativo del regolamento che palazzo Garampi ha pressoché stilato. Le famiglie (una trentina di persone) di via Islanda lasceranno il campo per trasferirsi nelle abitazioni prefabbricate create per loro ad hoc: si parla di 15 mila euro per ogni modulo abitativo (e i moduli abitativi saranno 12). Più la spesa per attrezzare le aree. Sulla carta pagheranno un canone di 90 euro mensili e le utenze, e dovranno rispettare una serie di regole (pulizia, decoro ecc.). “Ma se non dovessero rispettare il contratto/regolamento che verrà loro sottoposto, non cambierà assolutamente nulla, perché qualora dovessero essere “buttati fuori” dalle microaree per inadempimento degli impegni assunti, chi si occuperebbe di loro se non l’assessore Lisi ed i soggetti preposti alle relative assistenze (cooperative sociali ecc.)?”. Così la pensa il Comitato ProRimini (attraverso Loreno Marchei) che non perde tempo, e sulle microaree esprime una posizione molto netta. Eccola.

1) In un contesto in cui l’Amministrazione ha aumentato la TARI, ripristinato la tassa sui passi carrai, aumentato i costi di assistenza domiciliare agli anziani e negato il previsto completamento di plessi scolastici per asserita carenza di fondi (Gaiofana), concedere sistemazioni abitative – inidonee ad ogni forma di inclusione – praticamente a titolo gratuito, omettendo di rappresentare gli abnormi costi che verranno realmente affrontati per allestire le aree (si pensi a centinaia di metri di rete fognaria), e per assistere diuturnamente gli occupanti con mediatori culturali, assistenti sociali, trasporti scolastici ecc. senza alcuna pretesa di rimborso, prima che iniquo, inidoneo ed irresponsabile, risulta offensivo anzitutto per gli altri 1.200 riminesi in fila per una casa popolare, e poi per tutti i cittadini che, allorquando chiedono ai soggetti preposti di ricevere utenze nella loro abitazione, pagano sostanziosi contributi di allaccio.

2) Non si comprende perché la microarea ad un canone di 90 euro mensili viene assegnata anche a chi ha già un lavoro, ha delle proprietà, è già stato aiutato precedentemente dall’amministrazione anche sotto il profilo abitativo ma si è reso protagonista di atti lesivi del vicinato (salvo smentita) o risulta debitore verso il Comune per i costi di rispristino in sicurezza del campo di via Islanda (33.000 Euro lo scorso anno) “anticipati” dall’Amministrazione. Farlo su semplice base etnica significa perorare un proposito di ghettizzazione stigmatizzato da tutte le Autorità nazionali e sovranazionali.

3) Considerando che buona parte dei soggetti beneficiari di questo progetto sono già seguiti dai Servizi sociali ed aiutati in diverse forme anche sotto il profilo economico dall’assessorato di cui la sig.ra Lisi è titolare, nel caso in cui queste famiglie non dovessero rispettare il contratto/regolamento che verrà loro sottoposto, non cambierà assolutamente nulla, perchè, qualora dovessero essere “buttati fuori” dalle microaree per inadempimento degli impegni assunti, chi si occuperebbe di loro se non l’assessore Lisi ed i soggetti preposti alle relative assistenze (cooperative sociali ecc.)? O forse la stessa Lisi vuol dirci che, in caso di inadempimento delle famiglie sinti, il suo assessorato si disinteresserà di loro, così lasciando in mezzo alla strada minori ed anziani malati? Oppure, se le stesse famiglie non saranno in grado di pagare il canone di 90 euro o le bollette, la stessa Lisi vuol forse farci credere che cesserà di erogare i contributi economici di cui le medesime famiglie oggi usufruiscono accedendo con sensibile frequenza in via Ducale?

4) Visto che il sindaco ed i suoi assessori sono sempre molto attivi nel promuovere mediaticamente le loro attività, perchè i sigg.ri Gnassi, Lisi e chi intende approvare questo progetto in Consiglio Comunale, non tornano in Piazza Cavour, dove hanno già patrocinato una manifestazione in favore della comunità sinti, per anticipare ai cittadini riminesi i reali contenuti del progetto e del contratto che verrà sottoposto alle famiglie sinti beneficiarie delle microaree rispondendo effettivamente alle domande che verranno loro formulate e non perdendosi nei soliti fuorvianti panegirici?

5) Qualora l’amministrazione dovesse filare dritto, tra le diverse azioni il Comitato si riserva di promuovere un referendum abrogativo ai sensi del Regolamento Comunale.

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