Consiglio a Bonaccini: riconquistare i tour operator invece di elargire contributi all’aeroporto

Consiglio a Bonaccini: riconquistare i tour operator invece di elargire contributi all’aeroporto

Numeri alla mano, Mario Pari documenta cosa è successo negli ultimi cinque anni (2012-2017) a Rimini dal punto di vista turistico e aeroportuale. Un dato: sono stati persi oltre 50mila passeggeri in arrivo dai Paesi dell'Europa occidentale. Ma anziché impegnarsi per recuperare i tour operator, in particolare quelli della Gran Bretagna e della Scandinavia, dalla Regione pensano di elargire contributi per la realizzazione delle opere infrastrutturali ai nuovi gestori aeroportuali. Una benevolenza mai dimostrata in passato, quando Aeradria spese per interventi infrastrutturali fra 2006 e 2012 oltre 22 milioni di euro.

Le statistiche pubblicate annualmente dalla Regione sul movimento turistico provinciale fanno riferimento a quattro grandi aree così definite: Italia, Unione Europea, altri Paesi Europei, Paesi Extra Europei.
Confrontando le risultanze di inizio e fine quinquennio (2012-2017) relative agli arrivi e alle presenze si evidenzia l’andamento dei vari mercati nella provincia di Rimini.

Gli arrivi
Provenienza Italia
2012: 2.465.484
2017: 2.860.410
variazione: +16%; +394.926

Provenienza Unione Europea
2012: 389.939
2017: 444.003
variazione: +13,9%; +54.064

Provenienza altri Paesi Europei
2012: 290.710
2017: 237.979
variazione: -18%; -52.731
E’ l’unica area di provenienza i cui arrivi registrano una diminuzione del 18%. Tale perdita è dovuta in particolare dai minori arrivi dalla Russia e dalla Norvegia, perdite attenuate dai maggiori arrivi dalla Svizzera.

Provenienza Paesi Extra Europei
2012: 46.773
2017: 59.345
variazione: +27%; +12.572

Totale stranieri
2012: 727.422
2017: 741.327
variazione: +1,9%; +13.905

Totale generale arrivi
2012: 3.199.906
2017: 3.602.754
variazione: +12,6%; +402.848

Le presenze
Italia
2012: 11.973.561
2017: 12.159.236
variazione: +1,6%; +185.675

Unione Europea
2012: 2.307.604
2017: 2.372.005
variazione: +2,8%; +64.401

Altri Paesi Europei
2012: 1.509.090
2017: 1.222.759
variazione: -19%; -286.331

Paesi Extra Europei
2012: 196.851
2017: 206.515
variazione: +4,9%; +9.664

Totale stranieri
2012: 4.013.545
2017: 3.801.279
variazione: -5,3%; -212.266

Totale generale
2012: 15.987.106
2017: 15.960.515
variazione: -0,2%; -26.591
Nel 2017, rispetto al 2012, nonostante l’aumento di 402.848 arrivi, le presenze, stando alle statistiche, subiscono una flessione dello 0,2%.

Media giornate di permanenza

Provenienza Italia
2012: 4,85
2017: 4,25
Variazione: -0,6

Unione Europea
2012: 5,91
2017: 5,34
Variazione: -0,57

Altri Paesi Europei
2012: 5,08
2017: 5,13
Variazione: +0,05

Paesi Extra Europei
2012: 4,02
2017: 3,51
Variazione: -0,51

Totale Estero
2012: 5,47
2017: 5,13
Variazione: -0,34

Totale generale
2012: 4,99
2017: 4,43
Variazione: -0,56

Dai risultati statistici si può rilevare che se i 3.602.754 arrivi del 2017 avessero mediamente soggiornato 4.99 giorni come nel 2012, il totale delle presenze sarebbe aumentato di circa 2 milioni con un maggior ricavo di circa 349,8 milioni di euro.

Gli arrivi dai 13 Paesi dell’Europa Occidentale
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Svezia, Svizzera, con 361.836 arrivi nel 2012 e 396.128 nel 2017, hanno rispettivamente rappresentato il 49% e 53% degli arrivi dall’Europa.
Se si torna indietro di mezzo secolo (1967), il raffronto degli arrivi dai 13 Paesi passa da 509.093 a 516.121. Si riscontra un aumento minimo dell’1,38%.

Il traffico aeroportuale
Nel lontano 1967 i 204.780 passeggeri sbarcati all’aeroporto di Rimini rappresentarono il 33% dei 528.243 turisti arrivati dall’estero. Il 97% (509.093) provenivano dai 13 Paesi dell’Europa occidentale sopra richiamati, che furono fino alla fine degli anni ’80 la principale fonte del traffico aeroportuale.
Dopo il fenomeno algale del 1989 la maggior parte dei tour operator abbandonarono la Riviera e nel 1993 dai 204.780 del 1967 gli arrivi in aeroporto scesero a 33.381 (-84%).
Quanto ai 13 Paesi dell’Europa occidentale, dai 143.812 del 1987 (pre-mucillagini) dopo 30 anni, 2017, gli arrivi allo scalo aereo riminese passarono a 86.349 (-40%).
Una ulteriore grave diminuzione sempre dagli stessi Paesi si riscontra nell’ultimo quinquennio come di seguito evidenziato:

Austria
2012: 23
2017: –
Variazione: -100%

Belgio
2012: 1.955
2017: –
Variazione: -100%

Danimarca
2012: 3.128
2017: –
Variazione: -100%

Finlandia
2012: 3.780
2017: 2.945
Variazione: -22%

Francia
2012: 4.435
2017: 30
Variazione: -99%

Germania
2012: 13.648
2017: –
Variazione: -100%

G.Bretagna
2012: 17.043
2017: –
Variazione: -100%

Irlanda
2012: –
2017: –

Lussemburgo
2012: 1.962
2017: 3.466
Variazione: +17

Norvegia
2012: 3.914
2017: –
Variazione: -100%

Olanda
2012: 5.560
2017: –
Variazione: -100%

Svezia
2012: –
2017: –

Svizzera
2012: 1.136
2017: –
Variazione: -100%

Totale
2012: 56.584
2017: 6.441
Variazione: -88,6%

Nel corso di cinque anni, dalla vecchia alla nuova gestione privata, dai 13 Paesi dell’Europa occidentale sono mancati 50.143 passeggeri in arrivo.
Se si torna indietro di 30 anni (1987) il raffronto è maggiormente negativo. In quell’anno, allora provincia di Forlì, gli arrivi in Riviera dai 13 Paesi furono 613.183 e all’aeroporto di Rimini sbarcarono 143.812 passeggeri (23,46%); nel 2017 (FC+RN) sono stati registrati 516.521 arrivi (-16%), mentre in aeroporto i passeggeri sbarcati sono stati 6.638 (-95%).
Anche i passeggeri provenienti dalla Russia nel quinquennio 2012/2017 sono diminuiti del 49,6%: da 216.311 a 109.094; -107.217 passeggeri.
Nonostante le risultanze negative dell’Europa occidentale, alle quali il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore regionale al turismo dovrebbero porre rimedio cercando di recuperare i tour operator, in particolare quelli della Gran Bretagna e della Scandinavia, anziché elargire contributi per la realizzazione delle opere infrastrutturali ai nuovi gestori aeroportuali, il cui master plan scelto da ENAC in sede di gara prevede che chi ha vinto deve mettere mano al proprio portafoglio. Ma la Romagna può considerarsi fortunata: l’a.d. della società Airiminum, come a suo tempo ha dichiarato ad un quotidiano economico, ha in serbo le “tigri asiatiche” (Cina, Vietnam…). Auguriamoci che siano mansuete.

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