Distributori automatici: un mese di chiusura notturna anti degrado, se non basta due

Distributori automatici: un mese di chiusura notturna anti degrado, se non basta due

Dal 26 ottobre al 29 novembre i distributori automatici del centro storico dovranno essere chiusi dalle 23 alle 5 "per esigenze di sicurezza urbana finalizzate alla prevenzione di fenomeni di degrado urbano e della commissione di reati correlati, nonché della reiterazione di episodi di grave intolleranza"

L’ordinanza anti-degrado in centro si rinnova e, anche se alcune concessioni sono state fatte agli operatori economici, il Sindaco non sposta il mirino dai distributori automatici, considerati uno dei fattori determinanti di certi comportamenti incivili con cui la cittadinanza (e i turisti) hanno a che fare appena cala la sera. “I fenomeni sopra descritti”, scrive Sadegholvaad nel nuovo atto (scarica qui l’ORDINANZA–OTTOBRE-novembre), “sono verosimilmente riconducibili ad una consolidata abitudine di consumare alimenti e bevande nelle aree in cui l’offerta delle medesime risulta praticamente continua e senza limitazioni orarie e ne’ regolamentate in alcun modo favorendo l’insediarsi in forma stabile all’interno di quei locali di soggetti dediti ad attività illecite quali spaccio di sostanze stupefacenti, illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti”.
E così, dopo la prima ordinanza di quest’estate, il Sindaco Jaiml Sadegholvaad ne ha firmata una seconda, con cui impone “la chiusura dei distributori automatici tutti i giorni dalle ore 23,00 alle 05,00 del giorno successivo con serrande o dispositivi simili al fine di garantire la chiusura dei locali impedendone l’accesso al pubblico” e “la presenza all’interno dei locali legittimati alla vendita mediante distributori automatici, del sistema di videosorveglianza funzionante ed attivo durante l’orario di apertura previsto dall’ordinanza”. Il perimetro dell’ordinanza è ben delineato nello spazio e nel tempo, visto che decorrerà “dal 26 ottobre 2025 e fino al 24 novembre 2025 per esigenze di sicurezza urbana finalizzate alla prevenzione di fenomeni di degrado urbano e della commissione di reati correlati, nonché della reiterazione di episodi di grave intolleranza, nell’area ricompresa tra le Vie Giovanni XXIII, Piazzale Cesare Battisti, Via Dante Alighieri e Via Tempio Malatestiano e Piazza Ferrari comprese”.
Basterà? Forse. Nel caso, ce n’è già pronta una terza: “L’Amministrazione comunale avvisa inoltre i titolari delle suddette attività che, al fine di evitare il rideterminarsi di situazioni pregiudizievoli per la tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, alla scadenza della presente Ordinanza, si riserva di adottare analoga Ordinanza di limitazione degli orari di vendita, per un ulteriore periodo temporale stabilito, comunque non superiore a trenta giorni, sempre per obiettive esigenze di interesse pubblico”. Come a dire: se non cambia la situazione, si prosegue con la chiusura notturna.
E questo, va detto, anche in relazione alle concessioni che il Comune ha comunque fatto rispetto all’ordinanza precedente, dopo diversi confronti con gli operatori economici. Tanto che nella stessa ordinanza vengono citati. Come del resto viene citato il motivo dell’ordinanza, di quella di ieri come quella di oggi: “L’area cittadina limitrofa alla stazione ferroviaria ed in particolare la zona ricompresa tra le Vie Giovanni XXIII, Piazzale Cesare Battisti, Via Dante Alighieri e Via Tempio Malatestiano e Piazza Ferrari comprese è fortemente antropizzata e sovente vede la presenza di soggetti che bivaccano durante tutta la giornata, consumando bevande alcoliche e spesso generando fenomeni di degrado urbano sfocianti anche in comportamenti penalmente rilevanti quali gli atti contrari alla pubblica decenza, l’ubriachezza manifesta, il consumo ed il traffico di sostanze stupefacenti, il danneggiamento e l’imbrattamento”. Non solo: “All’interno del precitato sedime trovano collocazione alcuni locali per la vendita di alimenti e bevande esclusivamente mediante l’utilizzo di distributori automatici per tutto l’arco delle 24 ore e che detti locali rimangono aperti e funzionanti per l’intero arco delle 24 ore senza alcun controllo su coloro che vi accedono per consumare e che diventano durante tutto l’arco delle 24 ore luoghi di aggregazione in forma stabile di soggetti dediti ad attività illecite quali spaccio di sostanze stupefacenti, illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti, atti contrari alla pubblica decenza, danneggiamento e imbrattamento”. Ovviamente “tale situazione alimenta il disagio ed il senso di insicurezza dei cittadini e dei residenti, i quali lamentano la lesione del loro diritto allo svolgimento delle loro attività quotidiane ed al riposo e, quindi, alla salute, alla convivenza civile, alla sicurezza e incolumità pubblica, con la conseguenza, inoltre, di una diffusa e generalizzata convinzione di non poter liberamente disporre, in condizioni di sicurezza e di libertà, degli spazi pubblici che dovrebbero essere usufruibili da tutti”.
E questi sono i motivi per cui è scattata la prima ordinanza, del 27 giugno scorso, scatenando il plauso dei residenti come le critiche degli operatori economici coinvolti, rappresentati da Confida- Associazione italiana distribuzione automatica. Proprio con quest’ultima, nel confronto avvenuto dopo i divieti imposti, “ha rappresentato che la misura prevista […] risulta eccessivamente gravosa per la prosecuzione dell’attività, in quanto l’analisi del rapporto tra costi di gestione e ricavi – con particolare riferimento al costo del personale necessario per presidiare l’attività – evidenzia un impatto economico tale da compromettere l’equilibrio finanziario dell’impresa, portando potenzialmente a operare in perdita e, conseguentemente, alla cessazione dell’attività stessa”. Per cui “nell’ambito di questo processo collaborativo sono state individuate misure alternative di contrasto, comunque idonee a fronteggiare le problematiche riscontrate, e che tali interventi si inseriscono in un quadro di gestione sostenibile sotto il profilo economico, consentendo la prosecuzione delle attività, attività che, anche per il ruolo che rivestono nell’architettura economica e imprenditoriale della città, rappresentano una risorsa da preservare”. In pratica il pugno duro è un po’ meno duro di prima. Il problema è però che si è “ritenuto opportuno confermare le misure già adottate con ordinanza 0297206/2025 del 27/08/2025, ordinanza 0335559/21025 del 25/09/2025 in quanto ancora necessarie e ritenute idonee alla risoluzione, mitigazione e contenimento dei fenomeni di degrado”. Insomma, la prima ordinanza non è bastata. Forse perché i distributori automatici non sono l’unico problema e andrebbe attivata un’azione più incisiva e su larga scala?

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