Elemosina alla kermesse ciellina da Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio.
Rimini una città martire, che farebbe bene a liberarsi del Meeting? Beppe Grillo la notizia sa bene di che pasta è fatta e da vero mostro dell’entertainment quale è sa crearla anche quando non c’è. Ma stavolta la news a 5 stelle è un’altra. Comunque la si pensi su Letta, Lupi, Formigoni, Cdo, Comunione e liberazione (o fatturazione), e sulla processione di ministri e politici alla kermesse della Compagnia delle Opere, un dato è certo: Rimini grazie al Meeting riesce a fare le nozze coi fichi secchi. Ma proprio secchi.
Grazie all’evento che quest’anno è partito il 18 agosto e termina sabato, Rimini continua ad incamerare circa 800 mila presenze turistiche e a salvare i bilanci di una stagione col freno tiratissimo. Una gallina dalle uova d’oro che surclassa tutte le altre nel pollaio di eventi e manifestazioni da grandi numeri e, soprattutto, da ricchezza reale che si traduce in pernottamenti (che è altra cosa del “casino e fuggi” di Notte Rosa e Sardoncino & Dj) e che quindi porta ossigeno ad un sistema ricettivo parecchio anossico. Porta turismo qualificato e un target vacanziero di livello in un’estate nera anche in cronaca segnata da rapine, sparatorie, prostituzione, stupri, morti per droga.
Ma gli enti locali danno un po’ di mangime a questa gallina affinché possa continuare a vivere e a sfornare uova d’oro?
Regione, Provincia, Comune e Camera di Commercio pare siano convinti che la gallina possa digiunare tranquillamente, tanto le uova d’oro continuano ugualmente a cadere nel cesto e a beneficio di tutti. Palazzo Garampi non ha contribuito nemmeno con un euro quest’anno, la Provincia “acquistando dei servizi” – dicono dal Meeting – “con 25 mila euro”, specificano dall’ente di corso d’Augusto. “Erano 35 mila nel 2008, poi 30 mila dal 2009 al 2012”. Zero dalla Regione Emilia Romagna: “Non sono stati erogati contributi al Meeting nel 2012 e 2013, ma è stato solo concesso il patrocinio non oneroso”, spiegano dall’ufficio stampa di Vasco Errani. La Camera di Commercio sostiene convegni e incontri a carattere economico con un contributo di 25 mila euro. Lo stesso che dà per la Sagra Malatestiana, nella quale la Regione ha iniettato l’anno scorso più di 94 mila euro. Apt Servizi realizza uno stand in fiera, niente denaro a sostegno della manifestazione Meeting dunque, e quest’anno ha ridotto lo stand a 36 metri quadrati cavandosela con 20 mila euro tutto compreso (grafica e allestimento). La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini non si è tirata indietro nemmeno stavolta ma quanto abbia sganciato non viene rivelato né dal Meeting (che però parla di “piccolo contributo”) e né dalla Fondazione (interpellati attraverso i rispettivi uffici stampa).
Ma il caso più clamoroso è quello del Comune. Il sindaco Andrea Gnassi è finito su tutti i tg di prima serata grazie al Meeting, è stato immortalato mentre stringe la mano e abbraccia il presidente del Consiglio Enrico Letta. E’ andato anche a pranzo con Letta, insieme ad Emilia Smurro, Stefano Vitali, esponenti della Cdo. E si sa che l’opportunità di scambi a questi livelli, che avvengono a tavola e in occasioni così familiari, sono chance difficilmente replicabili e di solito portano a buoni raccolti. Lo scorso anno al Meeting Gnassi incontrò il ministro Passera e grazie a quel faccia a faccia si aprì la strada per portare a casa 7,5 milioni di euro per le fogne e la riqualificazione urbana di Rimini. Usciti dal cilindro del decreto legge relativo alle misure urgenti per la crescita del paese. Ed è ovvio che il comune di Rimini fa incetta di buona parte delle presenze che piovono dal Meeting.
Il sindaco a capo di una città a tal punto miracolata dal Meeting, metterà mano al portafoglio del bilancio pubblico per tenerselo stretto questo evento? L’unico partner istituzionale che compare quest’anno sul sito del Meeting è la Repubblica di San Marino, che ci mette 70 mila euro. Poi ci sono i “main partner” (Enel, Finmeccanica, Intesa San Paolo e Wind) e gli “official partner” (Autostrade per l’Italia, Coop, Eni, Trenitalia, Fiat, Grana Padano, Illumia, Lottomatica e Superenalotto, Motta e Sky).
Il Comune di Rimini ha il braccino corto. Al massimo concede gratuitamente qualche struttura, come ha fatto quest’anno col Teatro Novelli. Punto. La delibera di giunta adottata il 30 luglio scorso mette a disposizione il Teatro dal 9 al 23 agosto, per un “mancato introito” di 13.189 euro e una spesa per i servizi di personale tecnico di 453,75 euro. Iva inclusa. Per il resto nemmeno i 6 mila euro che invece riconosce agli organizzatori di Mobycult. Oppure i 23 mila euro che nella Molo Street Parade sono andati solo nella comunicazione.
Il Comune di Rimini, “in un’ottica di sviluppo economico del territorio a prevalente vocazione turistica, nell’interesse dunque della propria comunità, nell’ambito della promozione turistica, sostiene una serie di manifestazioni e di eventi ritenuti in grado di intercettare i bisogni della domanda che creano l’occasione per far conoscere l’identità, la cultura del territorio e il fascino dei suoi luoghi. Tali manifestazioni rappresentano una componente importante per la riqualificazione dell’offerta turistica e sempre più si trasformano in veri e propri prodotti turistici”. Ci sarà il Meeting fra questi? No.
Negli ultimi quattro anni l’Agenzia provinciale di marketing territoriale, insieme a Comune di Rimini, Fiera e Camera di Commercio, aveva finanziato lo stand “La Rimini” al Meeting. “Per questa iniziativa la quota parte dell’Agenzia provinciale è oscillata dai 45 mila euro del 2008 ai 37.500 euro dello scorso anno (40 mila euro nel 2009 e 2010)”. Nel 2013 lo stand è stato tagliato.
Eppure l’Apt Emilia Romagna parla di 200 mila presenze alberghiere e un giro di affari di 3,8 milioni di euro, cui vanno aggiunte le spese di visitatori e partecipanti ai convegni. E sottolinea che “il Meeting di Rimini è da sempre un appuntamento importante per il turismo dell’Emilia Romagna. In base alle previsioni sul “peso turistico” del Meeting 2013, elaborate da Trademark Italia per l’Osservatorio turistico regionale, sono circa 10 mila le camere alberghiere prenotate in oltre 400 hotel della Riviera e dell’entroterra.”
Alla Fiera di Rimini si prevedono circa 800.000 presenze dal 18 al 24 agosto, con ricavi per l’indotto intorno ai 22 milioni di euro. Spiegò lo scorso anno il direttore del Meeting, Sandro Ricci, che “in questo periodo di crisi la nostra manifestazione è un’occasione di lavoro per tante persone: 8.400.000 euro di budget per 580 aziende fornitrici, il 90 per cento di queste sono del nostro territorio. Senza contare poi l’indotto sul territorio delle migliaia di presenze che vengono qua per il Meeting”. Certo, la crisi si fa sentire anche al Meeting e basta aggirarsi fra gli stand per accorgersi che gli spazi e le mostre si sono ridotti. E probabilmente anche la capacità di spesa del pubblico che si accalca a spettacoli, incontri e mostre, ma resta un evento che non ha eguali in termini di ricaduta sul territorio. Ma quanti sardoncini dovrà cuocere Andrea Gnassi per ottenere qualcosa di simile al Meeting?
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