Finalmente sappiamo cosa si sono detti il sindaco Gnassi e il premier Renzi

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Dialoghi e pensieri fra Conte Andreas e Principe Matthaeus. Anno del Signore 470 d.c., a pochi anni dal crollo dell’impero. Venne il giorno dell’in

Dialoghi e pensieri fra Conte Andreas e Principe Matthaeus. Anno del Signore 470 d.c., a pochi anni dal crollo dell’impero.

Venne il giorno dell’incontro fra il Conte Andreas e il Principe Matthaeus, da poco giunto al potere dopo avere assassinato, in una notte tempestosa, il principe Letto, il monarca tanto sereno da non avere capito cosa accadeva dentro casa sua.
L’incontro seguì di poche ore il bagno di folla festante che anche a Matthaeus, come a tutti gli altri monarchi del passato, venne tributato al Mercatus dell’antica città di Ariminum. Matthaeus era perciò felice e ben disposto all’ascolto quando incontrò il Conte Andreas sul cantiere del teatro Pullus, nel centro della città.

Andreas: “Risorge, a mia mano, il Teatro Pullus, meraviglia delle meraviglie ricostruito in cartapesta dorata. Conterrà ben 68 posti a sedere e gli eletti che potranno sedere, lo faranno sulle ruine di antiche dimore. Su questa grande piazza, davanti al castello, organizzerò poi la Sigismundus Street Parade”.

Matthaeus tace ma pensa: “Che mentula dice costui? Ariminum ha 14mila abitanti e costruisce un teatro per 68 persone!”.

Andreas: “Questo è il famoso Fulgor dove si esibirono grandi artisti come Stanlium ed Ollium, come Macarius, come Totus. Qui sorgerà un tempio dedicato all’ottimo Fellinum che onorò la città con le sue arti”.

Matthaeus tace e pensa: “Che mentula dice costui. Non ha un sesterzio e vuole erigere un tempio! Poi i sacerdoti del rito fellinianum sono stati tutti uccisi.”

Andreas: “Il perfido conte Meluzzius fece costruire migliaia di case ed io, a mio vanto et gloria, ho deciso di non costruirne più”.

Matthaeus tace e pensa: “Ecco perché vidi in città tanti architetti, ingegneri e structores cercare pane e mele bacate nel purgamentum!”

Andreas: “Ariminum divenne con me una città festosa. Cervisia et circenses allietarono il popolo come ai tempi ormai lontani dello scriptor Tondellus. Il popolo è così euforico per la cervisia che il grande Patellan può canzonarlo senza essere ucciso”.

Matthaeus pensa: “Patellan è un grande artista, riesce a farsi pagare per canzonare il popolo. Questo Andreas è strano, parla, parla, ma che vorrà da me?”

Il viaggio in città durò ancora a lungo, vennero mostrate con orgoglio strade divenute rosse, umili schiavi dediti alla raccolta dei rifiuti bussando casa per casa, piste ciclabili realizzate arditamente a sbalzo, decine di negozi finalmente chiusi, ponti del nobile Tiberius divenuti sale da pranzo ed altro ancora.

Mathaeus pensò: “Che palle!” Poi, in tono amichevole, mise un braccio attorno alle spalle del Conte e disse: “Infine, dimmi, che vuoi da me?”

Conte Andreas: “Vedi Principe come Ariminum fiorisce nelle mie mani? Ho però nemici potenti che solo tu puoi fermare. In particolare lo Iudex Iuvenis sta tramando contro di me dall’alto del suo bianco palazzo, vuole la mia ruina per la storia di un vecchio ludus aeronauticus. Potresti magari trasferirlo a Sassari?”

Matthaeus disse: “Bene, ho finalmente capito”. E pensò: “Meglio che me ne vada, altrimenti mi chiede anche di pagargli il lungomare con i soldi del terremoto della povera città dell’Aquila!”

Sempronio

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