Franchini (M5S): per nominare i nuovi vertici di Rimini Fiera ci vuole un concorso pubblico

Franchini (M5S): per nominare i nuovi vertici di Rimini Fiera ci vuole un concorso pubblico

Basta con la cooptazione per appartenenza politica o logiche di spartizione consociativa. Nel giorno in cui il presidente Lorenzo Cagnoni annuncia la

Basta con la cooptazione per appartenenza politica o logiche di spartizione consociativa. Nel giorno in cui il presidente Lorenzo Cagnoni annuncia la quotazione in Borsa, il consigliere Carla Franchini chiede (con una proposta di deliberazione all’ordine del giorno del consiglio comunale di domani) che il prossimo cda di Rimini Fiera venga scelto con una procedura di bando.
Com’è noto il prossimo anno sono in scadenza gli organi della società e, fra l’altro, la poltrona di Cagnoni risulta parecchio ambita. Ma, dice Franchini, si può accettare che un ente così importante e strategico per Rimini (senza contare che solo i “nominati” nelle varie società collegate sono una quantità, ed è fuori di dubbio che conti più la Fiera di tutta la politica messa insieme) e la sua economia possa essere “spartito” solo con logiche politiche? Nulla di più facile, stando allo stato dell’arte, perché attualmente “non è richiesto alcun particolare requisito di professionalità per l’accesso alle cariche di presidente e di consigliere di amministrazione”, spiega Carla Franchini. E Palazzo Garampi ha facoltà di nominare due componenti del cda e di individuare, d’intesa con gli altri soci, il presidente. Da qui la proposta: “L’individuazione delle cariche di presidente e di consigliere di amministrazione deve avvenire attraverso una procedura comparativa riservata ad esperti di particolare e comprovata specializzazione universitaria (laurea magistrale e/o laurea vecchio ordinamento) coerente con la gestione e l’amministrazione d’impresa”.
La strada, insomma, è quella della selezione dei “candidati più meritevoli e idonei”, e dunque grande attenzione ai “curriculum vitae” e tanto di “commissione di esperti (composta da un presidente individuato dal sindaco tra i dirigenti del Comune e da due componenti scelti dal consiglio comunale) che dovrà possedere almeno i medesimi requisiti richiesti per la partecipazione alla selezione”. I nomi dei papabili per il cda di Rimini Fiera dovrebbero uscire quindi dalla commissione, che assegnerebbe un punteggio ai candidati: 5 per il ruolo di consigliere di amministrazione e 3 per quello di presidente. La scelta finale spetterebbe comunque al sindaco, che si troverebbe però il compitino già svolto e solo la facoltà di individuare i “meritevoli” da una lista praticamente bloccata. Probabilità di successo della proposta?

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