Una scena blasfema davanti al popolo sardoncini & dj? Di certo l’evento gnassiano non va giù all’ex vicesindaco Melucci, che fa i conti e spara una cannonata: “le presenze stimate sono dieci volte di più di quelle reali”.
“Una scena blasfema su Gesù Cristo”. “No, volevamo raffigurare un antico romano”. Rimane un dubbio irrisolto all’indomani della Molo Street Parade: un giovane afferma di essere rimasto sconcertato da una scena di ballo con un tronista nei panni di Gesù di Nazareth, al contrario gli organizzatori dello spettacolo negano schermandosi dietro una innocua rassegna di personaggi storici.
E’ successo verso mezzanotte e mezza nel palco allestito da L’Altro Mondo Studios, all’altezza del peschereccio numero 8.
Il ragazzo ci racconta l’arrivo, davanti alla marea danzante ammassata sul porto, di una serie di ballerini abbigliati a tema. “C’erano diversi costumi, tra cui un ragazzo vestito da Gesù. E’ venuto al centro, gli altri gli si muovevano attorno e l’hanno svestito facendo scendere la tunica fino alla vita. Era una scena esplicita a sfondo sessuale, a me ha dato fastidio come penso possa dare fastidio anche ad altri. Se l’avessero fatto raffigurando Maometto…”.
Come si riconosceva la figura di Gesù? Il giovane non ha esitazioni in proposito: “Aveva capelli lunghi e barba, la corona di spine in testa, una camicia bianca e un tessuto rosso porpora, come una tunica tenuta a tracolla. Il ballerino aveva un segno sul ventre, penso volesse raffigurare la ferita nel costato, ma più in basso”.
E gli altri personaggi? “Ce n’erano altri mezzi nudi con addosso vari collari, e due trans. Uno di loro a un certo punto è rimasto solo in body. Tutti personaggi vestiti provocatoriamente, come si vede spesso nelle discoteche sui cubi”.
Il gestore dello storico locale sulla via Flaminia, Galli, dà un’altra versione: “C’è un equivoco, lo spettacolo aveva come tema vari personaggi della storia, dall’uomo primitivo ai barbari, all’uomo del futuro”.
Eppure qualcuno ha riconosciuto tra questi la figura di Gesù… “Ho chiesto poco fa, non è così, non era Gesù, non mi permetterei mai di farlo e non lo farei mai, non mi sembrerebbe nemmeno intelligente. Volevamo raffigurare un antico romano”.
E la corona di spine in testa? “Assolutamente no, era una corda per tenere la tunica. Se il costume richiamava qualcosa del genere, il dubbio posso capirlo, ma non era quello l’intento. Starò più attento la prossima volta a fare in modo che a nessuno venga il dubbio”.
L’imprenditore della notte tiene a far sapere: “la Molo è un evento importante per il settore quindi lo facciamo bene. Avevo anche dei giocolieri ma le norme erano molto restrittive e non li ho fatti esibire”.
Non c’è solo la differenza di punti di vista sulla tunica e sulla corona di spine: alla Molo 2017 c’è chi ha stimato 200mila persone, e chi invece 10 volte di meno. Una discrepanza non solo numerica, ma anche politica, se pensiamo a chi la solleva: nientemeno che Maurizio Melucci, ex “uomo forte” dell’epoca Ravaioli come vicesindaco, poi assessore regionale al turismo e ai vertici dell’Enit.
Da esperto di promozione turistica e di marketing urbano, nonché da eminenza grigia del Pd che non la manda a dire sulla gestione gnassiana della città, Melucci ha postato sul suo profilo Facebook due belle foto dall’alto. Poi ha messo del pepe sulla didascalia: “Sopra l’area del concerto di Vasco Rossi (220 mila paganti). Sotto l’area della molo street parade dove ci sarebbero state 200 mila persone. Non scherziamo. La molo è una bella iniziativa non si comprende perché si debbano sparare stupidaggini sul numero delle presenze”.
Segue dibattito, Melucci tira una riga così: “La verità è che per arrivare a 200 mila persone occorre contare la stessa persona 10 volte. Così funziona”.
Ma già il pomeriggio di sabato gli annunci pre-Molo avevano fatto saltare la mosca al naso dell’ex vicesindaco. Che postava: “A Modena per il concerto di Vasco Rossi 220.000 paganti. Sono settimane che stanno organizzando la città. A Rimini per la molo street parade già vengono annunciate 200.000 persone, ma il senso del ridicolo è scomparso? In tutti: giornali, tv, social, istituzioni. Tra un po’ anche gli asini volano”.
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