I dipendenti privati si ammalano di più di quelli del settore pubblico

I dipendenti privati si ammalano di più di quelli del settore pubblico

Oltre 45mila certificati medici nel settore privato, 19.319 nel pubblico. Allora non è vero che si marca visita di più nel pubblico impiego?

Oltre 64.360 certificati medici per giustificare l’assenza dal lavoro. Il numero, relativo all’anno 2015, riguarda la nostra provincia e conta tutte le malattie che sono arrivate ai datori di lavoro pubblici e privati.

Nel dettaglio, alle aziende che operano nel privato sono stati inviati oltre 45mila certificati, un numero in crescita rispetto al 2014 ma tutto sommato costante se si guarda il lustro che parte dal 2011. Una malattia può ovviamente durare diversi giorni, in questo caso il totale dei giorni di assenza dal lavoro per patologie varie sono stati 379.699.

E i dipendenti pubblici? Gli enti hanno collezionato 19.319 certificati medici per un totale di 134.125 giorni di assenza. Inutile fare un confronto dal punto di vista dei numeri assoluti con il privato. Il grafico sottostante evidenzia semmai che dal 2011 in poi il numero di giorni di assenza è costantemente aumentato (di circa 40mila unità), così come quello dei certificati, fatta eccezione per una piccola flessione nel 2014. Il motivo è da ricercare probabilmente nel venir meno dell’effetto Brunetta, frutto della campagna che il ministro berlusconiano fece sull’assenteismo nel pubblico. Si era all’inizio della crisi e gli impiegati di enti e Stato erano diventati uno dei capri espiatori. I tassi di assenteismo sono poi tornati a livelli forse fisiologici.

Un confronto tra pubblico e privati è però possibile farlo: la media della durata della singola malattia. Si divide cioè il totale dei giorni per il totale dei certificati. Si scopre così che nel privato i periodi di assenza durano mediamente un giorno in più. Nel 2015 i dipendenti delle aziende hanno marcato visita per 8,43 giorni a certificato, media che negli enti pubblici si abbassa a 6,94.

I dati si riferiscono agli anni: 2011 – 2015
Fonte: Unioncamere
Link

COMMENTI

DISQUS: 0