I vertici Carim da Unindustria: al pettine il nodo ricapitalizzazione e Fondazione

I vertici Carim da Unindustria: al pettine il nodo ricapitalizzazione e Fondazione

L’aumento di capitale di Carim si incrocia con la scadenza, molto importante, del rinnovo delle cariche dirigenziali della Fondazione Carim, socio di

L’aumento di capitale di Carim si incrocia con la scadenza, molto importante, del rinnovo delle cariche dirigenziali della Fondazione Carim, socio di maggioranza della banca. L’hanno messo in chiaro ieri in Unindustria, dove si è riunita la giunta e, su invito degli imprenditori, sono intervenuti anche il presidente di Banca Carim Sido Bonfatti ed il direttore Giampaolo Scardone.
Il primo nodo al pettine è quello della ricapitalizzazione e Bonfatti e Scardone hanno presentato le principali direttrici e gli obiettivi del piano industriale della Banca per il biennio 2016-2017.
Si è parlato del completamento dell’azione di rilancio che Carim ha messo in atto, con l’obiettivo di essere sempre più banca del territorio, attraverso vari interventi quali, fra gli altri, la razionalizzazione della rete e delle risorse, il miglioramento dell’attivo in bilancio, il consolidamento del rapporto di fiducia con la propria clientela. Un riferimento specifico è stato riservato all’importante sostegno della Banca alle imprese del territorio.
Piano industriale che prevede già dal 2016 il ritorno all’utile con prospettive di ulteriore incremento negli anni successivi.
Il numero uno di Unindustria Paolo Maggioli e i componenti della giunta hanno espresso apprezzamento per “il progetto di sviluppo che, per la sua concretezza e plausibilità, apre a nuove prospettive per la Banca, ed anche il rinnovato processo di interlocuzione con il mondo imprenditoriale che ha consentito di avere una visione d’insieme della Banca, della sua capacità di creare valore e delle sue strategie future”. Ma Maggioli non ha nascosto che per il successo dell’aumento di capitale anche il rinnovo delle cariche della Fondazione gioca un ruolo molto importante. “In particolare, il nuovo presidente dovrà essere animato da spirito manageriale, dovrà avere conoscenza dei mercati, tendenza alla proiezione verso programmi futuri, apertura all’innovazione, sensibilità verso temi sociali e grandissima attenzione verso il territorio, in altre parole dovrà essere di forte imprenditorialità”. Concetti già ribaditi. Ma a chi corrisponde a questo identikit? Maurizio Focchi, che sembrava in pole position, pare non incontrare il gradimento degli ambienti cattolici curiali. Balla poi l’ipotesi Paola Brighi, che però appare una candidatura debole. Una soluzione sul nome ad oggi non c’è. E sarà un difficile braccio di ferro a decidere la partita.

COMMENTI

DISQUS: 0