Il Comitato di Cerasolo scrive al prefetto: “Illegale l’attività di trattamento rifiuti pericolosi nel sito di Rovereta”

Il Comitato di Cerasolo scrive al prefetto: “Illegale l’attività di trattamento rifiuti pericolosi nel sito di Rovereta”

L'impianto di Rovereta ha operato fino agli ultimi avvenimenti in base ad una autorizzazione integrata ambientale rilasciata da Arpae nel 2009, in forza di una destinazione ad hoc per Petroltecnica decisa dal Comune di Coriano e approvata dalla Provincia. Che però è stata annullata da varie sentenze. "In questa situazione di completa illegalità per ragioni autonome rispetto agli ultimi provvedimenti del Comune di Coriano, ci si permette di chiedersi quale possa essere l'obiettivo ultimo dei tavoli e degli incontri", scrive il presidente Raggini al prefetto Camporota.

Con una lettera al prefetto di Rimini, Alessandra Camporota, e per conoscenza al Comune di Coriano e ad Arpae, il Comitato d’area di Cerasolo e Cerasolo Ausa solleva un argomento “spinoso” sulla questione dell’impianto Petroltecnica di via Rovereta 32.
“In relazione ai numerosi, quasi giornalieri, comunicati di varia provenienza che hanno sollecitato il Suo intervento”, esordisce il presidente Giovannino Raggini, il Comitato “ritiene giusto farle presenti alcuni punti che non sembrano emergere con chiarezza nei vari comunicati”. Com’è noto la prefettura di Rimini ha attivato un tavolo tecnico al fine di trovare una soluzione alla crisi occupazionale, che si è riunito anche nella giornata di ieri e si è concluso con la seguente nota della prefettura: “Si è tenuta in data odierna in Prefettura la riunione sulla crisi Rovereta con le OO.SS., la Società, il Comune di Coriano, la Regione e Confindustria. Il Tavolo ha preso atto della chiusura infruttuosa delle interlocuzioni tra i legali dell’Azienda ed i tecnici dell’Amministrazione comunale. L’Azienda ha comunicato di aver proposto ricorso al TAR avverso le ordinanze emesse dal Comune, con istanza di sospensione al Presidente del Tribunale dell’esecutività dei provvedimenti. Nella giornata di domani si terrà l’Assemblea dei soci della Rovereta s.r.l. Il Tavolo prefettizio è aggiornato all’esito della decisione cautelare, continuando a ricevere aggiornamenti sulle determinazioni degli Organi della Società”.

Nel merito, il Comitato di Cerasolo scrive che l’impianto di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi di Via Rovereta 32, “ha operato fino agli ultimi avvenimenti in base ad una autorizzazione integrata ambientale rilasciata da Arpae il 29.9.2009″, secondo la quale “sarebbero stati autorizzabili solo magazzeni, depositi, attività commerciali all’ingrosso, con presenza lavorativa continuativa non superiore a 4 ore giornaliere”.
A permettere di aggirare temporaneamente l’ostacolo arrivò una “variante urbanistica del Comune di Coriano approvata dalla Provincia, che istituiva una destinazione ad hoc (attività C5 speciale) per Petroltecnica, inclusa all’interno di un più ampio e complesso procedimento urbanistico volto non solo a legittimare la presenza dell’attività incompatibile nell’area di Via Rovereta 32, ma anche a consentire un notevole sviluppo degli impianti fino a 15.500 mq. di nuova superficie utile edificabile su aree esterne al comparto, soggette a vincoli di tutela ambientale ed anch’esse a vincolo di incompatibilità per il trattamento di rifiuti”.

Ma la variante, fa notare il Comitato, e le norme istitutive della destinazione speciale C5, in base alle quali venne rilasciata da Arpae l’autorizzazione integrata ambientale n. 244 del 2009, “è stato notoriamente annullato con sentenza n. 120/2014 del TAR dell’Emilia Romagna, confermata con sentenza n.4156/2015 della Quarta Sezione del Consiglio di Stato, confermata a sua volta dalle Sezioni Unite di Cassazione con sentenza n. 22078/2017 (su ricorso della Provincia di Rimini per pretesa violazione dei limiti esterni di giurisdizione), infine ancora dalla Quarta Sezione del Consiglio di Stato con sentenza n. 4298/2019 (su ricorso per revocazione di Petroltecnica)”.

Il presidente Raggini conclude che “nonostante Arpae continui a far finta di niente, la permanenza dell’attività di trattamento rifiuti speciali pericolosi nel sito di Via Rovereta n. 32 deve considerarsi del tutto illegale. I provvedimenti urbanistici repressivi del Comune di Coriano, peraltro evidentemente giustificati, non c’entrano. C’entra il fatto che l’autorizzazione integrata ambientale del 2009 venne rilasciata su presupposti definitivamente rimossi da due giudicati d’annullamento con due ulteriori sentenze di conferma, senza contare la sentenza 3.11.2017 del Tribunale penale di Rimini perché non ancora passata in giudicato”. E, rivolto al prefetto, il Comitato si domanda: “in questa situazione di completa illegalità per ragioni autonome rispetto agli ultimi provvedimenti del Comune di Coriano, ci si permette di chiedersi quale possa essere l’obiettivo ultimo dei tavoli e degli incontri“. Riferendosi alla scadenza dell’autorizzazione integrata ambientale n. 244 del 2009, Raggini chiosa: “E’ immaginabile che Arpae voglia assumersi la responsabilità di un rinnovo o, peggio ancora, di una proroga, in carenza assoluta delle condizioni minime di legalità e di fronte ad una certa reazione per violazione dei giudicati?”.

La lettera e l’allegato sono pubblicati sulla pagina Facebook del Comitato di Cerasolo

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