Il Natale del Rurale

Il Natale del Rurale

Non esiste un Rurale ateo. Non esiste un Rurale agnostico. Non esiste un Rurale se non Rurale. E allora, se credi, quel bambino nella grotta è il Verbo che si è fatto carne, è l'Emmanuele, il Creatore fattosi creatura.

Capiamoci subito: ci credi e allora è Natale, non ci credi e allora Natale è una favola, una festa come tante, addirittura una tragedia. Mi fanno ridere quelli che dicono: io il Natale non lo sento più come una volta… Ahh che bello il Natale di tanti anni fa… le solite chiacchiere, i commenti banali, le stupide ipocrisie. Usciamo dallo scontato, dal comune, dal deja-vù, dal gregge, dal politicamente corretto. Se credi, Natale è: “il Verbo si è fatto carne.” Punto. Non punto e virgola; non due punti. Punto e basta. Quello che manca oggi all’uomo è la capacità di riflettere, di cercare risposte alle domande, di porsi domande. L’uomo non è più il bambino curioso, (la curiosità è intelligenza, Piaget), che continuamente chiedeva alla mamma o alla nonna il perché delle cose. L’uomo del terzo millennio è una scheggia impazzita che cerca disperatamente di soddisfare le sue voglie, le sue bramosie, il desiderio di possesso, materiale, edonistico, voluttuario. L’uomo ha perso l’anima, la spiritualità, la fede. L’uomo ha perso l’incanto, lo stupore, la poesia.
La Storia è prima di Cristo, è dopo Cristo. Il Natale è la fine, è l’inizio della Storia. E’ l’alfa, è l’omega. I Rurali credono. Non esiste un Rurale ateo. Non esiste un Rurale agnostico. Non esiste un Rurale se non Rurale. E allora, se credi, quel bambino nella grotta è il Verbo che si è fatto carne, è l’Emmanuele, il Creatore fattosi creatura. C’è stato un tempo in cui ho pensato, sognato di seguire le orme di Fra Luca, missionario in Cina, martire della fede e di suo fratello, Fra Lorenzo, che apre a Rassina il primo ospizio per i poveri… sono i Santini del secolo scorso. E’ vero, non ci sono più i Santini di una volta. Ma noi continuiamo a credere nel Natale.
“Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis.”
Rurali sempre.

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