Il piccolo principe del Bridge

Il piccolo principe del Bridge

A 11 anni il suo primo successo nazionale. Non è ancora maggiorenne ed ha già vinto nove medaglie d'oro, tre d'argento e cinque di bronzo. Poche setti

A 11 anni il suo primo successo nazionale. Non è ancora maggiorenne ed ha già vinto nove medaglie d’oro, tre d’argento e cinque di bronzo. Poche settimane fa un altro exploit ai campionati europei e ad agosto disputerà i mondiali giovanili. Nello sport della mente è un fenomeno, made in Rimini. Che sta contagiando molti suoi coetanei e non: vanno forte i corsi scolastici di bridge in città e il 9 luglio in piazza Cavour si tiene “Bridge sotto l’Arengo”. Lui si chiama Giovanni Donati e ce lo racconta il papà.

di Daniele Donati

Caro Rimini 2.0,
il 26 luglio 2010 usciva questa prima pagina sul Carlino Rimini (tutte le immagini nella gallery, ndr): cos’era successo? Un ragazzino di 11 anni, durante le vacanze estive seguenti la prima media aveva vinto il Campionato Italiano di Bridge a coppie riservato agli Under 26. Aveva iniziato a conoscere e praticare lo sport della mente giusto due anni prima, durante una vacanza in camper a Orbetello con suo fratello gemello, sua mamma e suo babbo. Il suo nome è Giovanni Donati e il babbo di cui sopra sono io. Ora per rimuovere ogni sospetto che il bambino sia stato vittima di una qualsiasi forma di costrizione, vorrei chiarire che in quei giorni spensierati al mare a lui non avevo insegnato alcunché di bridge, ma mi ero limitato a mostrare le regole base ad alcuni amici di Cesena che condividevano il nostro soggiorno all’aria aperta. Senonché il curiosone, anziché dedicarsi ad altri tipi di divertimento più elementari, decise di sedersi al tavolo delle carte cercando di carpire tutte le informazioni che gli servivano a solleticare la mente. Una volta ritornati a Rimini, non feci in tempo a cogliere il pericolo nel quale mi ero cacciato che già si era divorato tutti i miei libri di bridge, assumendo il linguaggio, studiando le strategie, imparando la dichiarazione.
La prima volta che si presentò al Corso di Bridge organizzato dall’associazione riminese, l’amico maestro Diego Alocchi lo guardò con aria divertita, ma anche rassegnata a perdere un allievo già alla seconda serata. Non andò esattamente così, anzi. Il suo problema cambiò rapidamente quando diventò necessario arginarlo, implorandogli di non rispondere in anticipo a tutte le domande di fine lezione, con quella “maledetta” manina sempre alzata pronta a dare la risposta giusta. Diego, che è stato un grande del bridge, ci ha lasciato appena due anni fa e aveva adottato il piccolo Giovanni, portandolo a giocare i Campionati Italiani riservati agli allievi.
Nel giro di pochi anni il giovanotto è cresciuto, tanto. Raggiungerà la maggiore età durante i prossimi Campionati Mondiali giovanili che si disputeranno in Italia, a Salsomaggiore, dal 3 al 13 agosto 2016 e ha già vinto 9 medaglie d’oro, 3 d’argento e 5 di bronzo. Di questi nove titoli, due in campionati italiani assoluti e sette nel settore giovanile, dei quali uno in un congresso mondiale del 2015. Il suo primo oro l’ha vinto in coppia con Matteo Montanari di Bologna, poi diversi con Giacomo Percario di Livorno, amico e genietto della sua specie. Infine con Alessandro Gandoglia di Roma ha costituito una coppia che ha stupito il mondo del bridge adulto. In questo rapporto è cresciuto tantissimo e si è conquistato la convocazione per i recenti Campionati Europei di Budapest (16-25 giugno 2016).

Prima di proseguire permettete una spiegazione sintetica su come è strutturato un incontro a squadre di bridge. Ogni squadra schiera due coppie di giocatori che occupano due tavoli in stanze diverse. Usando come esempio le nazioni di Italia e Ungheria, in una sala la coppia italiana gioca in Nord-Sud e quella ungherese in Est-Ovest. Nell’altra sala, al contrario in Nord-Sud si siedono gli ungheresi ed in Est-Ovest gli italiani. Si gioca con le 52 carte francesi, senza jolly, lo scopo è fare più prese possibile con un regolamento che ricorda il marafone, risposta obbligatoria al seme e possibilità di taglio. Le carte arrivano già pronte da estrarre da una scatola con quattro cassettini orientati coi punti cardinali. Nella prima sala si estraggono le carte del mazzo n.1 ed il giocatore seduto a Nord, italiano, inizia la dichiarazione, che prosegue nel gioco vero e proprio. Anche nell’altra sala si parte dal mazzo n.1 (predisposto con la stessa divisione delle carte dell’altro) dove però in Nord siede un ungherese. Non essendoci vantaggi di posizioni o di divisioni dei semi, l’abilità di una squadra sta nel riuscire a far più prese degli avversari partendo dalle stesse risorse.

Sperando di aver chiarito e non, al contrario, confuso i lettori, va detto che a Budapest, in dieci giorni, si sono giocati 36 incontri da due ore ciascuno. Un impegno così pesante richiede la presenza di almeno tre coppie per nazione in modo che possa esserci il tempo di far rifiatare i più bravi. Giovanni ed il suo compagno Alessandro Gandoglia, nelle intenzioni iniziali del coach erano stati convocati per questo scopo: alleggerire il peso dei quattro compagni più esperti. Occasione preziosa per imparare a conoscere il mondo del bridge internazionale e concedersi anche un po’ di vacanza. Purtroppo o per fortuna non hanno avuto il tempo di visitare la bellissima capitale danubiana. Quando i due giovani compagni si sono seduti al tavolo hanno dimostrato una maturità tale che il coach ha deciso di impegnarli tutti i giorni al di là delle loro più rosee previsioni. Alla fine hanno giocato la metà degli incontri suscitando l’ammirazione ed il rispetto di tutto il circuito. Grazie anche al loro apporto la Nazionale Italiana è arrivata sesta su 37 squadre, conquistando la qualificazione per i mondiali che si svolgeranno in Francia nel 2017.
Il sottoscritto, avendo il privilegio di fare l’accompagnatore, si è trasformato in reporter dietro le quinte, così sono uscite tre cronache sulla rivista online nazionale bridgeditalia.it: Vabbé, abbiamo appena cominciato; “Siamo alla canna del gas” e La nostra montagna. E solo per gli amici di Rimini un commento sul nostro sito che potete leggere nel box qui sotto.
La nostra città ha sempre sfornato ottimi talenti nel bridge anche se solo ora svetta nella carta geografica dello stivale con i successi del suo campioncino più giovane. Chissà come proseguirà questa storia? Nessuno può saperlo, nel frattempo almeno duecento ragazze e ragazzi di Rimini hanno iniziato a seguire i corsi scolastici di Bridge e tanti adulti in questi anni si sono avvicinati a questo gioco di carte che è un vero sport della mente. Il prossimo 9 luglio si terrà in piazza Cavour la decima edizione del “Bridge sotto l’Arengo”, torneo disputato all’aria aperta con la partecipazione di numerosi bridgisti provenienti da tutta Italia. Seguiamo il loro esempio e contattiamo l’associazione locale per informarci su come imparare uno sport adatto a tutte le età e latitudini. Mail a: info@riminibridge.it.

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Al cardiopalma
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Lorenzo Lauria, Alfredo Versace, e i giovani Under 36: Andrea Manno, Massimiliano Di Franco, Alessandro Gandoglia e Giovanni Donati, arrivando sesti ai Campionati Europei di Bridge (Open), hanno raggiunto l’obiettivo di qualificarsi ai prossimi Campionati Mondiali (Bermuda Bowl) che si svolgeranno nel 2017 a Lione, in Francia.
Open-min

Il regolamento ammette la partecipazione alle prime sei squadre europee uscite dal relativo campionato continentale. Visto che la Francia, come paese ospitante, avrebbe avuto comunque il pass assicurato e dato che sono stati bravi ad arrivare primi, per qualificarsi i nostri dovevano arrivare almeno settimi (classifica). Come alcuni di voi sapranno ho avuto il piacere di seguire da vicino la trasferta, in qualità di detentore della patria potestà del giocatore più giovane.
Non è facile raccontare l’entusiasmo per la qualificazione conquistata solo all’ultimo board contro la Bulgaria, con le squadre a pari punti (26-26) quando, in zona contro prima, in sala aperta Versace giocava 6♥x fatte (+1660), mentre Ale e Giovi in chiusa difendevano a 6♠x-2 (-300), 16 begli Imps per i nostri. La diretta su BBO teneva sul fiato sospeso tutti gli amici in Italia perché c’erano ancora tante squadre vicinissime in classifica e per esultare davvero occorreva che tutte fossero arrivate in fondo. Se poi aggiungiamo che i due ragazzi avevano scordato di immettere gli ultimi due turni sulle Bridgemate e sono stati inseguiti a piano terra dall’arbitro (chi ha fb può vedere il video girato da Emanuela Pramotton) si comprende perché il mio WhatsApp bolliva con le richieste di informazioni fresche sul posto. Con la classifica definitiva sotto gli occhi, che i server del luogo trasmettono con qualche minuto di anticipo rispetto al web, mi sono rintanato da solo in un angolino, ho memorizzato la parola: “Qualificati!” e l’ho sparata a tutti quelli che erano in ansia come e più di me. Nel frattempo all’esterno del Groupama Arena di Budapest tutti si sballottavano Giovanni baciandolo come la Madonna di Pompei. In effetti il suo campionato è finito con un crescendo tale che quando in sala Rama si è visto sul tavolo il suo cartoncino del 6♠ c’è stato un mormorio di approvazione generale per l’autorevolezza mostrata al tavolo contro giocatori esperti e di grande tradizione come i bulgari (per la cronaca settimi). Il giorno precedente Giovanni aveva avuto qualche sintomo influenzale e la sua testa non girava a dovere, portandolo a compiere qualche errore di troppo. Per questo era stato dispensato dalla gara con l’Islanda. Siccome durante il campionato in quei momenti si rintanava a guardare BBO in camera di Alessandro (infortunato alla gamba: per chi non seguisse le gesta dei nostri giovani), sono andato a catturarlo e, forzando la sua volontà, l’ho trascinato a fare una passeggiata sul ponte dedicato alla Principessa Sissi; così la smetteva di far lavorare quella parte di cervello che gli sarebbe servita più tardi. Quando ci siamo presentati freschi alla sede di gioco e Alfredo ha chiesto chi se la sentiva di affrontare i fortissimi inglesi, lui si è detto pronto e così ha potuto partecipare ad una gara quasi perfetta contro i sudditi della Regina, sottrattisi dall’Europa e, a causa nostra, dal mondiale. All’ultimo incontro decisivo con la Bulgaria ancora Donati-Gandoglia, lasciando in panchina Manno-DI Franco. Non ero d’accordo e l’ho riferito all’orecchio di Andrea (Manno) aggiungendo: “Spero proprio di sbagliarmi”. Sì mi sbagliavo.
Finiti i festeggiamenti, a mezzanotte, sto per salire in camera, entro nell’ascensore, una mano mi ferma la fotocellula, è Alfredo Versace: “Sai Daniele quanti Campionati Europei ho vinto? Otto. Eppure oggi mi sono emozionato per il sesto posto”. Caro Alfredo come ti capisco! Oggi hai aggiunto altri quattro figli alla tua nidiata, non capita tutti i giorni. Fortuna che almeno questi non li devi mantenere, saresti alla canna del gas!

Da sinistra nella foto: Alessandro Gandoglia, Alfredo Versace, Massimiliano Di Franco, Giovanni Donati, Gianni Medugno (presidente Figb), Andrea Manno, Lorenzo Lauria

Daniele Donati

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