La Tagliatella elettorale

La Tagliatella elettorale

Cosa tiene insieme tagliatella ed elezioni? Scopritelo.

Torno prepotentemente sulla tagliatella, torno avidamente sulla tagliatella perché quando la penna scorre, quando finalmente arriva l’ispirazione, non puoi tirarti indietro come una pudica vergine, ma devi dar sfogo alla carne e, se di stagione, anche ai piselli. C’è un gran dibattito sul tema. Diciamolo forte e chiaro: delle elezioni europee non frega niente a nessuno. Solo gli addetti ai lavori, o in cerca di lavoro, sono impegnati in una campagna elettorale dove non si è capito nulla perché nulla c’è da capire, se non che la Romagna ne uscirà con le ossa rotte. Molto più interessante, a mio avviso, è quello che succederà a Santarcangelo e Misano, due splendide realtà locali, ma mi riservo se il Cerbero editore me lo consentirà, di parlare, anzi scrivere al prossimo giro. Torniamo al piatto consigliato: la Tagliatella. Vado come al solito controcorrente. Non è la Tagliatella e neppure il ragout, ma il contesto come dice il mio amico Stefano Bonini. Quello che conta è dove mangi e con chi mangi. E’ il piacere, è come dicono gli enofighetti, la location. E’ il sorriso del cameriere, meglio della cameriera, continuo da buon rurale ad avere le mie preferenze, è il tavolo, il tovagliato, il bicchiere, il menù raccontato, è l’esperienza emozionale, è la luce, la musica in sottofondo, i bambini che sono andati a letto, i telefonini che non trillano, è soprattutto l’oste che ti accoglie come un amico e si dimostra tale.
Rurali sempre.

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