L’advisor modello Dreamini recepito dal bando di privatizzazione della Fiera

L’advisor modello Dreamini recepito dal bando di privatizzazione della Fiera

Di stranezze è piena la politica. Ma questa merita il podio, anche perché l'amministrazione comunale di Rimini non ci fa un figurone. Il 24 luglio sco

Di stranezze è piena la politica. Ma questa merita il podio, anche perché l’amministrazione comunale di Rimini non ci fa un figurone.
Il 24 luglio scorso si è tenuto il consiglio comunale di Rimini, che all’ordine del giorno aveva il tema dei temi: l’approvazione delle delibere sull’avviamento del percorso di privatizzazione del settore fieristico e congressuale. Gli atti predisposti dal Comune di Rimini sono stati giudicati insufficienti dal consigliere comunale del Ncd, Eraldo Giudici, che ha così deciso di fare una serie di puntualizzazioni per chiarire meglio, ruolo e compiti dell’advisor.
Sua la proposta di aggiungere nel testo della delibera in approvazione, l’integrazione che segue: “Il bando per la scelta dell’advisor, che non dovrà avere contatti preventivi con nessun potenziale concorrente, per assicurare anche sotto questo profilo, ossequio ai citati principi comunitari di trasparenza, non discriminazione, parità di trattamento, dovrà prevedere la collaborazione con gli uffici dei cedenti, la predisposizione del bando di gara con tutti i documenti allegati, la lettera d’invito, l’assistenza al “data room”, per consentire ai potenziali concorrenti l’esame dettagliato delle situazioni societaria delle controllanti e delle controllate e dovrà fare riferimento alla:

1) struttura organizzativa disponibile per la complessa operazione;

2) pregressa esperienza nazionale ed internazionale;

3) modalità di espletamento dell’incarico;

4) entità del corrispettivo richiesto, con indicazione separata della commissione di successo, da riconoscere solamente in caso di successo dell’operazione, ed il compenso ridotto nel caso in cui non venga comunicata alcuna manifestazione di interesse.

Per i suddetti aspetti dovranno essere riconosciuti separati punteggi, compresi fra un minimo ed un massimo. L’advisor dovrà accettare la possibilità che i cedenti possano sospendere o cessare in qualunque momento la gara”.

Fin qui l’emendamento Giudici. Che conteneva aspetti ragionevoli, quasi scontati e familiari a chi conosce la materia. In consiglio comunale però la maggioranza ha respinto l’emendamento Giudici. Bocciato senza tentennamenti.
Il bello è arrivato dopo. L’8 agosto sul sito della Provincia di Rimini sono stati  pubblicati il bando e il disciplinare di gara della procedura ad evidenza pubblica per il conferimento dell’incarico di advisor per l’attività di consulenza e assistenza finalizzate alla privatizzazione del settore fieristico e congressuale riminese. E contiene anche quello che la maggioranza Gnassi ha respinto, cioè i “suggerimenti” di Giudici, riprendendo “concetti espressi da Dreamini”, ha chiarito l’esponente della minoranza in consiglio comunale. Infatti nel famoso libro bianco redatto dall’associazione Dreamini, presentato anche in una conferenza stampa, dedicato ad una minuziosa analisi tecnica che porta le firme di Mario Ferri e Andrea Bellucci, sette pagine sono specificamente dedicate alle “modalità per una corretta privatizzazione”, dove tornano le stesse proposte che ora l’estensore del bando, Roberto Camporesi, partner dello Studio Boldrini, ha fatto proprie. Magari le avrebbe inserite ugualmente, anzi è pressoché certo, in quanto un esperto del settore non avrebbe potuto fare altrimenti. Ma di fatto è l’amministrazione comunale a non uscirne bene, perché non solo non aveva previsto quei criteri ma nemmeno si era degnata di farne tesoro una volta che Giudici li aveva portati in consiglio comunale.
Il bando pubblicato contempla requisiti dell’advisor, criteri per l’attribuzione del punteggio, data room, organizzazione ed esperienza anche internazionale, corrispettivo da riconoscere all’advisor per l’attività svolta, commissione di successo ed altro, tutti aspetti che si trovano nell’emendamento Giudici e nel libro bianco. Quel che la maggioranza Gnassi ha cassato, facendolo uscire dalla porta, Camporesi ha fatto rientrare dalla finestra.
Sull’operazione privatizzazione restano ancora parecchi dubbi, come ha chiarito in consiglio comunale Eraldo Giudici (e spiegato Mario Ferri a più riprese) e come ha sostenuto nelle scorse settimane Dreamini, a partire dal fatto che il bando è indirizzato a cercare un “esploratore” che poi gestirà la vicenda più che a privatizzare senza se e senza ma (fra le due opzioni sulle quali si fonda l’incarico all’advisor c’è anche quella che prevede un aumento del capitale sociale di Rimini Congressi, che potrebbe aprire la strada alla bolognesizzazione di Fiera e congressi), ma resta oggettivamente significativo il colpo assestato da Giudici e da Dreamini, che in più suona come una sorta di sconfessione della linea espressa dal Comune di Rimini.

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