Padre Bahjat, francescano della Custodia di Terra Santa, a Rimini per l’Appello all’Umano

Padre Bahjat, francescano della Custodia di Terra Santa, a Rimini per l’Appello all’Umano

Il superiore della chiesa dedicata alla Conversione di San Paolo, a Damasco, sarà in piazza Tre Martiri martedì sera su invito del Comitato Nazarat.

Un testimone d’eccezione sarà a Rimini la sera di martedì 20 marzo (ore 21) per partecipare alla iniziativa promossa dal Comitato Nazarat in piazza Tre Martiri. E’ padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore della chiesa dedicata alla Conversione di San Paolo, la principale parrocchia di rito latino di Damasco. Di recente è intervenuto sulla drammatica situazione della Siria, dicendo che “dall’inizio dell’anno almeno quattro chiese sono state colpite dai terroristi che vogliono svuotare Damasco dai cristiani”. Oltre alla chiesa francescana, anche quelle dei maroniti, del patriarcato greco-cattolico e greco-ortodosso. “La nostra chiesa è stata centrata per sei volte dall’inizio della guerra”.
“Sono giorni duri”, ha aggiunto, “ma la speranza qui, nella capitale, è che si possa arrivare presto alla fine dei combattimenti e, come per Aleppo, ritornare a vivere nella sicurezza”.

“La preghiera del 20 marzo allarga dunque il suo raggio ed è diretta a tutti i cristiani e le altre minoranze religiose perseguitate a tutte le vittime innocenti del conflitto. Sul manifesto di convocazione abbiamo riportato una frase di monsignor Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo che ha detto recentemente: Gesù sta patendo sulla croce per tutta la popolazione della Siria, senza distinzione di etnia e fede. Siamo un corpo solo”, spiega il Comitato Nazarat.
L’8 novembre di due anni fa, mentre padre Bahjat era nella sua chiesa a Damasco, un colpo di mortaio ha colpito la cupola facendo cadere nel luogo in cui si trovava pochi istanti prima pietre e vetri.
“La sua presenza a Rimini sarà anche l’occasione per avere informazioni e notizie su questo conflitto che pare sempre più coinvolgere le grandi potenze mondiali e sul quale i grandi mass media internazionali offrono spesso visioni interessate e di parte”, fa sapere il Comitato Nazarat.

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