Piccoli azionisti: “Carim, indovina chi viene a cena”

Piccoli azionisti: “Carim, indovina chi viene a cena”

Cgil: "Cosa sta succedendo? La Fondazione faccia chiarezza"

"Pare fin troppo chiaro che chi compra cerca di farlo al prezzo minore possibile ma ciò non potrà generare abusi. Si dovranno rispettare tutte le garanzie di legge e si dovrà comunque tener conto che Carim vanta ancora un considerevole asset, rappresentato dai diritti creditori verso gli ex amministratori e dirigenti".

La vicende di Banca Carim, societarie e processuali, stanno prendendo una svolta a dir poco decisiva, essendo giunte ad uno snodo cruciale. Dal punto di vista societario l’interessamento del gruppo Crédit Agricole – CariParma S.p.a., dopo innumerevoli rumors e notizie giornalistiche è stato formalizzato anche dal CdA di Carim durate l’ultima assemblea del 28 giugno u.s. dove è stata deliberata la riduzione ulteriore del capitale sociale in seguito ad una perdita d’esercizio di oltre 72 mln di euro. A stretto giro era stata indetta per il 25 luglio p.v., a dimostrazione della urgenza di procedere, un’altra assemblea societaria allo scopo di rilasciar al CdA una delega per effettuare entro un anno un aumento di capitale fino a 200 mln di euro. Si è appena appreso di un rinvio tecnico della medesima. Pare, in ogni caso, evidente che trattasi del viatico per permettere il subentro del gruppo creditizio sopra menzionato. I piccoli azionisti seguono con attenzione questa vicenda e si fanno promotori, come già avvenuto durante l’assemblea della primavera 2016 che aveva già deliberato una analoga delega all’aumento di capitale poi non esercitata, di sottolineare l’assoluta necessità del rispetto delle regole. Solo l’applicazione delle norme in materia potrà tutelare gli interessi compositi di tutti i protagonisti della vicenda.
Proprio la confusione in cui è stata precipitata Banca Carim dal suo commissariamento fino ad oggi e la scarsa aderenza alle discipline settoriali, hanno impedito una effettiva e reale ripresa dell’Istituto di credito. Valga per tutti la scabrosa vicenda dell’insensato immobilismo sull’azione di responsabilità verso gli ex amministratori e dirigenti. Solo dopo anni di diffide del sottoscritto Comitato e l’iniziativa penale della locale Procura della Repubblica, sono state prese delle limitate iniziative. Oltre a compromettere l’immagine della Banca questa inerzia ha impedito che, ancor oggi, Carim abbia potuto realizzare il più grosso credito che ancora vanta, ovvero quello verso chi ha amministrato e diretto imprudentemente. Un credito che però ancora sussiste, anche grazie alle iniziative dei Piccoli azionisti e che dovrà essere correttamente stimato al momento di redigere le relazioni ed i documenti contabili imposti dalla legge. In particolare, sia per l’operazione di aumento di capitale (seppur delegata) che per quella di una futura incorporazione nel gruppo Crédit Agricole – CariParma S.p.a. o chi per esso, il Codice civile impone una serie di attività al fine di stimare il valore delle azioni da emettersi o la congruità del rapporto di cambio tra quelle vecchie e quelle nuove. Pare fin troppo chiaro che chi compra cerca di farlo al prezzo minore possibile ma ciò non potrà generare abusi. Si dovranno rispettare tutte le garanzie di legge e si dovrà comunque tener conto che Carim vanta ancora un considerevole asset, rappresentato dai diritti creditori verso gli ex amministratori e dirigenti. In tal senso, i piccoli azionisti che si sono costituiti anche parte civile nel processo penale, evocando in giudizio pure Banca Carim quale garante dei danni patiti, potrebbero rivedere il coinvolgimento dell’Istituto qualora ciò risultasse funzionale alla preservazione dei propri interessi sul futuro valore delle nuove azioni.
Tutto dipenderà dalla serietà dell’attuale management e di quello in procinto di subentrare alla guida della Banca. La eliminazione del perdurante conflitto d’interessi rappresentato dalla Fondazione ed il rispetto delle regole, potrebbe finalmente aprire lo spiraglio per una concreta prospettiva di rilancio.

Il Comitato di Tutela dei Piccoli Azionisti BANCA CARIM

Cgil: Cosa sta succedendo alla Cassa di Risparmio di Rimini?
“Alla luce della revoca dell’Assemblea straordinaria dei soci prevista in un’unica convocazione per il 25 luglio 2017, la CGIL e la FISAC di Rimini sono seriamente preoccupate e chiedono alla Fondazione e alla Banca di fare chiarezza”. Così Graziano Urbinati e Andrea Valentini. “Il fatto che un grande e solido gruppo bancario europeo sia interessato a rilevare la Cassa di Risparmio di Rimini è di importanza fondamentale, e ci auguriamo possa garantire una prospettiva concreta in termini economici e occupazionali per il territorio, che ha già sacrificato molti posti di lavoro. La Banca dopo il commissariamento doveva ritornare in bonis, il peggio sembrava passato, invece siamo ancora qui in una situazione ancora confusa e senza risposte. Le indiscrezioni vedono il futuro di Carim nell’orbita di Cariparma Credit Agricole, ma il continuo susseguirsi di rinvii non fanno altro che aumentare le incertezze. Per questo chiediamo con forza che la Fondazione, maggior azionista di Cassa Risparmio Rimini, faccia una volte per tutte chiarezza davanti alla cittadinanza e dia delle risposte che possano salvaguardare gli interessi dei dipendenti, dei clienti e del territorio”.

COMMENTI

DISQUS: 0