“Rivedere al ribasso i contratti di affitto per le piccole imprese”, dice il Comune, che però cosa sta facendo?

“Rivedere al ribasso i contratti di affitto per le piccole imprese”, dice il Comune, che però cosa sta facendo?

In una città piegata dal coronavirus, che vede a rischio la stagione turistica, all'amministrazione comunale si chiede qualcosa di più di quello che ha espresso fio ad oggi.

L’Italia è un campo di battaglia alle prese con la pandemia. La regione Emilia Romagna fa i conti con una situazione pesante e per la provincia di Rimini si attendono ulteriori misure, addirittura sei Comuni della zona sud starebbero per essere blindati. E’ uno scenario pauroso, non solo drammatico. Siamo nel bel mezzo di un tunnel di cui non si intravede la fine. Inutile fare polemiche. Ma se l’assessore alle Attività economiche Jamil Sadegholvaad chiede ai proprietari di immobili di “rivedere al ribasso i contratti di affitti per le piccole imprese” (che, per carità va benissimo), ma poi da palazzo Garampi a favore delle imprese è uscito (ieri, quando molti Comuni si erano già espressi da giorni) solo un messaggio che ipotizza la sospensione delle scadenze di Cosap, Tari e imposta di soggiorno sino all’avvio della stagione estiva, da prorogare secondo il perdurare dell’emergenza, beh, non è un po’ poco? E’ invece intervenuto sulle rette scolastiche e i canoni degli impianti sportivi. Sta crollando il mondo, non si sa cosa accadrà per l’estate 2020, l’economia italiana, già in difficoltà, ne uscirà a brandelli.
Proprio oggi Confartigianato spiega che in regione sono 20.856 le imprese artigiane chiuse, con quasi 52 mila addetti (escludendo tutti i settori che non rientrano nelle chiusure previste dal Dpcm dell’11 marzo, quindi lavanderie, tintorie e servizi di onoranze funebri, pari ad altre 1.207 imprese artigiane registrate, e il comparto dell’autoriparazione che ne conta 5.332). Riapriranno tutte dopo la crisi? A Rimini, secondo Confartigianato, ci sono 3.790 imprese e oltre 9 mila addetti. E il comparto del turismo? Fa venire i brividi solo a pensarci.

Davanti a tutto questo l’assessore alle attività economiche si rivolge ai proprietari di immobili dati in affitto ad uso commerciale o produttivo: negozi, bar, ristoranti, alberghi. “L’invito accorato è quello di valutare misure di alleggerimento dei canoni di affitto, rinunciando magari ad una parte di entrate ma garantendo al proprio locatario condizioni più favorevoli per riprendere in mano la propria attività. Si tratterebbe di un sacrificio nell’immediato, con effetti sul lungo periodo: situazioni emergenziali come quella che stiamo vivendo richiedono il massimo sforzo da parte di tutti e ci danno anche l’opportunità di cambiare prospettiva”. Poi però per quanto riguarda le risorse del Comune fa riferimento al vecchio “pacchetto di interventi a sostegno delle imprese, la no-tax area, che – proprio nell’ottica di stimolare una rinegoziazione al ribasso dei canoni di affitto – prevede agevolazioni per i proprietari degli immobili. E’ un’opportunità importante che vale la pena di prendere in considerazione, in questo periodo più che mai. Oggi dobbiamo restare in casa, ma in un futuro speriamo vicinissimo dovremo essere in grado tutti di metterci in gioco e di fare rete per tornare a correre”. Ma davvero con quelle “misurine”, già abbastanza ridicole per il periodo in cui sono state tirate fuori, si pensa di incidere oggi, a disastro coronavirus avvenuto e non ancora del tutto compiuto?

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