S.O.S.: Blue Whale è arrivata anche a Rimini

S.O.S.: Blue Whale è arrivata anche a Rimini

Il gioco letale preoccupa la Regione: alle scuole riminesi una nota dalla Procura della Repubblica tramite il Garante per l’Infanzia. Il fenomeno dilaga ed è difficile arginarlo. Occorre un patto tra insegnanti, genitori e servizi sociali.

“Improvvisa ma consistente diffusione anche nella nostra Regione”
E adesso la Balena Blu è spiaggiata pure a Rimini. Possiamo arginarlo, minimizzarlo, fiocinarlo di lato, ma il fenomeno “Blue Whale” – o quello che è, o come volete chiamarlo – fa paura. Tanto da diventare una assoluta emergenza. “Si è preso atto dell’improvvisa ma consistente diffusione anche nella nostra regione del cosiddetto gioco del ‘Blue Whale’, che consiste, come noto, nell’agganciare tramite un social network soggetti anche minorenni, invitandoli a sottoporsi ad una serie di prove o steps, l’ultimo dei quali è il suicidio del partecipante”. La nota, francamente agghiacciante, viene dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, è stata firmata il 29 maggio scorso e comunicata al Garante per l’Infanzia della nostra Regione. A pioggia sono state avvisate le scuole, anche del territorio riminese.

“Attivare tutti gli interventi necessari”
Il problema è che la Balena Blu, ma sarebbe meglio chiamarlo il Mostro Nichilista, non si riesce a fermare. La sua pervasività ha scoperto impreparati tutti. Così, almeno, si capisce dalla nota: “è evidente che trattasi di fatti di estrema gravità, che non consentono, per la velocità del loro progredire verso atti estremi, di essere affrontati solo con i mezzi ordinari di comunicazione alla Procura Minorenni e Ordinaria, e di attesa di provvedimenti giudiziari”. Per questo, la Procura della Repubblica “fa appello ai servizi e alle istituzioni che possono avere notizia del coinvolgimento di minori nel ‘gioco’ di rivolgersi immediatamente ai servizi sociali, e si richiamano i servizi sociali all’esercizio in tali casi – con priorità assoluta – dei propri autonomi poteri di vigilanza, sostegno e intervento, resi peraltro possibili anche dalla collaborazione dei genitori che non potrà mancare in siffatte situazioni, al fine di informare la famiglia del gioco, verificare la partecipazione del medesimo, ricontrarne l’eventuale stadio e attivare tutti gli interventi necessari a interromperlo”. Insomma, l’emergenza c’è, e la Procura intende creare una specie di ‘catena di sicurezza’ che connetta scuola, genitori, servizi sociali per impedire il diffondersi del virus suicidale del ‘Blue Whale’.

Meglio la Balena Bianca. E la Storia infinita
Una cosa è certa. La Balena Blu è un richiamo, un urlo. Il grido d’aiuto dei ragazzi è simile a un sonar nel sottosuolo oceanico dei giorni, presi tra indifferenza e condono. Un ragazzo non si infligge punizioni ‘per gioco’: vuole, come è la sua natura, sfidare se stesso. Ma la sfida – la prova che sancisce la maturità – nel mondo antico, quello bello e doloroso, era fatta per fiondarsi nella vita, non per sprofondare nella morte. Che fare? Giocare alto, intanto. Orientare i ragazzi – tutti – a letture sorprendenti, squassanti. Le memorie del sottosuolo, ad esempio. Le poesie di Arthur Rimbaud e di Baudelaire. La Balena Bianca di Melville al posto della Balena Blu dell’impero nichilista. La storia infinita di Michael Ende, il quale, quarant’anni fa, aveva dato il nome giusto al fenomeno: l’avanzata del Nulla. Che dilaga, divora, sfrenato. Non possiamo far finta che non esista l’abisso: occorre guardarlo negli occhi. Consoffrirlo. E vincerlo con una pernacchia.

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