Se la Sagra Malatestiana fosse un’azienda… sarebbe al collasso

Se la Sagra Malatestiana fosse un’azienda… sarebbe al collasso

Si sostiene col denaro pubblico. Costa 1 milione e mezzo di euro e dai biglietti venduti entrano 210mila euro. A quando una gestione privata o semi-privata?

Il valore della parola “insostituibile”
La Sagra Malatestiana è il solido platonico, il diamante grezzo della cultura – eminentemente ‘stalinista’ – partorita dal Comune di Rimini. Un evento indiscusso e indiscutibile. Anzi, insostituibile. Lo dicono loro, dal cuore del politburo amministrativo, i burocrati del Comune. Che se la cantano e se la suonano come pare a loro, tanto a loro va sempre bene così. “La Sagra Musicale Malatestiana ha assunto un ruolo centrale nella vita musicale riminese e di tutta la riviera romagnola non solo perché è ormai parte integrante della storia musicale di Rimini, ma in quanto il convergere di collaborazioni e fortunate condizioni logistiche ne hanno ormai fatto punto di forza insostituibile”. Già, ma a quanto ammonta il valore della parola “insostituibile”?

Il Comune ci mette 557mila euro (speriamo)
Come si sa, la Sagra Musicale Malatestiana si fa, per lo più, con i soldi dei riminesi. Il resto lo mettono gli italiani, cioè lo Stato. Qualche privato lascia la mancia, facendo il verso ai mecenati ‘illuminati’. Quanto all’“impegno di spesa della quota (…) a carico del Comune di Rimini” per la prossima Sagra Malatestiana, ci informa la recente Determinazione Dirigenziale n. 785. Sono 557.144 euro. Tanto costa al Comune la Sagra stando a questa stima preliminare. Rispetto all’anno scorso – ci riferiamo alla Determinazione Dirigenziale n. 907 – hanno limato assai: nel 2016 il “totale spese artistiche” a carico del Comune era previsto in 752.259,76 euro. Quasi 200mila euro di risparmio, complimenti. Ma… sarà vero risparmio? I conti reali, sappiamo, vengono snocciolati in sede di bilancio finale. Vediamo come è andata l’anno scorso.

Una azienda al collasso:
investono 1 milione e mezzo di euro per 210mila euro di biglietti venduti

Nel 2016 il “totale uscite” si è fermato alla cifra di 1.445.798,34 euro. Non proprio quattro spicci per una manifestazione musicale. Ed è andata meglio del 2015 quando la spesa complessiva è stata di 1.548.675,78 euro. Va detto che la Sagra Malatestiana, economicamente parlando, non funziona. A fronte di una spesa complessiva di quasi 1 milione e mezzo di euro, corrisponde un “incasso da biglietteria” irrisorio, l’anno scorso si è tagliato il traguardo misero di 210.552 euro – meno del 2015, quando si toccò la pur modesta cifra, rispetto all’investimento, di 218.233 euro. Il resto delle fatidiche “entrate” sono guadagni fasulli, nel senso che sono soldi pubblici utili a finanziare la manifestazione. Per il 2016 il ‘pubblico’ – cioè noi pagatori di tasse italiane – ha messo 203.358 euro, quasi quanto le entrate dalla vendita dei biglietti. In particolare, lo Stato, tramite il Fondo Unico per lo Spettacolo, ha messo 83.358 euro; la Regione Emilia-Romagna 112mila euro. I “contributi da soggetti privati” sono poco più che una mancia – 17.910 euro – mentre le “sponsorizzazioni” funzionano abbastanza (247.980 euro).

Non toccate il compenso del Direttore artistico (e dirigente comunale)
Ma dove si è sforbiciato nel 2016? Un po’ dappertutto, benché in modo piuttosto modesto – i “costi di ospitalità” erano di 953.904 euro l’anno scorso e di 971.367 euro nel 2015, solo in “viaggi, trasporti, alloggio ecc.” si sono spesi 75.249 euro. Per lo più, hanno fatto lo scalpo ai “costi di produzione”, passati da 45.082 euro del 2015 ai 3.170 euro dello scorso anno. Peccato. Perché la produzione qualifica la Sagra non semplicemente come un luogo dove si va ad ascoltare un concerto – e chi vuole ascoltare un concerto, con tutto il rispetto, va a Roma o a Napoli o a Milano o a Torino o a Verona – ma anche come uno spazio creativo. Restano invece miracolosamente intoccati i costi del “personale”, dove a sacrificarsi è soltanto il “personale artistico” passato dai 112.550 euro del 2015 ai 51.001 euro del 2016. Al contrario di quanto comanderebbe una banale strategia di risparmio, aumenta la “retribuzione lorda del personale amministrativo” – da 81.022 euro del 2015 a 89.750 euro del 2016 – e soprattutto la “retribuzione/compenso lordo del Direttore Artistico o consulente assimilabile” e i suoi “oneri sociali”: dai 31.152 euro complessivi del 2015 ai 32.053 euro del 2016. La “Direzione artistica” della Sagra Malatestiana, come si sa, non è affidata a un professionista esterno ma a una professionalità interna al Comune, al dirigente Giampiero Piscaglia. Come mai un compenso di tal fatta?

La visione zdanovista della cultura alla riminese
Morale della favola: la Sagra Musicale Malatestiana è una lunghissima serenata con cui il Comune di Rimini omaggia se stesso. Ogni suggerimento verso una gestione privata o semi-privata viene visto come un oltraggio all’ideologia zdanovista della cultura riminese. Almeno, visti i soldi che costa, ingresso gratis a tutti i riminesi.

Fotografia: Philharmonia Orchestra (credit: Benjamin Ealovega), http://www.sagramusicalemalatestiana.it

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