A Riccione fanno i vitelloni, a Rimini i bacchettoni: tiè!

A Riccione fanno i vitelloni, a Rimini i bacchettoni: tiè!

Il bullo della città di Fellini scivola sull'assist che la Perla Verde gli ha servito su un piatto d'oro.

Il gesto dell'ombrello del primo dell'anno nella Perla Verde, un semplice sketch, mette a nudo il provincialismo e il moralismo del Pd.

Lavoratori, tiè! Con pernacchia prolungata finale. La scena è quella, stupenda, che vede protagonista Alberto Sordi nei Vitelloni di Federico Fellini. Con molto meno pathos, per un semplice sketch, l’ha fatta replicare a Riccione Andrea Prada, uomo evento che da Bellaria (dove sono anni che crea manifestazioni turistiche per conto di Verdeblù) ha esteso la sua influenza a Rimini e Riccione.
Il gesto dell’ombrello del primo dell’anno nella Perla Verde si è svolto in questo contesto: “Salutiamo alcuni amici di Rimini che ieri ci hanno detto che oggi non ci sarebbe stata gente con…1,2,3. Tiè!”
Ma la bacchettona del Pd, tale Cinzia Bauzone, si è scandalizzata: molte migliaia di persone hanno seguito l’indicazione ricevuta, “quasi si giocasse un derby sugli eventi”. Quasi si giocasse? Ma non gioca tutti i giorni il sindaco di Rimini a fare il primo della classe in fatto di eventi? Non è quello che sostiene che a Capodanno Rimini quest’anno (e l’anno scorso pure) non ha avuto rivali in Italia e quasi quasi nel mondo? Come se il mondo iniziasse a Torre Pedrera e finisse a Miramare. E proprio Gnassi, invece di rispondere a suon di Albertone (con una bella scelta a disposizione, ad esempio pescando nel Marchese del Grillo… forse ci aveva pensato ma i comunicatori l’avranno stoppato) bolla la vitellonata come esempio tipico dell’italietta dei campanili. Lui che è il campanaro numero uno e ogni giorno ci decanta il primato delle sue opere nel globo terracqueo. Con in più il paradosso che Gnassi non sa cogliere l’assist felliniano che gli è stato servito su un piatto d’oro, lui che sta inaugurando il Museo Fellini e il circo Amarcord.
C’è chi ha scomodato l’educazione e il provincialismo per stigmatizzare l’episodio.
Andrea Sigismondo Malafesta ha detto che “la madre dei campanili è sempre incinta”. Come quella dei bulli, d’altra parte. Di cui il nostro resta, questo sì, leader nazionale, dopo che il bullo toscano è stato rispedito a casa.

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