Sta agli antipodi del suo segretario di partito. Molto Partito Demagogico. Capeggia una lista di giovani arrancanti, vecchie volpi e figli d'arte. Cosa si propone? Per ora niente di veramente innovativo. Vediamo.
Nella tana del Partito Demagogico
Il PD, oggi, dopo il restyling renziano, non s’incontra più nelle case del popolo, non varca l’arco laido delle periferie. Il PD, oggi, fa sfoggio di sé all’Hotel Corallo di Riccione, nell’atmosfera cangiante che precede la Liberazione, giorno di festa per far quattro passi di valzer al mare più che capitale politico da riattualizzare – durante la conferenza, in effetti, nessuno degli alfieri ‘de sinistra’ ha sguainato la bandiera del 25 aprile, che un tempo evocava torme di pugni chiusi, applausi in serie, spiedini di ola e di olè. Albergo di pregio, con tanto di Spa incorporata, ma l’atmosfera da politburo della demagogia, da nostalgici con Togliatti tatuato sul muscolo sinistro ritorna come un peperone maldigesto grazie a Marco Parmeggiani, segretario del PD locale, che ci informa “noi non sparliamo degli altri, noi siamo quelli che dialogano con tutti”. Pura demagogia buonista, il populismo del buon cuore. Parmeggiani pare un Don Abbondio frollato nell’ironia abbondante di Guareschi; al contrario il candidato Sindaco del PD è una specie di mamma Rambo, Sabrina Vescovi, bella, di sobria ma accurata eleganza, che si vanta ogni volta di essere “una imprenditrice di successo”. Il candidato Sindaco è l’opposto del Segretario del partito per cui gareggia: è l’esito esatto della berlusconizzazione del PD.
Il vecchio che avanza (e i giovani che arrancano)
Il PD è il Partito Demagogico della ritrita retorica. Presentando le liste fanno l’elogio dei giovani “alla prima candidatura”, inframmezzati dalle vecchie volpi della politica che dovrebbero “trasmettergli quello che sanno” (ancora Parmeggiani che probabilmente ha una idea geriatrica più che gerarchica della politica). In sostanza, due consiglieri residui della scorsa legislatura (Cinzia Bauzone e Alberto Arcangeli) sono in lista insieme a Parmeggiani medesimo, all’ex Assessore al Turismo sotto Pironi, l’aitante Simone Gobbi – non proprio un Kant prestato all’arte amministrativa – a Valter Ciabochi, già consigliere comunale noto alle cronache per la scazzottata del 2010 con Luciano Tirincanti, quando faceva parte di FLI – che cavolo è FLI?, diranno alcuni di voi: l’ennesima lista abortita, Futuro e Libertà per l’Italia, fondata da Gianfranco Fini, tra Fini e i renziani, probabilmente, non c’è differenza. Ma ci sono anche Marina Gambetti, già consigliere comunale nei fausti Novanta, primario del pronto soccorso di Riccione, Filippo Forti, già consigliere PD fino al 2008, e Simone Imola, lo manda babbo Daniele, Sindaco di Riccione per due mandati. Di fatto, la perla della lista è Gianluca Vannucci, attore a Roma e militante a Riccione, che alla scorsa tornata elettorale gareggiava per Noi Riccionesi, per Renata Tosi, poi ha capito che il PD – professionalmente? – è meglio.
Tutti zitti parla ‘Sab’ – più una zarina che una ‘democratica’
Sabrina Vescovi ribattezzata ‘Sab’ è straordinaria. Più che una ‘dem’ è una zarina: sa tutto lei, è efficace, efficiente, le manca soltanto un po’ di effervescenza emotiva – sul palco fa l’effetto di un mirabile Swarovski, lo ammiri ma gli stai alla larga. L’unico dramma, in una campagna elettorale priva di pietre dello scandalo – nel 2014 era il Trc, che nel frattempo c’è, è con noi, con il suo ghigno di cemento, “è una opportunità che saprà connettere Riccione alla stazione, all’aeroporto, facendone un pezzo d’Europa e non solo una cittadina romagnola”, dice la ‘Sab’ – è che tutti dicono le sesse cose. Anche Sabrina, che studia per diventare zarina. Non ci credete? Ecco:
a) “la riqualificazione del porto è un mio pallino personale”: ma lo era anche di Tirincanti e ora lo è del Patto Civico pro Conti;
a1) “voglio fare, subito, del Savioli Spiaggia, una brutta cartolina di Riccione, un luogo d’arte con video mapping”: l’idea l’ha già avuta Andrea Speziali, che è ospitato in lista nell’Arca di Noè di Pizzolante. Ma la sua idea era più bella: Speziali voleva ‘inscatolare’ il Savioli Spiaggia in stile Christo;
b) “riqualificazione degli impianti sportivi perché lo sport è il volano principe della destagionalizzazione”: che è l’idea-guida di Carlo Conti e un po’ di tutti i candidati in coro;
c) “riqualificare Viale Dante, abbandonata, che pare più una kasbah che un luogo di vacanza”… e qui si sperimenta il cuore imprenditoriale della zarina, che fa shopping a Londra, visita le mostre a New York e non le garba una città sotto assedio dei barbari, brava.
Sognando Le Pen
Il vero buco nero del programma articolato dalla Vescovi è la cultura. Io ci ho provato, riccionesi miei, a spiegarle la vicenda, in una bella chiacchierata di un’ora e tu-per-tu, proponendole una città votata interamente all’avanguardia, al contemporaneo puro e al prossimo futuro. Ma al momento non si va oltre il progetto – elettorale – di mutare il Palazzo del Turismo in Palazzo della Cultura – ma la cultura non si fa con il gioco delle tre carte delle sigle – e di “valorizzare gli archivi del Premio Riccione e del Dig tenuti in cantina”. Operazione utile, forse, a stimolare le voglie di un paio di bibliomani – me compreso – ma davvero inutile, innecessaria se non è usata ai fini di una costante promozione turistica – chi sa, sa come si fa. Insomma, la cultura secondo il Partito Demagogico è roba per le associazioni e per i nerd, un sottoprodotto della politica, come insegna Gramsci. Peccato, ci tocca restare impantanati nell’ovvio e inchiodati alla brandina. Anche a Riccione, a questo punto, ci vorrebbe una Le Pen, l’unica femmina in grado di stroncare le velleità sadomasochistiche dei maschioni di Francia. La Vescovi le palle le avrebbe pure. Per il momento, secondo me, le girano soltanto, le palle. I vescovi e i cardinali e i fricchettoni del PD dovrebbero dimenticare la demagogia democratica, farsi da parte, tornare nelle catacombe e lasciar fare a lei, una donna sola al comando.
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