Airiminum, la cordata con regia riminese che punta ad aggiudicarsi il bando Enac

Airiminum, la cordata con regia riminese che punta ad aggiudicarsi il bando Enac

Ecco chi c'è dietro alla cordata nata nel solco del lavoro avviato dalla Provincia di Rimini. Coinvolge anche l'ex parlamentare Pd Laura Fincato (già

Ecco chi c’è dietro alla cordata nata nel solco del lavoro avviato dalla Provincia di Rimini. Coinvolge anche l’ex parlamentare Pd Laura Fincato (già vicepresidente di Save) e vari imprenditori locali, oltre ad investitori industriali e finanziari. Per soffiare l’affare ai concorrenti stranieri.

“Per la durata di anni 30 decorrenti dalla data di efficacia del decreto di affidamento, è concesso alla società …. il sedime demaniale per la gestione dell’aeroporto di Rimini”. Chi si aggiudicherà la concessione per gestire lo scalo di Rimini? E’ presto per dirlo, ma a sgomitare fra le cordate straniere è una formazione che nasce, sia nella regia e sia nel sostegno da parte di alcuni imprenditori, a Rimini. Il nome della compagine non lascia dubbi e nemmeno l’indirizzo della sede legale: Airiminum, via Flaminia 171.
Rientra dalla finestra chi non era riuscito a superare l’esame del concordato di continuità? Di certo qualcuno che aveva lavorato per evitare il fallimento di Aeradria – schiacciata dal peso di 52 milioni di euro di debiti – e che probabilmente già sedeva nel precedente cda, ha pensato di rimettersi in gioco. Anche per non lasciare terreno libero solo agli investitori esteri, sulla carta i favoriti. Nasce così Airiminum, che nella prima fase del bando, conclusasi con le famose quattro offerte pervenute ad Enac, non ha avuto bisogno di scoprire tutte le carte di cui dispone. La speranza di Provincia e Comune di Rimini, era forse che una società di gestione aeroportuale attualmente alla guida di qualche scalo importante, decidesse di buttarsi anche nell’avventura di Rimini per risollevare le sorti del “Fellini”. Invece niente. I concorrenti in campo sono di altra natura.
Le quattro offerte arrivate, infatti, sono una (raggruppamento di imprese) che viene identificata con lo statunitense Robert Halcombe (già in attesa anche per mettere le mani sul Ridolfi di Forlì), che punta ad attirare i voli col carburante a basso costo. Un’altra è una newco e fa capo a NovaPort Italia (un armatore russo, un imprenditore bulgaro e un immobiliarista riminese), la terza è formata da due consorzi e vedeva in campo l’ex avvocato Pier Francesco Campana (dimessosi ieri dalla presidenza del Consorzio per lo Sviluppo dell’Aeroporto di Rimini-San Marino “per evitare strumentalizzazioni che possano danneggiare nel corso del procedimento di gara il raggruppamento temporaneo di imprese tra il Consorzio stesso e il Consorzio Abn”), che però catalizzerebbe anche investitori stranieri, come asiatici, russi e arabi. Ad oggi, nonostante il tam tam mediatico sfavorevole, è l’unico raggruppamento che ha reso pubblici soci e capitale versato, spiegando già a metà luglio che “la proposta presentata prevede investimenti fino a cinquanta milioni di euro nella struttura aeroportuale, con interventi innovativi, finalizzati anche all’area “non aviation”, allo scopo di rilanciare l’intera gamma di attività sia passeggeri che cargo del Federico Fellini”. La quarta è Airiminum.
Possibile, si è chiesto qualcuno a Rimini, che l’affare dell’aeroporto internazionale baciato dalla fortuna della partnership con la Repubblica di San Marino (con tutto ciò che questo significa in termini “extradoganali”) debba finire in mano a russi, arabi e asiatici e dopo tutto il lungo lavoro fatto in loco per arrivare alla firma di convenzioni e trattati? In fondo il materiale di base c’era già, appunto quello redatto per il concordato di continuità, e quindi perché non farne tesoro?
Arriviamo così al quarto gruppo. Gli unici nomi noti fino a questo momento e che permettevano di identificare chi ci fosse dietro ad Airiminum, erano figure eminentemente tecniche, come si può appurare con una semplice visura camerale: vale per l’amministratore unico di Airiminum, il commercialista romano Leonardo Corbucci (e per il socio unico Armonie srl, che fa capo alla stessa persona) e vale per il sindaco revisore Alberto Zanessi, veneto. Ricordate quando il presidente della Provincia, Stefano Vitali, si era messo in testa di pubblicare un bando per la privatizzazione di Aeradria, e aveva incaricato la società Eurafrica merchant spa di redigere il piano di sviluppo per la società di gestione? I più appresero in quella occasione che Eurafrica è partecipata da Ambromobiliare spa, una piccola banca quotata al circuito Aim. Leonardo Corbucci risulta consigliere di Ambromobiliare. Un primo cerchio si chiude qui. E’ evidente che dietro ad Airiminum c’è qualcuno che segue da tempo le vicende di Aeradria e che continua a lavorare nel solco aperto da Vitali.
Per superare il primo step era sufficiente un capitale sociale non inferiore a 120 mila euro (da incrementare fino a poco più di 3 milioni di euro in caso di aggiudicazione) e, fra le altre cose, ovviamente la presentazione degli elementi di valutazione previsti nel bando: progetto della struttura organizzativa, strategie societarie finalizzate allo sviluppo dell’attività aeroportuale e previsioni di traffico, piano degli investimenti, piano economico finanziario e, da ultimo, compenso per le opere eseguite dalla precedente società di gestione aeroportuale, fino ad un massimo di 6.653.977,33 euro, corrispondente al valore degli investimenti realizzati e non ammortizzati.
C’è chi ha costituito dei raggruppamenti temporanei di impresa e chi ha optato per la newco e quindi per uno strumento transitorio, un veicolo, destinato a lasciare il passo ad altro. E’ la strada scelta da Airiminun. Qui arriviamo alle sorprese, perché fra le figure coinvolte dalla società made in Rimini, si fanno alcuni nomi importanti, a partire da quello di Laura Fincato, attualmente presidente del Comitato Expo Venezia, ma in passato parlamentare e amministratore comunale Pd a Venezia, e soprattutto ha ricoperto la vicepresidenza di Save, la società quotata in Borsa che gestisce gli aeroporti di Venezia (dal 1987) e Treviso (dal 2007) e attraverso accordi con la società Catullo spa ha dato vita al polo aeroportuale del Nordest, comprendendo gli scali di Verona e Brescia. Opera a 360 gradi nel settore dei servizi ai viaggiatori e in particolare nella gestione aeroportuale, delle infrastrutture di mobilità e nel Food & Beverage e Retail.
A livello riminese sono in corso da giorni incontri con imprenditori da conquistare alla causa e verifiche sarebbero avvenute anche con Banca Carim che però avrebbe deciso di non coinvolgersi direttamente nell’operazione.
Airiminum raggruppa partner industriali del settore, impegnati a capitalizzare 9 milioni di euro insieme ad alcuni investitori riminesi (circa il 20% della quota e si parla di nomi significativi) e finanziari. La parte del leone la farebbero i partner industriali che metterebbero nell’operazione fra i 4 e 5 milioni di euro.
Potrebbe essere proprio Airiminum la vera sorpresa, che nessuno aveva previsto, nell’aggiudicazione del bando. Domani si riunisce la commissione aggiudicatrice e si dovrebbero conoscere gli ammessi alla gara.

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