Al capolinea di un sistema

Al capolinea di un sistema

Lettera in redazione: l'effluvio di parole senza senso della misura né del contegno istituzionale, le foto di gruppo esibite alla inaugurazione del Metromare, sbandierato come una sorta di primo allunaggio, bastano e avanzano per sentire la necessità di cambiare "autisti".

C’è un limite a tutto! Anche alla tolleranza nell’ascoltare idiozie. In occasione della cosiddetta inaugurazione del Metromare se ne sono sentite una marea. Un effluvio di parole che hanno riempito la bocca degli ormai più che usurati rappresentanti delle istituzioni di Sinistra del riminese e di un paio di altri rappresentanti di quel PD che in Regione Emilia Romagna e al Governo nazionale riesce ancora a restare incollato agli scranni del potere pur non ricevendo il necessario consenso elettorale maggioritario. Parole parole, parole senza senso della misura e del contegno istituzionale. Una caduta di stile che andrebbe stigmatizzata con decisione perché nasconde una grande paura, quella di perdere definitivamente l’interessato controllo di tutto ciò che si muove nei gangli vitali di ogni attività pubblica che muove denaro, appalti, incarichi, assunzioni, interessi e simpatie da parte dei beneficiari che alla fine rappresentano una cospicua fetta dell’elettorato. Quelle simpatie che si tramutano in un consenso elettorale in grado di mantenere il parterre di rappresentanti della Sinistra che da sempre fa politica di professione e che in gran parte nel sistema imprenditoriale privato troverebbe sì e no posto in ruoli di basso livello, forse di semplice manovalanza impiegatizia.

A ben vedere le foto di gruppo dell’inaugurazione del Metromare esibiscono uno stato professionale, culturale e di capacità di ruoli di partito di Sinistra conquistati con chissà quali doti, ma un quoziente di capacità lavorative prossimo allo zero. E di questi soggetti se ne può fare a meno nelle pubbliche istituzioni perché rappresentano una zavorra e un peso improduttivo alle potenzialità di sviluppo della società civile, del libero sistema imprenditoriale e delle professionalità in genere. Sono gli attuali rappresentanti istituzionali, per la verità ridotti di numero dopo la caduta di alcune amministrazioni comunali del riminese controllate dalla Sinistra, che hanno trasformato l’inaugurazione del Metromare in un evento simile al primo allunaggio! Una normale tratta su percorso protetto per autobus da Rimini a Riccione, che viene sbandierata come un’efficientissima linea metropolitana di chissà quale grande città! Un sistema di trasporto innovativo con mezzi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, quando sono utilizzati normali automezzi di trasporto su gomma! Una rivoluzione nel sistema cosmico dei trasporti della costa adriatica per poi constatare che ci troviamo ad aver collegato solo due centri importanti della provincia di Rimini, mica “il puntino sull’Adriatico” a Ravenna! E si potrebbe continuare nel riportare le minchiate che si sono sentite sul suolo del Comune di Riccione, dove il suo primo cittadino neppure partecipava – a conferma di come sono cambiati i tempi del controllo rosso su tutto il territorio provinciale – e su quello del Comune di Rimini.

Non sarà un costosissimo (per costruzione e per gestione) Metromare a dimostrare l’incapacità di un’intera classe dirigente della Sinistra locale, ma i fatti e le parole che lo hanno inaugurato sono un buona occasione per denunciare agli elettori che è ora di cambiare autisti, sistema di trasporto e direzione. Le prossime elezioni regionali potrebbero sanzionare l’inizio di una nuova fase per trasportare l’Emilia Romagna finalmente in un sistema democratico di fatto, non “di parole”!

Marino Straccialupi

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