Alle meglio (per i riccionesi) fondano un gruppo rock: “I Candidati”

Alle meglio (per i riccionesi) fondano un gruppo rock: “I Candidati”

Alla peggio – che sarebbe meglio per i riccionesi – i Big Five possono mettere su un gruppo rock. Lo chiamano ‘I Candidati’. Sai che successo. Al Palazzo del Turismo, ieri, serata pesante come un ippopotamo e incinta di pioggia, c’erano solo posti in piedi. A trovarli. Effetto elettrico della campagna elettorale. L’esito del concerto – vista la folla di fan – è stato imprevisto. Noia colossale. Che trasudava dai volti del pubblico, visibilmente perplesso e con le palle sagomate in bronzo.

Il concerto delle cattocretinate
Evento organizzato dalle azioni cattoliche. Reflui di buonismo ovunque, e cattocretinate a go-go sparse sul muso degli elettori come i volantini su Vienna griffati da D’Annunzio. “Nessuno sarà lasciato solo”, intima Renata Tosi, “gli ultimi devono diventare i primi”, evangelizza Morena Ripa (Fare! Con Flavio Tosi), che forse ha studiato la Bibbia prima di venire all’incontro. Sabrina Vescovi (PD) si preoccupa degli anziani, che sono sempre di più, Andrea Del Bianco (M5S) di chi non ha lavoro, perché “nessuno può rimanere indietro, tante famiglie non hanno i soldi per comprarsi il cibo”, mentre Carlo Conti (Patto Civico) compila lo stornello “faremo della diversità una opportunità”. In sala è un diluvio di lacrimucce cattocretine. Tutti i candidati, ovviamente, s’impegnano, con la benedizione parrocchiale, di combattere il bullismo. D’altronde, non si è mai visto un Sindaco che nel suo programma proponga bullismo per tutti e tanti soldi soltanto per lui. I candidati non si candidano a diventare cardinali né ad ascendere al trono pontificio, perciò, torniamo terra-terra. Il dovere di un Sindaco è quello di tutelare i cittadini in situazioni di difficoltà. Non c’è neanche bisogno di ribadirlo. Tutto il resto, sono le cattocretinate per prepararsi il red carpet nell’aldilà.

I 3 momenti clou
Facendo a bracciate nel tedio, estraiamo dal nulla i tre momenti capitali della serata.
Primo: quando Sabrina Vescovi parla del Trc. “Nel 1995 era un’opera rivoluzionaria e abbiamo creduto in quel sogno. Ora è una brutta opera. Che cercherò di riqualificare”. Sabry – onore al coraggio – fa una bella capriola, come fachiro che tenti di tramutare i chiodi in nuvole. E Renata, felice come una Madonna dopo il parto, la asfalta. “Io sono nata con il Trc. E il Trc è un errore a carico della comunità che ha solo un responsabile: PD, PD, PD”. Tifo da stadio. Peccato che ormai il verme di cemento i riccionesi ce l’hanno tutti, ben conficcato di fianco alla ferrovia e nel didietro. Parlare al passato, in campagna elettorale, è sempre una sconfitta.
Secondo: quando Renata Tosi – una al cui cospetto le facce di bronzo di liquefanno come cera, una al cui confronto i peli sullo stomaco sono la cipria di una sciantosa – parla dell’Arboreto Cicchetti, ora ridotto al Cuore di Tenebra di Riccione, una specie di cruciverba di giungle, grazie alla lungimirante iniziativa dell’ex Sindaco. “Più si è in disaccordo più c’è creatività”, dice lei, travolta dai fischi.
Terzo: quando Andrea Del Bianco, preso dall’ansia di fare la star, si alza, brandisce il microfono. Parla di musica. “Riccione è spenta”. Lo ripete tre volte. Urla. “La musica è aggregazione. Bisogna organizzarla, bisogna riaccendere Riccione”. Tifo da stadio. Il pubblico è tutto per lui. Basta dire una ovvietà, una sonora cazzata e tutti applaudono. L’elettorato vota con la pancia, con il sedere, mica con la testa. Ma se hai la faccia come il c**o è fatta.

Padri, padrini, padroni e paladini
Chi può, viene accompagnato. Renata Tosi ha il suo Aladino, il suo santone. ‘Nanà’, alias Natale Arcuri, sorride in sala, studia l’antropologia dell’elettorato. Carlo Conti ha mamma e babbo in aula e il factotum, il personal trainer, l’ispiratore all’ingresso. L’Onorevole Pizzolante – con addetta stampa – sta all’uscita. Come i re taumaturghi si fa stringere le mani. Per omaggiare Del Bianco cala a Riccione il consigliere regionale ‘a 5 Stelle’ Raffaella Sensoli, in mise nera, di programmatica audacia.

Schietta analisi – con giudizio affilato – dei candidati
Renata Tosi. Afflitta da egolatria. Ogni discorso è costellato da triti refrain “io ho fatto… io ho detto… io ho proposto… io ho aperto”. Per lei, paladina di una violenta riccionesità (“ho rivendicato la nostra riccionesità ben oltre la Provincia”), il Comune è un regno. Il suo. Esito: Nevrotica.
Sabrina Vescovi. Almeno sa parlare in italiano, e non è poco. Parte bene, si sperimenta nell’aforisma (“fino ad oggi si sono visti soltanto i gesti del potere, ma non il potere dei gesti”), è educata e preparata. Poi, martellata sul Trc, va in panne. Esagera con i tecnicismi, compie un abuso grammaticale di sofismi. Risultato: Zarina (non più reggente).
Carlo Conti. Si sbraccia, parla come Alberto Angela, frigge spiedini di luoghi comuni in quantità. La spiaggia? “Bisogna riattualizzarla, deve diventare un luogo di benessere”. La mamma annuisce in sala, rapita. Esito: Bambolone.
Andrea Del Bianco. Circonciso da Beppe Grillo, si crede un eletto e scambia le elezioni comunali per la gara alla Presidenza del Consiglio. D’altronde, “io mi occupo di sommi sistemi”, ma di certo non è un Galileo. In vena di proclami (“non dobbiamo avere paura di osare”) apre le porte al PD, “le buone idee non hanno ragioni politiche, se una buona idea viene dal PD sono felice di accoglierla”. Ergo: Sborone.
Morena Ripa. Conquistata da Flavio Tosi, si candida a Riccione per raccontare ai riccionesi quanto si sta bene a Verona. Non proprio una flautata strategia politica. La cosa che le sta a cuore è l’inceneritore. Quello di Raibano? Macchè. Quello danese: “la miglior best practice oggi al mondo è rappresentata dall’inceneritore di Coopenaghen in Danimarca, massimamente tecnologico e capace di convogliare in un anno oltre 800.000 presente turistiche”, si legge nel suo programma. Non si capisce la filiazione che lega inceneritore e turismo: 800mila turisti vanno a visitare l’impianto danese di smaltimento rifiuti? E comunque Coopenaghen non è una Coop nordica, si scrive Copenaghen. Esito: Confusa.

Morale della favola
I Big Five, sostanzialmente – tolta la Ripa, che fa gara a sé – si equivalgono nel sottosuolo della modestia, sotto la soglia minima della sopportazione civica. Per i riccionesi l’unica alternativa è che:
*Sabry torni a fare l’imprenditrice di successo, come ama ricordare a tutti – Riccione le sta stretta come un tailleur comprato contraffatto a Singapore;
*Renata torni all’opposizione, è più brava a sbraitare che a governare;
*Del Bianco e Conti vadano a fare pianobar insieme.
Quanto al resto, sono disposto a cambiare paese postelezioni. Trasloco a Verona. Morena Ripa sarà la mia Giulietta.

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