Benvenuti al valzer dei traditori

Benvenuti al valzer dei traditori

Elezioni riccionesi: chi ha tradito chi, come e perché. In vista del ballottaggio, facciamo un po’ di chiarezza. I veri traditi, comunque, sono gli elettori, presi per capre, poveretti.

Far credere che l’olio di ricino sia gassosa
La politica, probabilmente, è l’arte di darla a bere, di far credere che il tradimento sia un fraintendimento, un bicchiere di gassosa più che una sorsata di ricino. La parola che domina le elezioni riccionesi – che domenica avranno termine, da lunedì comincerà la lunga campagna elettorale, perché è a questo che si è ridotto l’esercizio di governo, del Sindaco di turno – è ‘tradimento’. L’ha imposta Renata Tosi, Madonna nera della politica di quaggiù. Nel 2014 aveva imposto la parola ‘Trc’. Un altro tradimento, doppio. Ha tradito chi l’ha costruito – il Piddì – e ha tradito chi prometteva di distruggerlo, e che ora, probabilmente, gode di quel ghigno di cemento ‘a imperitura memoria’ delle vergogne del partito ‘rosso’. A Riccione ci sono così tanti traditori e tradimenti, millantate vendette e vigorosi rancori che non si sa più chi lo mette nel didietro e chi se lo piglia. Un esempio: è più vero che la Tosi, da Sindachessa, ha tradito le speranze degli elettori o che la medesima è stata tradita dai suoi? Bella domanda. Intanto, per capire come andrà domenica – io voto Morena Ripa tutta la vita – facciamo una sommaria lista dei traditori, dei traditi, dei trombati.

Cristian Amatori, detto ‘trentadenari’. Il dirigente Amatori, come si sa, è passato da “dirigente Ufficio ‘Gabinetto del Sindaco’” sotto Pironi (PD) a ballare la samba, pazzo di gioia, dopo la vittoria di Renata, nel 2014. Nel cursus honorum comunale, l’intelligente Amatori ci ha guadagnato. Dai 24.362,95 euro lordi del 2009 è passato ai 61.625,66 euro registrati nel 2013 (quando aveva il delicatissimo ruolo di “Servizi di staff e supporto agli organi di governo”, che bel servizio a Pironi…), ai 76.561,19 euro, sempre lordi, censiti lo scorso anno, ora che Cristian, detto ‘Cri, Cri’, è dirigente a Turismo e Attività produttive e Comunicazione. In articoli passati, l’ho ribattezzato ‘trentadenari’ per sottolineare la sua abilità nella metamorfosi, da spalla di Pironi (che teneva per le palle) a stella cometa della Tosi. Anche oggi, sussurrano le malelingue, è sempre lui l’ago della bilancia nella kermesse elettorale. Il candidato che presceglie, diventa Sindaco. Insomma, il vero governante è lui.

Emanuele Montanari detto ‘Lele’, ovvero, della defenestrazione. Il Governo della Tosi fu uno stillicidio di traditori e di tradimenti. Va ricordato, infatti, che la prima vera crisi di Governo accadde il 21 maggio del 2016. ‘Lele’ Montanari, storico alfiere della Tosi quando la Madonna nera faceva vedere i sorci verdi al Piddì dai banchi dell’opposizione, viene espulso da Noi Riccionesi. Che ha fatto di male? Non la pensa come Tosi – pardon, ‘Nanà’ – detta. L’espulsione di ‘Lele’ provoca la deflagrazione dei partiti di maggioranza. Con lui si coalizzano altri due fuggiti da Noi Riccionesi (Fabio Mercatelli e Filippo Urbinati) e due transfughi da Forza Italia (Michele Mingucci e Francesco Montalto). Insieme i Fab Five fondano Unione Civica, che diventa la lista con il maggior numero di consiglieri in maggioranza. Da allora, all’alba dell’estate 2016, il Governo Tosi ha finito di vivere. I Fab Five pretendono un Assessore, come è loro diritto, visto che gli equilibri sono mutati. La Tosi dice niet. Chi ha tradito chi? I Magnifici Cinque si dicono traditi dai rispettivi partiti, la Tosi, come sempre, fa la parte della Madonna a cui tutti mettono le corna. Riciclati nella lista che piglia tutti – ma non ha pigliato tutto – Patto Civico, ‘Lele’ ha incassato 46 voti, Urbinati 55, Mingucci 9. Addio sogni di gloria politica.

Luciano Tirincanti (quello che portò tutti a una pizzata dal notaio). Già Vicesindaco nel 1980, con Terzo Pierani, di nuovo Vicesindaco con la Tosi nel 2014, l’imprenditore del turismo, il creatore di Aquafan, il guru della Ruota panoramica, è passato dai socialisti a Forza Italia a Patto Civico – non ci ha messo la faccia, però, ma la testa. Di fatto, è quello che ha condotto i 13 Consiglieri comunali a dimettersi, davanti a un notaio riminese. Per fedeltà verso Riccione ha tradito la Tosi, dice lui. Traditore e basta, dice la Tosi. Nessuno si è mai occupato dei 13 Consiglieri, che non sono pupazzi di polistirolo. Tirincanti ha commesso l’errore di anticipare la fine di un Governo finito. I riccionesi, stando all’esito elettorale, non gli credono: hanno dato credito – ancora – a Renata. Lui, per farle torto, dichiara di votare Piddì. Chi tradisce tre volte, insegna il Vangelo, torna al punto di partenza più puro di prima. Forse.

Fabio Ubaldi, perché la politica è un pastrocchio. Fabio Ubaldi era il baldo candidato Sindaco del Piddì nel 2014. Il quasi capolavoro (45,06% al primo turno, con 2mila voti in più di Renata Tosi) si mutò in incubo: al ballottaggio ‘Fabione’ fu sonoramente asfaltato (1100 voti in più) da Renata, risultato storico, rimonta che è già leggenda. Piccato contro il partito, contro tutti, Ubaldi, insieme a 3 consiglieri del Piddì (Casadei, Marchetti, Bonfini), fonda la lista Oltre, diventando la maggioranza in minoranza. Lo scontro contro il ‘Piddì com’era dov’era’ è totale. Pur giurando che Oltre non sarebbe stata l’ennesima lista farlocca, Ubaldi ha tradito se stesso e illuminato sulla via dell’Onorevole Pizzolante ha cestinato Oltre e messo la sua candidatura e quella di alcuni compagni (Bonfini e Marchetti) in Patto Civico. Risultato personale egregio (223 preferenze), risultato assoluto disastroso. Dopo aver tradito il Piddì e se stesso (Oltre), Ubaldi pare voler tradire pure Patto Civico, alleandosi nelle catacombe con Renata Tosi. Infami dicerie. Ubaldi, infatti, nell’ultimo, clamoroso Consiglio comunale presieduto dalla Tosi, il 21 febbraio 2017, di fronte alla palese impossibilità di governo – la Tosi va sotto sulla proposta del parcheggio per l’ospedale civico, dimostrando così di non avere più la maggioranza – è quello che affonda la lama nel cuore del toro. “Se lei fosse seria, dopo questa sera dovrebbe dimettersi”, diceva, con una certa verve, il Lancillotto. Le ha chiesto di dimettersi per rimetterla sul trono? Ma va là…

Il Piddì (che si vergogna di essere PD). Inspiegabile la strategia per il ballottaggio di Sabrina Vescovi, a cui va dato merito di aver arginato la devastante emorragia – di voti, di idee, di presenza – del Piddì locale. Sabrina la zarina si cambia la giacca – smette quella con le strisce nere e bianche, indossa quella verde – e pitta di verde speranza i volantini. Che sia diventata leghista? Nei comunicati-fiume mandati alla stampa patria, illeggibili, poi, stende il tappeto rosso a Patto Civico e a M5S, senza citare il Piddì. Forse ha capito che per vincere bisogna rottamare il partito? Infelice la scelta di dar contro alla Tosi, dopo una campagna elettorale fatta danzando su educazione, preparazione, precisione. La Tosi, come si sa, non aspetta altro: se vai a caccia del cinghiale e lo colpisci di striscio, il bestione ti carica e sei finito. Affari loro. Il Piddì, ecco la notizia, tradisce il PD.

I veri traditi? Gli elettori, è ovvio. Il pasticcio elettorale riccionese insegna una cosa, banalissima. Altro che valzer dei tradimenti, roba buona per far saltellare i giornalisti, qui gli unici traditi sono gli elettori. Perché? Perché ci trattano come bestie da soma, come ciuchi con i paraocchi e le palle mosce. Tutti si fanno convinti che Tirincanti possa spostare tot voti, che Ubaldi ne possa spostare altrettanti, anzi, tanti di più, che il dirigente scaltro ne sappia indirizzare altri dove vuole il cuore. Una fogna, una bugia. Poveri loro, non sanno che noi non ci facciamo convincere da nessuno, che gli elettori non sono capre al pascolo ma teste pensanti, che nella cabina elettorale, che pare una navicella spaziale, siamo soli, nel cosmo delle nostre idee. Lì, cari voi, traditi, traditori, speculatori politici, poltroni e imbonitori di poltrone, siamo noi a governare. Agli eletti, il coraggio di ubbidire.

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