Bizzarro Street Bar: il Comune vuole demolire lo storico locale della movida di Bellariva

Bizzarro Street Bar: il Comune vuole demolire lo storico locale della movida di Bellariva

E' un pilastro nella offerta turistica riminese, forse uno dei più longevi. Un punto di riferimento per migliaia di giovani riminesi e vacanzieri. E' nato nel 1954 ed è l'unico bar che presidia un lungo tratto di lungomare. Ma sull'area comunale che ospita il Bizzarro il progetto della "Rimini & Rimini" prevedeva l'ingresso al parcheggio sotterraneo. E dopo una lunga querelle fatta di carte bollate, palazzo Garampi ha inviato una lettera intimando la demolizione dello storico locale. Perché spazzarlo via se il progetto della Murri è incagliato e non c'è nessuna urgenza di liberare l'area? Perché non consentire l'attività almeno per la prossima estate?

Dici Bizzarro Street Bar e per migliaia di giovani (ma non solo) la memoria corre ad uno dei locali più attrattivi di Rimini. Bellariva City, piazzale Gondar, è qui la festa. Ha una lunga storia, è un pilastro nella offerta turistica riminese, forse uno dei più longevi. Perché ne parliamo? Perché al termine di una lunga querelle fatta di carte bollate e di pomposi progetti confinanti mai arrivati a concretizzarsi, c’è il serio rischio che l’estate del 2017 possa essere stata l’ultima per il Bizzaro. La prospettiva toglie il sonno ai proprietari, gli eredi della famiglia Spada (si sono avvicendate tre generazioni), ma se così dovessero davvero andare le cose, sarebbero in tanti a piangere per la scomparsa di un vero e proprio punto di riferimento per turisti e riminesi, un luogo che non si rimpiazza facilmente, anzi che lascerebbe senza ombra di dubbio un gigantesco vuoto.

La storia parte da lontano. Il Bizzarro si può dire che confini con la colonia Murri, immobile e silente, monumento alla volatilità dei sogni di gloria più volte decantati da amministratori e imprenditori. E’ un caso patologico, e d’altre parte è intitolata al patologo Augusto Murri. Diventò del Comune di Rimini negli anni 70 e nel decennio successivo venne formalizzato il primo progetto della società Valdadige. Arrivò anche la convenzione stipulata con la “Rimini & Rimini” nel 1991, che subì varie traversie: i lavori partirono e poi si bloccarono per intervento della Regione e nel 2007, quando era sindaco Alberto Ravaioli, si procedette con una nuova convenzione e quindi l’accordo di programma. I rendering si sono sprecati e le conferenze stampa pure. La grande crisi tarpa le ali alla Rimini & Rimini, che nel 2015 viene dichiarata fallita.
La Murri avrebbe dovuto riprendere il suo movimento, un po’ come l’architetto Kipar aveva immaginato per la sua nuova vita, seguendo per gli edifici un tratto ondulare, in mezzo al verde, coi parcheggi interrati e la pedonalizzazione diffusa. E poi centri commerciali, piazze, residenziale e ristorazione. Riqualificazione della Murri avrebbe dovuto significare anche la sistemazione della via Portofino, della via Regina Margherita e del piazzale Gondar. Ed eccoci arrivati al Bizzarro.
“Nel 1989 ci venne recapitata una lettera dal Comune di Rimini: di punto in bianco e senza tanti complimenti ci chiedeva di liberare l’area perché sarebbe partito di li a breve il progetto di cui si è tanto parlato relativo alla Murri”, spiega Mauro Spada. “Poi sono trascorsi oltre vent’anni e il Comune non si è fatto più sentire, noi abbiamo pagato la Tosap per 34 anni per questo locale”.

Trascorrono 22 anni da quel 1989, nel silenzio di palazzo Garampi. Tanto che i titolari del Bizzarro hanno potuto maturare diritti per rivendicare l’usucapione e la giustizia dovrebbe pronunciarsi al riguardo nel 2019. Sostanzialmente, chi abbia utilizzato un bene per almeno vent’anni, anche se di proprietà del Comune, senza essere stato sottoposto ad azioni giudiziarie da parte del titolare del bene, può rivolgersi ad un giudice per chiedere il riconoscimento dell’usucapione. Sono tanti i casi analoghi che a Rimini riguardano le aree in fregio: più volte ha avuto la meglio l’amministrazione comunale, ma in alcune occasioni i privati hanno messo in buca il palazzo. Qualche caso: l’Hotel Audi ha vinto la causa col Comune, così come è noto da qualche settimana che Rimini Key ha avuto la meglio davanti alla Corte d’Appello. Lo scorso 12 febbraio una delle aree destinate, nei piani del Comune, ad ospitare un insediamento rom, quella di via Feleto, è venuta meno perché il privato si è visto riassegnare per usucapione la proprietà di quel terreno. Nel caso dell’area davanti all’Hotel Levante il colpo l’ha invece messo a segno l’amministrazione. Insomma, non si sa come andrà a finire per il Bizzarro, ma l’esito potrebbe anche essergli favorevole. “Se demolissimo il Bizzarro e poi dovessimo avere ragione nella causa per usucapione?”, si chiedono gli eredi Spada.

Il punto di riferimento della movida di Bellariva nasce nel lontano 1954. Meriterebbe una onorificenza, invece sono pronti a rifilargli un calcio nel sedere.
Ha messo insieme 63 anni di onorata attività (con quest’anno sarebbero 64), ha svolto una funzione turistica ma anche un po’ a beneficio della sicurezza e della vivibilità di Bellariva. Ha tenuto vivo un quartiere che langue e si impoverisce, ormai occupato da bazar che abbassano il livello dell’offerta. Negli anni ha presidiato, verrebbe da dire, la zona, anche quando la Murri era territorio di sbandati.
Le fotografie che Mauro Spada si passa da una mano all’altra, non senza emozione, immortalano il Bizzarro preso d’assalto da migliaia di giovani: l’esterno, i marciapiedi e a volte anche la strada sono un muro di ragazzi e ragazze. Anche l’offerta musicale ne ha fatto un punto di riferimento. E’ l’unico bar del lungomare per qualche chilometro. In estate dà lavoro a più di dieci persone. Davvero si può pensare di cancellarlo con un colpo di spugna?

Ma ai titolari del Bizzarro è già arrivata dal Comune una ingiunzione di demolizione. A differenza di situazioni molto simili che si trovano nelle vicinanze, per il Bizzarro sembra non possano esserci vie d’uscita. Al Tar è dovuto soccombere, ma non perché il tribunale amministrativo si sia espresso nel merito degli atti impugnati. No. La sentenza decisa in camera di consiglio il 30 maggio 2017, e che ha accorpato ben quattro ricorsi presentati fra il 2010 e il 2014, “li dichiara inammissibili per tardività della riassunzione” e compensa le spese. In estrema sintesi, i ricorrenti in via teorica dovrebbero essere venuti a sapere da una comunicazione via pec del 4 maggio 2015 dell’avvenuto fallimento della Rimini & Rimini. Ma non aprirono la pec e non si accorsero della comunicazione.

“Chiediamo che ci consentano almeno di lavorare per l’estate 2018”, dicono gli eredi Spada. “Qui non sono in procinto di partire i lavori della Murri, è tutto fermo, e forse se pagassimo un affitto al curatore fallimentare a lui non dispiacerebbe”. Il Bizzarro avrebbe dovuto essere immolato sull’altare della Murri, per fare posto all’ingresso del parcheggio sotterraneo, previsto proprio qui. Chissà se e quando si farà qualcosa: nel frattempo perché non permettere un’altra stagione al Bizzarro Street Bar, simbolo e pilastro della movida di Bellariva?

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