Con un utile di bilancio 2016 che supera 1,7 milioni di euro, oltre 15 mila clienti, 143 dipendenti con un'età media di 34 anni, è l'unica azienda della provincia di Rimini (e fra le poche migliaia in tutta Italia) ad avere aderito al regime della fatturazione elettronica fra privati.
Ha appena approvato il bilancio 2016, con un utile che supera 1,7 milioni di euro, un fatturato incrementato del 4,6% sull’anno precedente e una previsione per il 2017 di un altro 8% in più che porterà l’utile a oltre 2 milioni di euro. Non sono tante le aziende riminesi che possono vantare queste performance in tempi di crisi e di recessione generale, tanto che il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che l’economia italiana potrà tornare ai livelli pre-crisi (ante 2007) solo alla metà degli anni 2020.
Bluenext, con la sua innovativa sede alle Celle nell’ex hangar Audi, macina risultati e si muove in controtendenza. E’, insomma, in grande spolvero. Fa innovazione e investimenti in ricerca e sviluppo in modo costante, sia nei prodotti destinati ai clienti sia nei processi amministrativi (è una delle pochissime aziende ad avere un CFO, responsabile di controllo e finanza) e di produzione interni. Si occupa di software per la gestione di imprese e studi professionali, in particolare commercialisti, ma anche infrastrutture tecnologiche, per gestire i pagamenti elettronici degli enti pubblici, degli ordini professionali e della pubblica amministrazione in generale, soggetti per i quali la fatturazione elettronica è diventata obbligatoria.
“Il merito dei nostri risultati è della squadra che lavora in Bluenext, con un’età media di 34 anni, impegnata nelle sedi di Rimini, Catania e Bergamo: 132 dipendenti ai quali se ne sono aggiunti da gennaio altri 11 nel quartier generale di Rimini, un management che ha saputo ridurre i costi senza tagli al personale e aumentando i ricavi, arrivando ad oltre 15 mila clienti, di cui 11 mila commercialisti”, dice Bonfiglio Mariotti, presidente dell’azienda riminese. Una forza lavoro giovane e motivata, con stipendi superiori alla media di settore italiana e contratti a tempo indeterminato. Fanno eccezione alcuni degli ultimi arrivati ma solo perché stanno svolgendo il periodo di prova. Niente voucher? “Zero. E per una ragione molto semplice. Ritengo che la dignità di chi lavora vada rispettata e non lo si fa certo utilizzando i voucher, che penso sia giusto prendere in considerazione solo per piccoli e occasionali lavoretti, non certo, ad esempio, per la cosiddetta industria del turismo, dove invece questa forma di pagamento è dilagata. Dal punto di vista delle risorse investite da parte dei comuni rivieraschi, il turismo è al primo posto, nonostante l’incidenza dell’industria sull’economia di questo territorio sia molto superiore ed abbia un peso maggiore sul valore aggiunto”. Lo hanno dimostrato molto bene, d’altra parte, gli studi del prof. Luigi Vergallo dell’Università di Milano, presentati anche a Rimini nel recente passato: la forza economica prevalente non è quella del turismo, ma tutto si fa per il turismo.
Ciò di cui Bluenext va orgogliosa è anche una scelta forte dal punto di vista etico e innovativa da quello della gestione aziendale: “Abbiamo aderito al regime della fatturazione elettronica fra privati, la cosiddetta B2B, unica azienda della provincia di Rimini e fra le 6 mila che in tutta Italia hanno fatto la stessa cosa”. Concretamente cosa significa? “In pratica, ogni fattura emessa da Bluenext e dalle altre aziende del gruppo, viene inviata al cliente in uno speciale formato xml, che consente a quest’ultimo l’inserimento in contabilità senza interventi manuali. Non solo. Le stesse fatture vengono inviate contestualmente all’Agenzia delle Entrate e ciò significa una trasparenza totale con il fisco, la tracciabilita di tutti i flussi finanziari e contabili, l’impossibilità – per dirne una – di presentare alle banche elenchi “taroccati” di fatture emesse per ottenere anticipi fatture e finanziamenti in modo fraudolento”. E tracciabilità dei flussi significa anche un colpo mortale all’evasione fiscale e una potente molla che favorisce lo snellimento e l’efficienza nella gestione delle aziende. Un tema sensibile in una città in cui, stando anche alle ultime classifiche del Sole 24 Ore, il 48,14% dei contribuenti dichiara un reddito inferiore ai 15 mila euro, quando la media nazionale è del 44,56%. “La Riviera riminese ha ancora molto da dare e da dire”, ha commentato nei giorni scorsi il segretario generale della Cgil provinciale, Graziano Urbinati, mettendo l’accento su piaghe vecchie come evasione, lavoro povero e sfruttato, voucher compresi
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Bonfiglio Mariotti non si sottrae: “Pagare le tasse è un preciso dovere morale, visto che tutti beneficiamo dei servizi dello Stato, dalla scuola alla sanità, dalla salute alla sicurezza, dal trasporto all’assistenza, per quanto possano essere più o meno efficienti, ma questo è un altro discorso. Normale, direi scontato, che ognuno dovrebbe contribuire ai costi che tutto questo comporta”.
Eppure scontato non è, nemmeno a Rimini. Facendo due conti, un’azienda come Bluenext, da sola, paga più tasse di un centinaio di stabilimenti balneari messi insieme. Dove sta di casa la giustizia? Rispondere a questo interrogativo non è compito di chi fa il mestiere di Bluenext, ma Mariotti una battuta la dice: “Stringere la cinghia quando le cose vanno male è giusto, lo sa ogni famiglia responsabile, ma non può non esserci un principio di equità anche nel “giusto” pagamento delle tasse che, se sono così alte, e per un’azienda in regola possono superare il 70%, è anche per la irresponsabilità e la cupidigia di tanti”.
Torniamo a ciò di cui si occupa Bluenext, che per la operatività tecnica sulla fatturazione elettronica si avvale di un portale realizzato al proprio interno, che viene utilizzato dall’azienda, dai clienti e da numerose PA e sul quale transitano, ad oggi, una media di 1500 fatture al giorno.
“Nel futuro Bluenext non accetterà più fornitori che non inviino fatture nel formato elettronico, non il classico pdf, per intenderci, ma un file strutturato come quello della pubblica amministrazione, che consente di saltare l’inserimento manuale in contabilità”, spiega Mariotti. Ma l’efficienza aziendale è una pratica adottata anzitutto “in casa” e a 360 gradi: “Tutti i nostri collaboratori che soggiornano in hotel lo fanno solo in quelli che adottano le stesse caratteristiche amministrative, così per il rifornimento di carburante, che ci ha consentito di eliminare le famigerate carte carburanti, e tanto altro. Si crea così un circuito virtuoso in cui anche i nostri clienti immettono in contabilità le nostre fatture senza il processo manuale”. Buone pratiche che potrebbero essere seguite anche dalle nostre amministrazioni comunali? “Probabilmente sì. Ci sono sistemi ancora molto polverosi nelle tante occasioni in cui il cittadino deve necessariamente interfacciarsi coi Comuni. Ad esempio le contravvenzioni, che potrebbero essere recapitate e pagate elettronicamente, tutti i tributi comunali come Tari e Imu. Snellire e velocizzare, queste dovranno essere sempre di più le parole d’ordine nella pubblica amministrazione”.
Sono questi i fronti sui quali Bonfiglio Mariotti è impegnato anche nel ruolo di presidente di Assosoftware, l’associazione che fa capo a Confindustria nazionale e che riunisce la quasi totalità delle aziende che producono software applicativi e gestionali. Lo scorso maggio in questa veste Mariotti ha organizzato al Senato un convegno sulla fatturazione elettronica B2B, un “processo irreversibile” (come recitava il titolo), sedendo al fianco del vice ministro dell’Economia Luigi Casero, del direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ed altri tecnici e politici. Per l’Agenzia delle Entrate sono in arrivo cambiamenti importanti… “Sì”, risponde Mariotti, “il primo dei quali è che da luglio “ingloberà” Equitalia, e il secondo che la dottoressa Orlandi, che io considero una professionalità di alto valore, sarà sostituita da Ernesto Maria Ruffini”. L’attuale numero uno di Equitalia… “Esattamente”.
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