Bonaccini non tollera Renata Tosi e schiera la Regione per battere il predominio leghista nel riminese

Bonaccini non tollera Renata Tosi e schiera la Regione per battere il predominio leghista nel riminese

Intervista di Stefano Bonaccini al Carlino, proposta con un titolo altisonante "pro" sindaco di Rimini. Ma a leggerla con attenzione rimbalza ben altre sensazioni sul dopo Gnassi e sull'obiettivo del governatore di puntellare da Bologna un territorio ormai in mano al centrodestra. Mentre la prima cittadina di Riccione proprio non la digerisce, e non è difficile capire il perché.

Ci sono alcuni passaggi inquietanti nella intervista a Stefano Bonaccini pubblicata sul Carlino di oggi. Gli elementi di contorno sono scontati: il governatore gongola per la vittoria, per l’accoglienza da “trionfatore” ricevuta a Rimini e se la cava con un bilancio un po’ strabico sul risultato delle elezioni regionali in provincia di Rimini. Parla infatti di «un recupero, del centrosinistra allargato, trascinato dalla città di Rimini e da comuni come Santarcangelo o San Giovanni in Marignano, ma risalite sbalorditive le abbiamo avute anche a Novafeltria o a Misano. Per non dire di grandi centri come Cattolica, dove vinciamo». Più che “trascinato”, Bonaccini elenca gli unici Comuni nei quali ha chiuso in vantaggio: 5 su 25: Cattolica, Poggio Torriana, Rimini, Santarcangelo e San Giovanni in Marignano. Con la Lega primo partito a Santarcangelo davanti al Pd e a Rimini dietro di un soffio.

«Certo, ci sono comuni dove il distacco resta molto forte, e questo è uno sprone a fare meglio e di più», è costretto ad ammettere il presidente. Poi si passa al libro dei sogni sul Metromare e alla «previsione di servire l’intera fascia costiera fino al ferrarese, con una metropolitana intermodale di superficie» (dentro un quadro idilliaco secondo il quale la Regione non ha assolutamente trascurato la Romagna). Ma nel frattempo si attende di sapere finalmente qual è la situazione della sicurezza sul tratto inaugurato a novembre scorso, dopo circa 25 anni di grandi manovre, e ancora senza i mezzi elettrici.

Il passaggio cruciale arriva adesso. La premessa è una non risposta a questa fondamentale domanda: «Ci saranno riminesi nella sua giunta?». Bonaccini non lo dice, però una cosa la scandisce: «Ma al di là dei nomi, chiederò all’intera giunta di occuparsi della Romagna e di Rimini, priorità che rientreranno trasversalmente nell’attività di ogni assessorato. Quel che è certo è che questo territorio ha visto crescere una buona classe dirigente, persone sulle quali so di poter contare per la formazione del mio governo, ma ancor più per realizzare i progetti di cui abbiamo parlato». Non è che per caso stia dicendo che nella nuova giunta regionale non ci sarà nemmeno un riminese?

Ma il tema spinoso è anche un altro. Non si capisce perché se fosse vera la versione che Rimini pullula di amministratori al top, Bonaccini dovrebbe creare una sorta di giunta regionale a presidio del territorio, che pure la sua classe dirigente ce l’ha.
«…chiederò all’intera giunta di occuparsi della Romagna e di Rimini, priorità che rientreranno trasversalmente nell’attività di ogni assessorato» significa che gli amministratori riminesi hanno bisogno di essere puntellati dalla Regione perché altrimenti c’è il rischio che nel 2021 il centrodestra possa avere il sopravvento. Dice Romagna ma pensa a Rimini, che a differenza delle province di Forlì Cesena e Ravenna non si è “bonacizzata” il 26 gennaio.

Altra domanda: “Rimini 2021: applicherete lo schema Bonaccini, andare oltre il Pd per il dopo Gnassi. E con chi?”. Risponde Bonaccini: «Su Rimini decideranno i riminesi. Ma se c’è un territorio dove per primi si è capito che il centrosinistra andava allargato, tanto al civismo quanto al mondo moderato, è proprio in questa città. Debbo anzi dire che quello che viene chiamato ‘schema Bonaccini’ ha mutuato molto dallo ‘schema Gnassi’. Non ho quindi alcun dubbio che Andrea e il gruppo dirigente che ha amministrato questa città sapranno ancora una volta innovare e allargare, mettendo a valore il lavoro importantissimo che qui è stato fatto e un progetto per il futuro all’altezza di una città straordinaria come Rimini». La risposta va letta con attenzione. Sembra un assist pieno a Gnassi mentre suona come una chiara indicazione per il dopo Gnassi. Le parole di Bonaccini si inseriscono infatti in un contesto nel quale una parte importante del Pd locale spinge in direzione dei “pieni poteri” per Emma Petitti (che non a caso ha surclassato la candidata gnassiana Nadia Rossi in fatto di preferenze) e dipinge scenari che ipotizzano per il centrosinistra una candidatura a sindaco di un nuovo Ravaioli, come ha fatto Maurizio Melucci con l’assist a Gianfreda (“il miglior risultato, della lista Bonaccini a Rimini, lo ottiene il candidato Gianfreda, consigliere comunale di Rimini, sostenuto da una parte del mondo cattolico e del volontariato”). Non sarà che mentre Bonaccini incensa Gnassi, in realtà gli manda anche un messaggio un po’ melucciano sul futuro?

Il finale dell’intervista è tutto riccionese, la vera spina nel fianco di Bonaccini, staccato nella terra di Renata Tosi, dove il Pd si trova 5 punti sotto la Lega. Brucia. Eccome se brucia. «Sono rimasto basito dai continui attacchi dell’amministrazione riccionese, spesso immotivati: anche quando si è trattato di risorse aggiuntive con cui abbattere le rette dei nidi mi è toccato rispondere a polemiche strumentali. Ci sono tanti altri comuni amministrati dal centrodestra in Emilia-Romagna, ma per fortuna da nessuno di questi ho ricevuto attacchi per interventi a favore delle famiglie e dei bambini». Magari su quel tema no, ma su altri molto contundenti sì, come Jolanda di Savoia. E allora perché continuare la polemica elettorale ad elezioni concluse con Renata Tosi? Perchè Riccione è per il Pd la mosca al naso, l’esempio di un altro modello gestionale, anche di un altro modello turistico: «Riccione, più amata dagli stranieri» (titolo del Carlino di oggi, che però ridimensiona la notizia mettendoci vicino i «dati turtistici del 2019»), assicura lo studio «Enjoy: rapporto sulla percezione dell’Italia turistica» condotto da Sociometrica in collaborazione con TripAdvisor ed Expert System. Che piazza Riccione al primo posto, e Rimini dietro Bellaria e Ravenna. Affronto assoluto.

Gliela farà pagare (la domanda è proprio questa) Bonaccini alla sindaca che lo tiene col freno elettorale tirato? Lui garantisce il contrario («Io separo sempre la polemica politica dal rapporto istituzionale. Riccione è una città molto importante e i cittadini e le imprese di Riccione meritano le migliori risposte possibili da parte di tutte le istituzioni, compresa la Regione. E noi collaboreremo con tutti i sindaci e tutti i comuni, a prescindere dal colore politico delle singole amministrazioni locali») ma intanto riaccende, a voto ormai ampiamente archiviato, lo scontro con una amministrazione a lui disomogenea. Non è un bel segnale.

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