Oggi la quinta commissione ha dato parere favorevole all’atto di indirizzo sulla modalità di affidamento del Servizio idrico integrato: il Comune di R
Oggi la quinta commissione ha dato parere favorevole all’atto di indirizzo sulla modalità di affidamento del Servizio idrico integrato: il Comune di Rimini opta per la gara europea, alla faccia di quello che il sindaco Gnassi aveva promesso in campagna elettorale.
E’ questo l’atto di indirizzo che l’amministrazione comunale esprimerà in sede di consiglio d’ambito locale di Atersir per il bacino di Rimini. “L’amministrazione – spiega l’assessore alle Partecipate Gian Luca Brasini – è chiamata a scegliere tra tre strade previste dalla normativa vigente: la modalità di affidamento con gara europea; la modalità di affidamento con la cosiddetta gara a doppio oggetto; la modalità di affidamento in house”. E in base a quale criterio ha individuato l’opzione “giusta”? “Siamo partiti da un’analisi dell’attuale stato di governo e gestione del servizio idrico integrato”, dice l’assessore. “E nel condurre questa analisi siamo proprio partiti dalla valutazione dell’elevatissimo grado di presidio pubblico già in atto di un servizio così importante socialmente ed economicamente; un vero e proprio modello romagnolo di presidio pubblico di un bene primario, preso ad esempio e mutuato in altre realtà del Paese”. In ambito romagnolo il sistema idrico integrato vede la proprietà pubblica di tutte le fonti di approvvigionamento idrico (dighe e invasi, pozzi e potabilizzatori). “Il quadro che è emerso è quello di un fortissimo presidio pubblico costituito: dalla proprietà delle Fonti da parte dei Comuni Romagnoli (ma anche, come prevede la legge, delle reti); dalla esclusiva competenza dell’assemblea dei sindaci in Atersir nel definire il piano degli investimenti; dalla esclusiva competenza dell’Autorità Pubblica Indipendente per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) nella definizione della tariffa. Solo la porzione terminale del Servizio Idrico Integrato, la materiale distribuzione al dettaglio, la depurazione e l’attuazione degli investimenti relativi, è oggi presidiata da un soggetto di natura privatistica. Ed è giusto che i riminesi sappiano che solo di questa porzione è oggi in discussione a quale formula di affidamento ricorrere. Dopo lo studio e l’analisi abbiamo concluso che, stante che giudichiamo positivo il livello di presidio pubblico sull’acqua, per affidare la sola porzione di materiale distribuzione raccolta depurazione e attuazione degli investimenti, sia corretto scegliere l’opzione della gara europea. Conclusione questa che viene confortata anche dalle attente analisi dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale che hanno evidenziato l’imponente impegno delle risorse comunali (in conto investimento) che sarebbero state necessarie per reinternalizzare il servizio. Infine, ma cosa tra le più importanti da considerare, va ricordato che Rimini è tra i 37 comuni capoluoghi con le tariffe dell’idrico più basse in Italia. Optare per andare a gara, mantenendo quindi l’assetto organizzativo attuale, ci dà garanzie di muoverci su una direttrice positiva, che resta fortemente incentrata sul controllo pubblico”.
Ma il Comitato Acqua e Beni Comuni di Rimini non è per niente contento della scelta: “La decisione è stata presa in modo antidemocratico, come al solito nelle grigie stanze del Palazzo. Non c’è stato un vero studio di fattibilità né relativo alle formule di gestione”.
Il consiglio comunale di Rimini aveva deliberato lo scorso febbraio un ordine del giorno col quale si impegnava “ad attivare un percorso partecipato che, oltre al Consiglio Comunale ed al Consiglio di Atersir, coinvolgesse anche i soggetti promotori del referendum acqua bene comune, così come previsto dallo Statuto del Comune di Rimini, per affrontare in maniera organica l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato”. E anche a “predisporre un’analisi comparata costi/benefici tra le tre possibili opzioni, previste dalla normativa europea da sottoporre alla discussione politica sul tema ed aprire un confronto con tutti i soggetti interessati”.
Altri ordini del giorno dei Comuni di Coriano e Santarcangelo, e impegni dei consigli comunali di Bellaria, Riccione e Misano, parlavano di affidamento del sistema idrico integrato solo a fronte di uno studio di fattibilità serio e indipendente. Che non c’è stato. “Il volta faccia dei sindaci è ora palese, svendendo la proficua gestione dell’oro blu al miglior offerente. Ma di questo risponderanno!”, commenta il Comitato.
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