Camusso, parlamentari e amministratori solidali coi giornalisti della “Voce”

Camusso, parlamentari e amministratori solidali coi giornalisti della “Voce”

A Rimini per le "giornate del lavoro" della Cgil, Susanna Camusso ha aderito alla raccolta di firme di solidarietà lanciata da un gruppo di giornalist

A Rimini per le “giornate del lavoro” della Cgil, Susanna Camusso ha aderito alla raccolta di firme di solidarietà lanciata da un gruppo di giornalisti de La Voce di Romagna a sostegno dello stato di agitazione permanente e della giornata di sciopero di oggi, che sono stati proclamati dall’assemblea di redazione del quotidiano. Ma il segretario della Cgil non è l’unico ad avere aderito. L’elenco si allunga di ora in ora e vede anche l’adesione di tre deputati riminesi (Tiziano Arlotti ed Emma Petitti del Pd, Giulia Sarti del M5S), oltre a varie personalità istituzionali, amministratori pubblici, leader politici, parti sociali e ordini professionali del territorio: Graziano Urbinati (segretario generale Cgil Rimini), Massimo Coccia (presidente Confcooperative provinciale Rimini), Giancarlo Ciaroni (presidente LegaCoop Romagna), Gianfranco Nucci (già presidente dell’Ordine degli Avvocati provinciale di Rimini), Donatella Turci (presidente consiglio comunale Rimini), Marco Lombardi (Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna, presidente Commissione I – Bilancio, Affari generali ed istituzionali), Roberto Biagini (assessore giunta comunale Rimini), Fabio Galli (assessore giunta provinciale Rimini), Cesare Mangianti (presidente Acer provincia di Rimini), quattro capigruppo di altrettanti gruppi consiliari in Comune di Rimini, Savio Galvani, Eraldo Giudici, Fabio Pazzaglia, Luigi Camporesi, fra i consiglieri comunali Simone Bertozzi, Carla Franchini, Gioenzo Renzi, il consigliere provinciale Claudio Di Lorenzo, il segretario provinciale del Prc Eugenio Pari, Luigi Bonadonna di Scelta Civica. Tra i firmatari inoltre quattro esponenti di spicco di FDI/An con il seguente messaggio: «A sostegno del lavoro e della professionalità dei giornalisti della Voce, sempre attenti ai problemi del nostro territorio. Non mollate!», firmato Gioenzo Renzi (consigliere comunale Rimini), Marina Mascioni (consigliere provinciale Rimini), Daniele Apolloni (consigliere comunale Santarcangelo), Luciano Bordoni (consigliere comunale San Giovanni in Marignano). Il consigliere provinciale del gruppo misto Di Lorenzo «invita la Provincia di Rimini ad aprire un tavolo sulla vertenza di lavoro».
L’on. Sergio Pizzolante, pur non firmando, ha inviato una sua nota di solidarietà: «Esprimo la mia solidarietà ai giornalisti de la Voce di Romagna e a tutto il giornale per lo stato di sofferenza che sta vivendo, nella speranza che quanto prima la crisi si possa risolvere dando piena soddisfazione dal punto di vista sia economico che professionale ai giornalisti e a tutti gli operatori. Sergio Pizzolante, Vicepresidente Gruppo Ncd camera dei Deputati.»
Fra gli altri messaggi anche Savio Galvani (“Voglio esprimere tutta la mia solidarietà personale, politica ed istituzionale a sotegno della vertenza posta in essere dai giornalisti della Voce, auspicando un risultato positivo di partecipazione allo sciopero e una rapida risoluzione dei problemi evidenziati”), Eraldo Giudici (“Credo sia una vicenda assai preoccupante, di libertà di espressione e di giustizia sociale, ragioni stesse del nostro impegno politico, che ci spingono ad affiancare e sostenere i lavoratori della Voce in questo difficile frangente”), Eugenio Pari (“Spero che se riterrete utile un nostro sostegno non esiterete a chiederlo. Estendi la mia, la nostra, solidarietà anche a tutte e tutti le colleghe e i colleghi”) e Fabio Pazzaglia (“Vi esprimo la mia sincera solidarietà e vi auguro di ottenere, alla fine di questa battaglia, tutto quello che vi spetta. Come si dice dalle nostre parti, buona lotta!”.
Il corpo redazionale del quotidiano «La Voce di Romagna» è sceso in stato di agitazione permanente ed ha proclamato una serie di giornate di sciopero chiedendo all’azienda il rispetto dei diritti contrattuali elementari: «Comprensibile l’esasperazione della ciurma da mesi costretta al digiuno», ha scritto in un editoriale il direttore Stefano Andrini comunicando le sue dimissioni irrevocabili dall’incarico, il 30 aprile 2014. Quando in un giornale il pagamento degli stipendi è differito di sei mesi o effettuato con avanzamenti parziali, arbitrari e discriminatori, viene condizionata la libertà e qualità dell’informazione e pregiudicato «il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero».
Pertanto tale situazione non riguarda solo i professionisti coinvolti (varie decine) e le rispettive famiglie, non è anzitutto un problema di immagine di un giornale, ma un vulnus alla società e all’opinione pubblica romagnola. Per questo chiediamo una firma come segno di solidarietà ai giornalisti della «VOCE DI ROMAGNA» scesi in stato di agitazione permanente e sciopero”.

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