I dodici capi d’accusa dell’authority anticorruzione sulla gestione ambientale di Hera. Di proroga in proroga, andando contro lo spirito e la lettera delle leggi. “In contrasto con la normativa” anche gli affidamenti (57 milioni) alle coop sociali.
Cari e ricchi signori, così non va, non va proprio per niente, datevi una regolata, altrimenti ci penseranno la procura di Bologna e quella regionale della Corte dei Conti. E’ questo in estrema sintesi il significato delle 27 pagine di delibera con cui Raffaele Cantone, authority nazionale anti-corruzione, ha rifilato 12 cannonate agli enti locali emiliano-romagnoli, alla Regione, ad ATERSIR e alla holding Hera sulla gestione dei rifiuti.
La notizia sta sommessamente facendo il giro dell’Emilia Romagna da ieri. Diciamo sommessamente perché l’imbarazzo nel riportarla è evidente, data la “stretta” che da sempre le amministrazioni locali rosse esercitano sull’opinione pubblica e sull’informazione locale, sia direttamente che per il tramite delle aziende pubbliche da loro controllate.
Come il lettore avrà subito notato, Riminiduepuntozero non intende gettare la croce solo ed esclusivamente sulla holding di viale Berti Pichat, perché il tema è politico. E’ la politica che ha creato Hera, ha costruito il suo perimetro di attività, ne ha scritto le regole accondiscendendo – da quindici anni a questa parte – alle procedure di affidamento dei servizi che oggi, ohibò, finiscono sotto il mirino dell’anticorruzione. Ed è la politica ad aver lasciato lievitare le tariffe, aumento dopo aumento.
Per dare sostanza a quanto sopra detto, mandiamo subito gli occhi alla pagina 14 della rampogna di Cantone. Dove troviamo una impietosa tabella riguardante sei territori provinciali (Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Ravenna Rimini) e la regolarità dell’affidamento a Hera della nettezza urbana. In cinque province il contratto è già scaduto da vari anni (nella sesta, Ferrara, scade fra cinque mesi). La gara per il nuovo affidamento non è stata ancora bandita da nessuna parte, ma in qualche provincia c’è almeno una previsione (“primo semestre 2018”, “entro il 2017” e simili). Indovinate invece dove non c’è alcuna indicazione, nemmeno generica?
Ma naturalmente a Rimini.
E indovinate, qual è la provincia dove l’affidamento del servizio è scaduto da più tempo? Rimini, of course, precisamente dal 14 marzo 2011, scadute le convenzioni ex AMIA ed ex GEAT, convenzioni che nel frattempo erano passate a Hera d’emblée, per decisione politica. Bella figura per palazzo Garampi davanti all’accigliato Cantone.
Veniamo così a sapere che Rimini “non indica” la previsione di avvio della gara, e che la procedura si trova a questo punto: “sollecito della decisione in ordine alla modalità di gestione e organizzazione. Elaborazione del Piano d’ambito da parte degli uffici in attesa di approvazione”.
Sono passati 6 anni e 4 mesi giusti giusti, eppure il reuccio della politica cittadina e provinciale dj-Gnassi, eletto proprio appena scaduta la convenzione, ad oggi non ha nemmeno le carte della gara pronte nel cassetto: caspita, che “sollecitudine”. Il sindaco e presidente della Provincia ha lasciato che il servizio rifiuti andasse avanti di proroga in proroga, cosa che non ha certo fatto dispiacere a Hera, visto che nel 2011 fatturava 4,1 miliardi di euro e nel 2016 ne ha fatturati 4,460.
Il rilievo non è nostro ma di Cantone, che mette al primo posto fra le sue dodici reprimende finali proprio questa frase: «1) il prolungarsi del regime di prorogatio delle convenzioni di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani ad Hera spa, determinato da una complessa e RALLENTATA (le maiuscole sono nostre, ndr) gestione delle fasi propedeutiche alle gare, concretizza: un IMPROPRIO VANTAGGIO per la società affidataria; la VIOLAZIONE dei principi di efficacia e speditezza dell’azione amministrativa; la SOTTRAZIONE di significative risorse al mercato di riferimento». Su questo Cantone accusa le amministrazioni locali, perché sono loro e non Hera a decidere la proroga.
Riflettiamo dunque: la politica cittadina e provinciale ha rallentato la scrittura della disciplina dei rifiuti, regalando così un improprio vantaggio alla società di gestione; ha violato alcuni princìpi cardine dell’azione amministrativa; ha sottratto soldi al mercato. Complimenti.
A cascata, i punti successivi della delibera dell’anticorruzione colpiscono i subaffidamenti ed i rinnovi di contratti operati da Hera una volta ottenute le proroghe dagli enti locali, con annessi e connessi ben noti, così elencati da Cantone:
appalti con “procedura ristretta”;
rinnovi anziché gare;
affidamenti in economia-cottimo fiduciario anziché con procedure ad evidenza pubblica;
mancate suddivisioni degli appalti in lotti, senza motivazioni;
requisiti discriminanti richiesti ai concorrenti agli affidamenti;
mancate indicazioni di criteri di scelta degli operatori invitati alle procedure negoziate;
invito a presentazioni delle offerte in tempi particolarmente brevi, tali da “indurre alla non partecipazione operatori potenzialmente interessati all’appalto”;
inserimento nei bandi di clausole illegittime.
Così – sintetizza l’anticorruzione – sono stati calpestati la libera concorrenza, la parità di trattamento, la non discriminazione, la trasparenza e la proporzionalità previsti nel Codice dei contratti. Anche qui, con tanti “complimenti”.
Chiudiamo con un punto della delibera di Raffaele Cantone che potrebbe causare un terremoto: “è in contrasto con la normativa vigente l’affidamento diretto a cooperative sociali … di attività rientranti nel novero dei servizi pubblici, rivolte a soddisfare le esigenze dell’utenza dei servizi stessi e non quelle dell’affidante”.
Tradotto: le coop sociali vengono fatte lavorare perché risolvono un problema all’affidante (enti locali ed Hera) facendolo risparmiare, ma secondo Cantone questo è in contrasto con la legge.
“Nel 2016 il valore delle forniture per tipologie di lavori o servizi richiesti dal Gruppo Hera a cooperative sociali è stato di oltre 57 milioni di euro, con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente”, riferisce la holding nel suo ultimo bilancio di sostenibilità.
Ma dopo aver preso questa “cantonata”, come la mettiamo?
Fotografia: Hera protagonista anche nel Psbo (nella foto di Gianluca Moretti il cantiere di piazzale Kennedy)
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