Due già autorizzati, sei in lista d'attesa. Il mare di Rimini sarà riempito di galleggianti a pagamento? La Soprintendenza alle Belle arti e al paesag
Due già autorizzati, sei in lista d’attesa. Il mare di Rimini sarà riempito di galleggianti a pagamento? La Soprintendenza alle Belle arti e al paesaggio appare preoccupata per l’andazzo e scrive al sindaco di Rimini affinché regolamenti la materia e metta un freno. Ma il rischio di privilegiare qualcuno (pochissimi) e scontentare i più è alto. E come la mettiamo con il piano paesistico e l’impatto della plastica spiaggiata soprattutto in caso di mareggiate?
Due parchi acquatici sono stati già autorizzati in altrettanti tratti del mare di Rimini. Si tratta del BoaBay, inaugurato sabato nello specchio acqueo antistante i bagni 55, 56, 57, 58, sponsorizzato oltre che da Andrea Gnassi anche dalla massima istituzione turistica cioè Apt Emilia Romagna, e messo “ko” dalla mareggiata che sta spazzolando violentemente la costa, e un altro che ha annunciato il taglio del nastro domani: si chiama Amarea e si trova a Miramare, bagni 142, 143 e 144. Probabilmente gli operatori di spiaggia hanno visto in questo tipo di attrazione qualcosa in grado di smuovere le acque stagnanti dell’offerta balneare, senza dimenticare che per accedere ad entrambi si paga (un’ora 10 euro al BoaBay il biglietto intero, ovvero “sopra i 140 cm”). Sta di fatto che lo spirito di emulazione e di “giustizia” (perché solo due, e noi chi siamo?) rischia di giocare brutti scherzi. Accade infatti che altri stabilimenti balneari reclamino i loro galleggianti: che siamo, noi, i più fessi? E chi li sente i villeggianti, che guardano il mare sul quale non galleggia che il solito pedalò e sembrano dire sconsolati: “siamo figli di un bagnino minore”.
Non è una favoletta ma proprio quello che sta accadendo. Alla Soprintendenza delle Belle arti e paesaggio sono già arrivate altre sei richieste per posizionare altrettanti parchi acquatici nel mare di Rimini. Se si dovesse rispondere positivamente a tutti si arriverebbe ad un mare di plastica, ma a rispondere di no a qualcuno (ovvero ai più) c’è il rischio di creare dei privilegiati. E con quale criterio si può rispondere sì a sette stabilimenti balneari e a tutti gli altri no? E’ un affare serio, che non era nemmeno difficile da ipotizzare, conoscendo anche solo un minimo bagnini e logiche psico-socio-politiche di Rimini & Co. Anche su questo la Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio era stata facile profeta: “Le ragioni che hanno indotto la commissione ad esprimere un diniego riguardano prima di tutto il fatto che la realizzazione delle “strutture” proposte – che potrebbero in futuro moltiplicarsi per emulazione da parte degli altri stabilimenti – determina una condizione “segregata” di un vasto tratto di mare, che dovrà necessariamente essere recintato e per questo sottratto all’uso collettivo e libero di chiunque non intenda accedere al ‘parco’”.
Ora anche la Soprintendenza pare essersi accorta che il giochino rischia di sfuggire di mano, anzi forse ha già preso il largo, e davanti alle aspettative dei bagnini di Rimini che si fanno avanti a raffica per reclamare la loro porzione di galleggianti, ha dovuto tirare il freno. Lo ha fatto con una lettera indirizzata al sindaco Andrea Gnassi nella quale, in buona sostanza, dice: è venuto il momento di mettere la parola fine alle continue richieste che pervengono alla Soprintendenza senza nessun criterio. Spetta al Comune alzare l’argine. Il Soprintendente Giorgio Cozzolino e l’architetto Vincenzo Napoli (che segue da vicino questo filone) sono preoccupati e anche un po’ stupiti di come Palazzo Garampi assecondi la moda del momento e non abbia ancora pensato ad una regolamentazione. La Soprintendenza chiede al Comune di Rimini che regolamenti lo specchio di mare di sua competenza e sottolinea che i due parchi autorizzati in via del tutto eccezionale, sono da considerare una sperimentazione. Al termine della stagione, anche attraverso filmati e fotografie, l’impatto dei parchi sarà studiato e valutato e tutto questo servirà da base per decidere sul loro futuro. Fra l’altro una delle indicazioni impartite dalla Soprintendenza sui parchi acquatici è che, davanti a mareggiate o comunque condizioni meteo avverse, i componenti galleggianti devono essere allontanati dalla battigia e non possono in nessun modo finirci sopra.
Chissà che il BoaBay spazzato via dalle onde del mare non spenga i bollori dei bagnini, ormai rapiti dalla novità dell’estate. In caso contrario sarà molto difficile trovare la quadra: una volta che si è dato il via alle danze sulla pista vogliono ballare tutti. E l’unico limite “quantitativo” posto fino ad oggi dalla Soprintendenza è che fra un parco e l’altro restino circa 2500 metri liberi. Ma ve l’immaginate il mare di Rimini come un grande parco galleggiante? E, soprattutto, il suo arenile dopo una mareggiata?
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