C’è un anniversario da non “bucare”: nel 2020 cadono i cent’anni dalla nascita di Fellini

C’è un anniversario da non “bucare”: nel 2020 cadono i cent’anni dalla nascita di Fellini

Per ora si spendono quasi 2mila euro per i diritti di utilizzo di 17 secondi di Amarcord per una ‘video-cartolina’.

In Parlamento fioccano i disegni di legge per mettere le mani sui fondi pubblici per celebrare, fra 2019 e 2021, Leonardo da Vinci, Raffaello e Dante. Rimini non fa nulla per esaltare degnamente i suoi grandi. Che tratta come un oggetto di culto locale. O come un fenomeno da baraccone.

Esempio felliniano, giusto per capirci.
L’Assessorato al Turismo del Comune di Rimini “intende aggiornare il materiale video di presentazione della città di Rimini”. Vogliono, così si legge dalla Determinazione dirigenziale n. 579, realizzare “una ‘video-cartolina’ della città, che valorizzi sia l’area mare che il centro”, per scopi di promozione istituzionale e virale “attraverso i social network e il web”. Idea già vecchia appena la pronunci, ormai, ma va bene uguale. Tra i contenuti della ‘video-cartolina’ ci sarà anche uno spezzone di Amarcord, sai che novità. Ma va bene uguale. Per “l’utilizzo di 17 secondi tratti dal film Amarcord” il Comune deve pagare la CristaldiFilm, che detiene i diritti. La cifra pattuita è di 1.830 euro. 17 secondi felliniani di Amarcord valgono 1.830 euro, lo stipendio di uno che di questi tempi se la passa di lusso, per lo meno vive. Alla faccia. Qui va meno bene. Non tanto per la spesa – irrisoria per un Comune che spende&spande – quanto per la resa. Cosa ci rende una ‘video-cartolina’ con un fruscio di secondi di Amarcord? Soprattutto, con tutto il bendiddio felliniano che il Comune ha ingurgitato dalla fu Fondazione Fellini, c’era bisogno di cacciar fuori gli euro?

Non trovano i fondi. E spendono i soldi pubblici.
L’esempio è didattico per illustrare un concetto ormai consueto. Che rapporto ha Rimini con i suoi grandi? Pessimo. Il Comune di Rimini onora svogliatamente gli anniversari. E al posto di procacciar soldi per i fausti eventi – cosa ovvia per una amministrazione pubblica – spende. All’esempio didattico alleghiamo due circostanze storiche. Uno: i 600 anni dalla nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta, la cui creazione somma, il Tempio Malatestiano, è il massimo esempio dell’architettura rinascimentale italiana. Mica riminese. Italiana. Due: nel 2020 sono i 100 anni dalla nascita di Federico Fellini. Beh, hai voglia, c’è tempo, dice l’incauto. E no, cari miei, il tempo stringe. Seguitemi e vedrete.

Il Parlamento c’è. Rimini manca.
Alla Camera la Commissione numero VII, presieduta da Flavia Nardelli Piccoli e con una folta schiera di politici più o meno noti – dalla ‘forzista’ Nunzia De Girolamo alla spadaccina Valentina Vezzali allo scrittore Edoardo Nesi – si occupa di Cultura. Tra una legge e l’altra, legiferano pure su possibili finanziamenti per particolari anniversari. Snocciolo un paio di esempi. Il primo è il più ‘muscoloso’: si tratta di un disegno di legge depositato il 21 febbraio scorso dal Ministro dei beni cultuali e del turismo Franceschini insieme al Ministro dell’Istruzione Fedeli e al Ministro dell’economia Padoan. Tratta delle “Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri”. Come si sa, i 500 dalla morte di Leonardo cascano nel 2019 e quelli dalla morte di Raffaello nel 2020, lo dico a chi pensa che sul centenario felliniano possiamo tentennare. Chi tentenna perde il treno parlamentare, cari amministratori nostri. Spoglio dai reflui retorici, il disegno di legge prevede (articolo 2) “la spesa complessiva di 3.450.000 euro per gli anni dal 2018 al 2021, ripartiti nel seguente modo: 450.000 euro per l’anno 2018, un milione di euro per l’anno 2019, un milione di euro per l’anno 2020, un milione di euro per l’anno 2021”. Più ‘bombarola’ la proposta di legge presentata “per la celebrazione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri” da Gianluca Pini (Lega Nord), indirizzata a “Comitati promotori” di Ravenna e di Firenze: “un contributo straordinario di complessivi 10.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020”. 30 milioni di euro per i 700 anni dalla morte di Dante. Bravo Pini, l’importante è provarci. D’altronde, in Parlamento ci provano un po’ tutti. Tra le proposte di legge più recenti c’è quella “per la celebrazione dell’ottavo centenario dalla fondazione dell’università degli studi di Padova e dell’università degli studi ‘Federico II’ di Napoli” (che cascano, rispettivamente, nel 2022 e nel 2024): si tenta di concedere “un contributo straordinario di 1 milione di euro per ciascuna università”. Ma c’è anche chi, con dovizia di ragioni, propone di istituire una “Giornata nazionale in memoria di Tito Schipa”, grande tenore leccese morto 50 anni fa. A questo punto, facciamo di Federico Fellini il santo d’Italia e del Malatesta il protettore degli imprenditori romagnoli. Disintegrate le battute, troppo facili, resta un fatto: Rimini non fa nulla per esaltare degnamente i suoi grandi. Non ci prova neppure, forse non ha gli interlocutori adatti a Roma. Li tratta come un oggetto di culto locale. O come un fenomeno da baraccone – vedi il Museo Fellini, di cui attendiamo, ancora, il dettaglio dei progetti oltre la cortina dei proclami.

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