L'affermato tour operator riminese fondato da Stefano Patacconi nel 1958 è passato di mano al Gruppo Uvet. Meno di un anno fa era arrivato il nuovo direttore e aveva dichiarato: "Prendo in mano un’azienda sana in equilibrio". Cosa è successo nell'arco di un così breve tempo? I dipendenti dell'azienda che ha sede sulla strada consolare per San Marino al momento non hanno certezze. E attendono un incontro con la proprietà che, per ora, non c'è stato. Botteghi (Cgil): "Deve essere mantenuta la forza lavoro su Rimini, altrimenti l'operazione Nuova Condor verrebbe ad assumere un sapore diverso".
L’affermato tour operator riminese fondato da Stefano Patacconi 60 anni fa e fino a poco più di un mese fa guidato dal figlio Leonardo (nella foto), è entrato nell’orbita di Uvet. Se il Gruppo Uvet si è dichiarato col suo presidente Luca Patenè “felicissimo di annunciare questa nuova acquisizione, in un anno in cui si sta concretizzando sempre più l’idea di Uvet come gruppo verticalmente integrato” e si dice “sicuro che, così come Settemari, anche Condor si integrerà perfettamente e si rafforzerà all’interno del Gruppo Uvet, il quale metterà in campo gli strumenti e le risorse necessarie per riportare l’attenzione del network e dei consumatori su questa storica azienda”, fra i dipendenti di Condor si respira un’aria diversa.
Nessuno vuole esporsi (per ovvie ragioni) ma quel che trapela è soprattutto un atteggiamento di preoccupazione e incertezza per il futuro, dopo il fulmine a ciel sereno del passaggio di proprietà. Anche perché, ad oggi, nessuno dei vecchi e dei nuovi vertici, ha comunicato loro quale destino li attenda. Non è rassicurante.
Qualche informazione societaria. Il 17 luglio scorso è stata costituita la Nuova Condor srl, che ha rilevato la Condor srl, e presidente della società è Luca Patanè. Socio unico, al 100 per cento, della Nuova Condor è la Settemari srl rappresentata dallo stesso Patanè, dal 2017 interamente posseduta da Uvet. Stiamo parlando di un gruppo leader nel settore del turismo e di un gioiellino, Settemari, che è attivo da 36 anni e specializzato nella creazione e commercializzazione di pacchetti turistici, distribuiti da migliaia di agenzie su scala nazionale.
Fino a questo momento si conosce dunque la soddisfazione del nuovo acquirente ma poco o nulla del futuro della importante realtà nata nel 1958. Manterrà tutti i dipendenti, che peraltro risiedono nel territorio riminese, e il quartier generale nella attuale sede sulla strada consolare per San Marino? Chi ha contribuito a far crescere la Condor, ovvero tutti coloro che impegnano le loro energie per conseguire i migliori risultati, al momento ne è all’oscuro.
A quanto pare i sindacati hanno più volte chiesto di incontrare la proprietà ma per ora senza successo. E’ chiaro Mirco Botteghi, segretario generale della Filcams Cgil provinciale: “Deve essere mantenuta la forza lavoro su Rimini, altrimenti l’operazione Nuova Condor verrebbe ad assumere un sapore diverso”. E aggiunge: “Abbiamo chiesto un incontro all’azienda e ci auguriamo che possa avvenire il prima possibile, perché riteniamo che sia non urgente ma di più, e di conseguenza ci aspettiamo dalla Nuova Condor chiarezza rispetto al piano industriale e alle prospettive occupazionali su Rimini. Nei prossimi giorni avremo anche momenti di incontro con i lavoratori. Per ora non vorrei aggiungere altro, certo che se la situazione dovesse precipitare valuteremo tutte le azioni da mettere in campo a livello sindacale”. Il quadro è dunque in evoluzione ma presenta al momento non poche incognite.
Circa un anno fa ha fatto ingresso in Condor il nuovo direttore Andrea Gilardi, con l’obiettivo di rilanciare l’azienda riminese. Dichiarò a Ttg Italia: “Si tratta di un progetto interessante e nelle prossime stagioni intendo ridare slancio a questo tour operator. Condor attualmente genera ricavi per 16 milioni di euro, ma dispone di margini di crescita interessanti. Il t.o. di Rimini è focalizzato sul alcune destinazioni a lungo raggio, ma credo sia giunto il momento di equilibrare l’offerta inserendo anche mete a medio raggio. Stiamo valutando come ampliare il portafoglio prodotti e pensiamo a una meta come il Madagscar che può fornire un buon ritorno sul fronte vendite”. Spiegò anche: “Prendo in mano un’azienda sana in equilibrio e questo mi pare un buon punto di partenza”. Tutto questo accadeva il 2 ottobre del 2017, quanto Gilardi metteva piede in Condor. Cosa è successo a così breve distanza per convincere Leonardo Patacconi a cedere un’azienda in salute e con margini di crescita al Gruppo Uvet?
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