Gran folla ad ascoltare il leader 5 Stelle oggi a Rimini. E lui ha colpito nel campo Pd mettendo in luce la contraddizione degli ex berlusconiani approdati in casa Renzi.
Grande folla oggi all’Hotel Savoia per ascoltare il leader del movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, approdato a Rimini al termine di una giornata in regione. Di Maio ha spazzolato nel campo del centrosinistra: “Voi siete una regione fra quelle con più voti a sinistra, secondo loro, poi vedremo; molti che votano a sinistra votano Pd credendo che sia la sinistra, ma oggi quel partito che dice di essere la sinistra e che viene in questa regione a chiedere i voti di sinistra, candida a Bologna uno di destra, che è Casini, e a Modena una che viene dal governo Berlusconi, che è la Lorenzin: vogliono i voti di sinistra per eleggere gente di destra. Dategliela una lezione il 4 marzo, poi magari tornate a votarli la prossima volta”.
Appena aveva finito di pronunciare queste parole, la parlamentare riminese Giulia Sarti, seduta di fianco a lui, le ha suggerito: qui c’è Pizzolante… E Di Maio ha ripreso: “… è un collega che viene dall’area di Alfano, vabbé, comunque ci sono una serie di paracadutati…”
“Faremo il ministero del Turismo. No alla Bolkestein: le spiagge dobbiamo regolamentarle con leggi nazionali”
Un altro tema toccato da Di Maio è stato quello del turismo, promettendo il ministero del Turismo e bocciando la direttiva Bolkestein.
Ha ringraziato “gli operatori del turismo, i balneari, gli albergatori” presenti. Ed ha aggiunto: “Vi chiedo di avere memoria: i settori che orbitano attorno al turismo sono stati colpiti da direttive europee, Imu sui beni strumentali, dalla burocrazia, dalla tassazione senza regole (ad esempio sono stati dati gli incentivi per costruire la struttura e poi ci si è messa l’Imu sopra senza dirlo anticipatamente), si è detto che dovessero entrare delle categorie come il balneare dentro la direttiva Bolkestein, ma se dobbiamo regolare qualcosa sulle nostre spiagge, e c’è qualcosa da regolare, lo dobbiamo fare con le nostre leggi nazionali, non con una direttiva che ci svende tutto a livello europeo alle multinazionali. Eppure dovrebbe essere il settore trainante di tutta l’economia italiana il turismo: noi vogliamo portarlo al 15% del Pil nazionale. Do cosa ha bisogno per far si che davvero diventi il motore del paese? Prima di tutto di una regia: noi vogliamo rifare il ministero del Turismo perché oggi le Regioni e i Comuni vanno in ordine sparso, a volte si sprecano risorse per la promozione di un territorio quando invece la promozione deve essere sistemica. Noi a livello nazionale dobbiamo vendere all’estero l’Italia, in tutte le sue peculiarità. Io credo nella economia dei territori e nel fatto che ogni territorio debba promuoversi da sé, ma è anche vero che su scala internazionale non possiamo pensare che un comune possa competere con una nazione. Abbiamo bisogno di un ministero, di una strategia di investimento, di una strategia di promozione e soprattutto di uscire da un tabù: il turismo non è solo beni culturali, ma agroalimentare, è entertainment, made in Italy”.
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