Ex hotel Liberty: rifugio per sbandati

Ex hotel Liberty: rifugio per sbandati

Via Lucio Lando. Nonostante le lamentele degli abitanti della zona, la struttura, in disfacimento, è accessibile a chiunque.

Le uniche informazioni che si trovano sul web sono del Portale Turistico Italiano: descrivono l’hotel Liberty, al civico 26 di via Lucio Lando, come albergo a due stelle. A pochi passi dal centro storico, la descrizione lo colloca (va) vicino a un parco e alla darsena, con area giochi per bambini, e un trattamento con le consuete, mielose “coccole”, “continue attenzioni” e trattamento (vai con le novità!) “famigliare, atmosfera allegra e cordiale”. Difatti, l’hotel è chiuso già da qualche anno.

Una battagliera e incazzosa vicina fa giustamente notare che il catafalco, come da regolamento, frequentato da sbandati d’ogni sorte, contribuisce alla decadenza del quartiere. “Ma è in buona compagnia”, assicura l’imprenditrice, “ce ne sono almeno altri due di catorci mezzi marci lungo il viale. Sa quante volte abbiamo chiamato le forze dell’ordine? La proprietà dell’albergo sarebbe obbligata a tamponare ingressi e locali. Lei vede qualcosa?”

No. “Nemmeno io. Per esempio, sa perché finalmente sono venuti a potare gli alberi del viale? Perché li ho presi per sfinimento, telefonate, telefonate, telefonate e proteste. Eccoli là, finalmente; ma se non li avessi assillati, nisba. Funziona così, non so perché, ma se non fai pressioni continue nessuno ti ascolta”.

Ma con il Liberty, sarà dura. Nonostante le lamentele di molti abitanti, niente cambia, nulla si muove. Nel frattempo, quello che una volta era un alberghetto mediamente valido sta diventando un dormitorio pubblico. Vada a vedere sotto il porticato… ”

Andiamo, constatiamo, fotografiamo. Eccovi le immagini del Liberty. Buona notte.

Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it

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