Dimissioni a raffica in Agenzia Mobilità: lascia anche Monica Zanzani

Dimissioni a raffica in Agenzia Mobilità: lascia anche Monica Zanzani

Non è riuscita a resistere nemmeno 365 giorni. Monica Zanzani ieri si è dimessa, dopo poco più di otto mesi, dal ruolo di presidente di Agenzia Mobili

Non è riuscita a resistere nemmeno 365 giorni. Monica Zanzani ieri si è dimessa, dopo poco più di otto mesi, dal ruolo di presidente di Agenzia Mobilità, dove era stata eletta a fine luglio dello scorso anno, in occasione della assemblea di approvazione del bilancio 2014. Una nomina subito bollata dal sindaco Renata Tosi come “in odore di incompatibilità” (il riferimento era al ruolo che ricopriva di presidente dei revisori dei conti di Palazzo Garampi, dal quale però si era dimessa) e finalizzata a portare “tutto sotto il controllo del cerchio magico del Comune di Rimini”. Ma pare proprio che le ragioni del suo addio vadano cercate nella rottura con l’amministrazione comunale che l’ha espressa e in particolare con l’assessore Brasini, col quale anche di recente, in commissione consiliare, era arrivata ad un duro confronto.
Aveva preso il posto della dimissionaria Roberta Frisoni e dunque l’affare si complica ed è lecito pensare che non siano semplici “motivazioni personali” (come invece dichiara chi abbandona la nave di AM) a spingere i presidenti a farsi da parte. Anzi, è più probabile che, come si suol dire, ci sia del marcio in Danimarca.
Quali le cause? Più d’una, ovviamente, a partire dai rapporti fattisi insostenibili col Comune di Rimini che l’aveva indicata. Monica Zanzani è una professionista iscritta all’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili, con esperienza di revisore dei conti in vari collegi sindacali. Quando si tratta di conti, insomma, sa di cosa parla. E i motivi delle sue dimissioni (un po’ com’era avvenuto per Roberta Frisoni) vanno ricercati nella volontà di non piegarsi ai voleri politici del Comune e di difendere invece strenuamente una gestione “ragionevolmente efficiente” (si legga l’intervento qui sotto), nelle partite aperte sul trasporto pubblico locale, sui debiti pregressi, sulla volontà del Comune di Rimini di “sostenere” al di là di ogni ragione Start Romagna, sui costi di servizio in assoluto più alti in regione (costo a chilometro di 3,9 euro, mentre AM vorrebbe scendere a 3,6) ed altro in questa direzione. Nulla a che vedere col Trc, insomma. Ma se sono i conti e le scelte gestionali che con essi hanno a che fare, a provocare la fuga di presidenti (tanto più se esperti in materia com’è il caso di Monica Zanzani) e su un tema importantissimo come il Tpl anche dal punto di vista della finanza pubblica, per il Comune di Rimini si pone l’obbligo di chiarire fino in fondo cosa c’è dietro alle dimissioni a raffica. Molto preoccupanti.

La recente presa di posizione di Monica Zanzani, che spiega tutto il motivo del contendere:

E’ errato parlare semplicisticamente di due soggetti pubblici come se avessero lo stesso ruolo. Una, ATG – Start, è azienda (solo eccezionalmente a prevalente capitale pubblico, ma potrebbe anche essere privato) che gestisce il servizio in regime d’impresa con il naturale obiettivo di massimizzare il profitto, l’altra, Agenzia Mobilità, è un ente pubblico costituito allo scopo di vigilare sulla qualità, quantità e il costo di tale servizio che i cittadini pagano, e non solo con il biglietto.
In questo ruolo Agenzia Mobilità verifica la corretta applicazione del corrispettivo base ed i costi aggiuntivi addebitati dal gestore, che per contro ha l’obbligo di documentarli e certificarli. Dalle verifiche effettuate, purtroppo in alcuni casi con dati non aggiornati come i ricavi da traffico, dei quali beneficia il gestore – gli ultimi certificati risalgono al 2013 – Agenzia ha rilevato importanti scostamenti.
Tali scostamenti erano stati rilevati anche dai precedenti Consigli di Amministrazione di Agenzia tant’è che il debito pregresso non è imputabile al 2015 ma ad anni precedenti.
Non potendo pagare costi aggiuntivi a pie’ di lista, Agenzia ha comunicato al gestore a novembre dello scorso anno le proprie risultanze invitandolo a documentare ogni discordanza. A fronte di tale richiesta non vi è stato alcun contraddittorio, non è stata portata nessuna prova contraria, ma solo un’insistenza nel pagamento di quanto da ATG-Start richiesto sulla base di supposta prassi negoziale.
Ammesso e non concesso che ai corrispettivi di un contratto di servizio pubblico affidato con gara sia applicabile la prassi negoziale dell’aumento senza documentale fondato giustificativo, Agenzia Mobilità ha quindi offerto il pagamento di quanto ritenuto giustamente dovuto in applicazione del contratto al momento in essere, ma tale offerta e’ stata integralmente rifiutata.
Per il pregresso Agenzia ha così proposto l’arbitrato che l’Assemblea dei Soci ha approvato, affinché un soggetto terzo e qualificato (il Collegio Arbitrale) definisca il dovuto.
Quanto all’esercizio del servizio per il 2016, non essendo più possibile prorogare il contratto di servizio in scadenza in considerazione degli obblighi di legge e dell’eccessiva onerosità di quanto richiesto da ATG–Start, Agenzia (nell’esercizio dei suoi legittimi poteri quale ente regolatore) ha emesso un “atto d’obbligo”, al fine di evitare l’interruzione del servizio pubblico, offrendo la compensazione ritenuta equa in conformità alla disciplina comunitaria e sulla base di studi interni ed esterni, (ulteriormente confermata al ribasso da uno studio commissionato dalla Regione Emilia Romagna per il 2014).
I soci di Agenzia che in un primo tempo avevano approvato in assemblea la compensazione calcolata da Agenzia hanno successivamente deciso di temperare il provvedimento di AM aumentando la misura della compensazione; posizione comprensibile in considerazione del repentino evolversi della questione e degli effetti sul gestore che avrebbe avuto difficoltà ad adeguarsi tempestivamente.
Ciò detto, è evidente che qualsiasi risparmio ottenuto dagli enti locali è frutto delle scelte e del lavoro di Agenzia Mobilità e di nessun altro che oggi ne rivendica il merito.
Inspiegabile è la posizione dell’Assessore Brasini, che invece di fare proprie le risultanze degli studi di Agenzia al fine di indurre il gestore ad avvicinarsi agli obiettivi necessari ad una gestione se non ottimale almeno ragionevolmente efficiente, attacca la presidenza di Agenzia delegittimando il lavoro fatto dall’autorità di controllo.
Dimenticando che gli obiettivi di efficienza sono elemento indispensabile per il gestore al fine di renderlo un competitor concorrenziale in prossimità della gara per l’aggiudicazione del servizio con conseguente mantenimento e tutela dei livelli occupazionali.
Altra diversa questione è quella della costituzione dell’Agenzia Unica già deliberata dall’Assemblea dei Soci di AM con la clausola che i debiti ed i crediti pregressi saranno a carico e favore delle società preesistenti quindi ininfluenti per il nuovo soggetto. Condizionare la costituzione dell’Agenzia Unica alla soluzione delle complicate pregresse questioni che riguardano AM pare una ingiustificata e pretestuosa interferenza.
Per questi motivi il presidente di Agenzia Mobilità, riconoscendo comunque all’Assessore Brasini la competenza politica delle scelte fatte dall’Ente socio, non trovando riconoscimento del proprio ruolo tecnico–esecutivo, ha chiesto esplicitamente di essere sfiduciata; alternativamente non può che mantenere ferma la posizione assunta accettando solo un contraddittorio di merito che fino a qui nessuno ha voluto o potuto sostenere, cosa che continuerà a fare nell’interesse dei Soci fornendo loro il supporto necessario alla fase decisionale.
Se poi il controllo può essere fatto meglio da altri, nulla quaestio, ma oggi è demandato alle agenzie e per quanto riguarda quella riminese non un centesimo per costi aggiuntivi contrattualmente disciplinati non documentati o giustificati potrà dalla stessa essere legittimato per pagamenti a pie’ di lista.

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