Ecco a chi vanno i contributi “strategici” della Fondazione Carim

Ecco a chi vanno i contributi “strategici” della Fondazione Carim

In tempi di crisi, nel capitolo dello sviluppo locale, che dovrebbe sostenere la crescita economica di Rimini, Palazzo Buonadrata su un budget dispon

In tempi di crisi, nel capitolo dello sviluppo locale, che dovrebbe sostenere la crescita economica di Rimini, Palazzo Buonadrata su un budget disponibile di 193 mila euro ne ha erogati 160 mila al Piano strategico. 758 mila a Uni.Rimini. 120 alla Diocesi e opere collegate. All’Istituto per la storia della Resistenza nel 2014 è andato (8 mila euro) quasi quanto un evento da 800 presenze come il Meeting o il Pio Manzù (10 mila euro).

“Abbiamo erogato 1 milione e 900 mila euro per il territorio riminese”. E’ questo il ritornello che esce dalla Fondazione Carim in occasione della approvazione del bilancio. La cifra è ovviamente esatta. Ma chi beneficia di queste erogazioni? Nelle casse di chi finiscono?
Sono cinque i settori nei quali il finanziamento viene suddiviso. Al primo posto per incidenza delle elargizioni nel 2014 c’è l’educazione, la formazione e l’istruzione. Assorbe 846.174 euro. Al secondo posto arte, attività e beni culturali: 400.966 euro. Al terzo assistenza agli anziani (331.440 euro), al quarto il capitolo dello sviluppo locale (193 mila euro) e infine volontariato, filantropia, beneficenza (128.420 euro). Il totale dà, appunto, 1 milione e 900 mila euro.

Vediamo adesso chi incassa. Sono pochi i soggetti che si spartiscono la “torta”: 79 in tutto (erano 81 nel 2013).
Uni.Rimini, la società consortile per il sostegno all’università, partecipata a maggioranza dalla stessa Fondazione Carim, prosciuga quasi 758 mila euro (su un budget di 846.170). Alla Fondazione Karis sono andati 31 mila euro, 28 mila a sostegno di “Nuove idee nuove imprese”, 15 mila per le famiglie che si trovano in difficoltà a pagare la retta mensile all’asilo Baldini, 12 mila per i workshops internazionali di economia-finanza e conferenze pubbliche della associazione culturale “Rimini Centre For Economic analysis”, mille euro al liceo scientifico Einstein.

Alla voce “sviluppo locale” incamera quasi tutto il Forum Rimini Venture (piano strategico) con due contributi da 80 mila euro ciascuno a favore del “progetto poliennale incubatore d’impresa” e più in generale a sostegno del “percorso di attuazione del piano strategico”. La Fondazione Carim considera il piano strategico “una delle più rilevanti innovazioni della governance urbana e territoriale emerse nel corso degli ultimi 20 anni”. Poi 10 mila euro al Meeting e altrettanti al Pio Manzù, 5 mila alla Fondazione per la gioventù studiosa per l’iniziativa “un anno con Alberto” (anniversario della beatificazione di Marvelli). Il resto sono cifre minori: 2 mila euro per la mostra mercato dell’antiquariato di Pennabilli, mille all’associazione Ilaria Alpi, altri mille per il raduno nazionale dei bersaglieri, 2 mila euro al festival francescano e poco altro.

Sono le strutture diocesane a fare la parte del leone per quanto riguarda volontariato, filantropia e beneficenza. 34 mila euro la Fondazione Carim li ha destinati alla “gestione del centro operativo e della mensa della Caritas a favore degli indigenti residenti e non”. Alla associazione “Famiglie insieme” (collegata alla Caritas) 15 mila euro. Al Punto Giovane di Riccione (altra realtà diocesana) 15 mila euro, ancora 15 mila euro alla mensa dei frati Cappuccini (Opera S. Antonio per i poveri), 2 mila alla Fondazione Marilena Pesaresi, altrettanti al centro di accoglienza alla vita.

Anche se si guarda ai beneficiari del settore “arte, attività e beni culturali” non manca la Diocesi di Rimini: 50 mila euro sono stati erogati “per il rifacimento del manto di copertura del Tempio Malatestiano“. La Sagra Malatestiana beneficia di 30 mila euro, 8 mila all’Istituto per la storia della Resistenza finalizzati alle “celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione” (quasi quanto il Meeting o il Pio Manzù, dove sono le proporzioni?), un altro finanziamento alla Fondazione gioventù studiosa, stavolta per 8 mila euro e finalizzato alla “realizzazione dell’archivio storico del Beato Alberto Marvelli”, 2500 euro all’Istituto superiore di scienze religiose per il ciclo di conferenze “l’umanesimo cristiano del Tempio Malatestiano”, altri 1500 alla Fondazione Marilena Pesaresi, mille euro al settimanale Il Ponte per l’acquisto di copie del libro “Il leone che sa”. Di cosa tratta il volume? Racconta la vita di Marilena Pesaresi spesa in Africa. C’è anche un aiutino (2 mila euro) ai medici chirurghi e odontoiatri per la mostra sulla sanità riminese.

All’insieme di queste erogazioni, che coprono in totale quasi 1 milione e 300 mila euro, si aggiungono i progetti promossi motu proprio dalla Fondazione, 7 in tutto, che costano 591.086 euro. Fra questi figurano la gestione di Castel Sismondo e degli eventi (217 mila euro), la biblioteca Campana (40 mila euro), ma anche l’assistenza domiciliare e in strutture apposite agli anziani (oltre 331 mila euro), il premio Marco Biagi (2 mila euro).

Quanto costa la Fondazione Carim

Dal bilancio 2014 risulta che agli organi statutari, fra compensi e rimborsi, sono andati 268 mila euro. Ai 5 dipendenti (fra cui un direttore) quasi 279 mila euro e dunque gli oneri per personale ammontano al 22,48%. Ai collaboratori esterni quasi 52 mila euro, e 72.358 euro in consulenti e legali. Le spese di funzionamento totalizzano la bella cifra di 1.256.211 euro.

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