Tu chiamale se vuoi, delusioni. Riferisce oggi il Corriere di Rimini che mercoledì sera i balneari riminesi si sono incontrati con lo stratega del par
Tu chiamale se vuoi, delusioni. Riferisce oggi il Corriere di Rimini che mercoledì sera i balneari riminesi si sono incontrati con lo stratega del parco del mare e di tutte le innovazioni possibili e anche inimmaginabili che attendono Rimini, Maurizio Ermeti. Dopo i fumi del convegno recente, dove il sindaco ha preso spunto dal parco del mare per parlare (1 ora) del turismo nel mondo occidentale, con supercazzola prematurata e scappellamento anche su quello orientale, il ritorno sulla terra per Ermeti non è stato facile. I balneari hanno detto che senza certezze sulle concessioni ad investire cariolate di euri sulla sabbia non ci pensano nemmeno. E poi, si, una bandiera umana al posto di quelle svolazzanti ci può anche stare, ma mica i bagnini possono trasformarsi in guru del wellness. Il problema principale resta però quello di Fran(Bol)kenstein. Mauro Vanni, presidente dei bagnini di Miramare, è stato il più chiaro: “La cosa che ci interessava di più era capire se investendo sul nuovo lungomare, ci fosse la possibilità di mettere in salvaguardia le concessioni. La risposta negativa ha provocato grande delusione: speravamo che ci fosse qualche escamotage per aggirare la direttiva Bolkestein”. E ora hanno capito che il parco del mare non è l’area giochi con altalena e scivolo per tenere tranquillo il mostro di Bruxelles. Ermeti sta provando emozioni che non si possono raccontare. Capire tu non puoi, ripete fra sé e sé. E vorrebbe guidare come un pazzo a fari spenti nella notte.
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