Emma Petitti: fuoco e fiamme contro i gattopardi del Pd

Emma Petitti: fuoco e fiamme contro i gattopardi del Pd

"Fa tristezza constatare i riposizionamenti interni, l'arroganza dei gattopardi trasformisti la cui supponenza ci ha portato alla sconfitta storica del 4 marzo". Parola della pasionaria del Pd riminese.

Il congresso, si sa, riscalda gli animi all’interno del Pd. Il partito riprende vita in occasione dei congressi, e quello alle porte appare particolarmente divisivo. Emma Petitti è una pasionaria, e davanti a quel che sta accadendo si accende come un fiammifero vicino al fuoco. Non ci credete?

Leggete cosa ha postato sulla sua pagina Facebook, raccogliendo anche i “mi piace” di tanti piddini riminesi. “Le premesse del Congresso dovrebbero essere: idee, confronto, apertura. E fa tristezza constatare i riposizionamenti interni, l’arroganza dei gattopardi trasformisti la cui supponenza ci ha portato alla sconfitta storica del 4 Marzo. Sono ancora costoro a voler dare la linea al mondo etichettando la diversità come correntismo”. Con chi ce l’ha la zingarettiana di Rimini? A occhio e croce con Marco Minniti, che proprio ieri ha sciolto la riserva, il “rivale” numero uno di Nicola Zingaretti sembra starle un po’ sullo stomaco. Anche se giura di non essere renziano, a Emma Petitti non piace lo stesso, anche perché i renziani lo sosterranno eccome Marco Minniti.

“Non occorre cambiare solo le facce e non è solo un problema di ricambio generazionale ma è principalmente un problema di contenuti, metodi e atteggiamenti. E non possono prevalere l’autorefenzialità e l’autoassoluzione di gruppi dirigenti pluribocciati che cercano semplicemente la propria autoconservazione“. Così ha mitragliato Emma Petitti. Senza fare sconti. Dura più del solito. “Serve la comunità non l’io, l’apertura vera e non il conformismo e la subalternità culturale di chi si mette sempre a favor di vento. E se sono queste le premesse del congresso comprendo sempre più chi ha preso e sta prendendo le distanze”. Alla faccia! Emma ha appiccato l’incendio, anche per farlo divampare in casa sua, Rimini e dintorni. Perché quanti riposizionati nel Pd in questa provincia tireranno la volata a Minniti? Probabilmente anche tanti di quelli che Emma ha già messo nel mirino in passato.

Ricordate cosa disse all’indomani del voto di marzo? Fece polpette di Gnassi e Pizzolante, appallottolò il “modello Rimini” di Andrea Sigismondo e lo gettò nel cestino: “In alcune delle analisi fatte ho notato che improvvisamente nessuno più ha richiamato la dizione ‘modello Rimini’, citata come un mantra fino alla sera del 3 marzo da molti degli addetti ai lavori e usata perlopiù per giustificare una candidatura legittima, ma sulla quale una parte del PD aveva espresso forti dubbi. Quindi credo che quando parliamo di modelli faremmo bene a riferirci ad un modo di governare, fatto di cose concrete realizzate per i cittadini e per le nostre comunità, e non tanto a formule politicistiche che riguardano più il ceto politico che altro”. Disse proprio così. Sembra passato un secolo, invece gira e frulla Emma prosegue in quella che sembra la stessa battaglia.

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