Fa discutere la croce “amputata” della Caritas di Rimini

Fa discutere la croce “amputata” della Caritas di Rimini

Il logo utilizzato dall'organismo diocesano che si occupa di promuovere la pastorale della carità ha subito una radicale trasformazione. La croce è stata "tagliata" dalla rosa malatestiana. La lettera di Maria Elvira Massani: «ecco perché ho chiesto al direttore di ripristinare il simbolo originario».

In via Isotta c’era un Istituto chiamato Protezione della giovane, che aiutava le ragazze in difficoltà e più recentemente dava alloggio a ragazze che desideravano un ambiente familiare e cristiano. La casa adesso è gestita dalla diocesi di Rimini che dà ospitalità ad extracomunitari. Recentemente vicino al portone è stato collocato il logo Caritas ma la croce è stata dimezzata per inserire la rosa malatestiana (che fra l’altro viene usata anche da altre realtà, lontane dalla chiesa). E’ una iniziativa solo riminese.

La Caritas nazionale, quella regionale e le varie sedi romagnole hanno nel loro logo la croce intera, fa eccezione solo Rimini.

Ho chiesto al direttore della Caritas di ripristinare il logo con la croce come è il logo nazionale. La motivazione è che la Caritas è espressione della chiesa riminese e la chiesa crede alla croce di Cristo.
La comunicazione per immagini oggi è molto efficace ed è importante essere se stessi. La Caritas non è una Ong come tante e non aiuta solo il corpo ma anche l’anima e l’anima spirituale. Noi crediamo che Cristo sia la salvezza dell’uomo e questo è il dono più grande che possiamo fare agli altri: “Che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde la propria anima?”.
Pubblico queste considerazioni, condivise da diversi cattolici coi quali ho avuto modo di confrontarmi, nella speranza che la Caritas di Rimini torni sui propri passi e ristabilisca il logo originario.

Maria Elvira Massani

COMMENTI

DISQUS: 0