«I cattolici hanno portato voti al Pd ma sono stati tenuti fuori dalla giunta»

«I cattolici hanno portato voti al Pd ma sono stati tenuti fuori dalla giunta»

Non c'è spazio per la componente moderata dei Dem, trattata come un corpo estraneo alla nuova maggioranza. Il sindaco Jamil ha soffocato il neonato nella culla. Lettera.

L’impegno politico dei cattolici ha trovato, in queste elezioni, un nuovo vigore dopo gli anni delle catacombe dell’epoca gnassiana, anni in cui le urla amministrative dell’ormai ex sindaco, avevano ridotto al silenzio ogni voce che non fosse di elogio incondizionato alla di lui figura. Ma nel PD, questa rinascita dell’impegno cattolico, seppur mirabile, non ha trovato la sponda meritata, in quanto il sindaco Jamil ha soffocato il neonato nella culla.
Parte dei movimenti e delle parrocchie che guardano più a sinistra hanno sostenuto i candidati marcatamente cattolici presenti nella lista del Partito Democratico e ben tre di loro sono stati eletti in Consiglio Comunale: Manuela Guaitoli, Elisa Marchioni e Giuliano Zamagni. Tre su undici!
Una ripresa di vigore che lasciava presagire aria nuova dentro al PD riminese; così però non è stato e stavolta non per lotte interne a quel partito, ma per volontà del Primo cittadino. Infatti, il neosindaco, incurante dell’impegno profuso in campagna elettorale da parte dei cattolici del PD, ha deciso di tenerli fuori dal governo della città, non assegnando, all’area moderata, nemmeno un assessorato.
La nuova Giunta è il frutto di divisioni equilibrate, pesate e ponderate, tutto come nei migliori copioni anni ’80; eccetto che per la componente moderata dei Dem, trattata come un corpo estraneo a questa nuova maggioranza. Nelle sagrestie circolavano da diversi giorni i nomi di Antonio Polselli (membro del Consiglio della Fondazione Carim, già candidato sindaco di una lista civica centrista anni fa), di Elisa Marchioni (consigliera comunale ed ex parlamentare) e di Gigi Bonadonna (ex consigliere comunale e membro del Consiglio della Fondazione Carim) come possibili assessori in rappresentanza di quella componente, ma Jamil ha preferito spostarsi tutto a sinistra, non considerando il fatto che la sua elezione al primo turno è stata agevolata anche da chi si è battuto per contenere le emorragie di voti provocate dalla fuoriuscita di Gloria Lisi dal perimetro del centrosinistra.
Dopo l’accordo preelettorale siglato con Emma Petitti – che prevedeva la designazione della vicesindaca in capo alla sinistra PD e nonostante quella componente partitica si sia dimostrata, nei consensi, inferiore rispetto alla parte dei moderati – il sindaco ha nominato un ulteriore assessore di quell’area (che ne ha, così, due), lasciando fuori dalla Giunta la componente dei cattolici. Jamil vira dunque a sinistra, con buona pace di chi lo descriveva come un moderato che piaceva anche a certi ambienti di centrodestra.

Lettera firmata

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