Il Birrodromo va servito ghiacciato

Il Birrodromo va servito ghiacciato

Maurizio Melucci conosce le buone tecniche di spillatura e la giusta temperatura del bicchiere? Di certo stappa una spumeggiante polemica. Colpisce nel segno. Ma siccome non è la prima, c'è da domandarsi perché stia già mettendo alle strette la nuova giunta. Lettera.

Leggendo della trovata del “Birrodromo” devo dire che mi ero fatto le stesse domande che Maurizio Melucci ha posto su Chiamamicittà, pensando oltre agli aspetti formali, anche di considerare l’opportunità di installare un pub in contesti sensibili e monumentali, in specie quando parliamo di un Anfiteatro che aspetta da anni di essere recuperato nella sua interezza.
Se questa è la cronaca in sé, l’attenzione va posta soprattutto su altro. Le critiche mosse da Melucci assumono anche un notevole valore politico, trattandosi di un importante esponente del Pd che rappresenta nella sostanza la parte politica che ha nell’attuale giunta comunale figure di rilievo a partire dalla vice Sindaca.
Questo fa domandarsi perché Melucci si esponga in prima persona, sempre più convintamente e non solo sul “Birrodromo” (ma anche su ex questura, tracciato Metromare in via Matteotti, eccetera). Le ipotesi possono essere diverse. Personalmente credo che i “suoi” assessori siano poco ascoltati e per evitare possibili rotture in Giunta – tanto più che se le crepe dovessero apparire adesso, a meno di due mesi dall’insediamento, sarebbe un disastro – con eventuali ritiri di deleghe (Gloria Lisi insegna), ritengo si veda costretto a dar vita ad una sorta di opposizione politica interna, forse anche perché convinto che questo agire un po’ troppo “disinvolto” da parte dei neo-amministratori sia cosa che non può durare.
Credo che anche gli articoli usciti mercoledì sui giornali non siano stati di suo gradimento: dal caso ex questura, con l’assessore Frisoni che in definitiva sostiene che quanto previsto nel Masterplan vale solo per la parte pubblica, all’uscita di Santolini (Club Nautico e Consulta del porto) che benedice un accordo generale tra Comune e Provincia sul porto di Rimini, compreso l’innalzamento del ponte della Resistenza, senza accennare all’altezza. Un particolare non da poco.
Sul tema, stando ai tecnici già interrogati in passato, al massimo si ricaverebbe una irrisoria altezza di circa 80 centimetri, perché preso atto che risulta pressoché impossibile cambiare le attuali altezze alle due basi del ponte, resta solo l’opzione di un ponte a schiena d’asino, che però deve rispettare la normativa sulle barriere architettoniche, ottenendo al massimo, un innalzamento dei due marciapiedi laterali di 8 cm ogni metro di lunghezza, quindi se i due segmenti del ponte misurano circa 10 mt, l’altezza massima si limita a soli 8o cm., che ovviamente non giustifica la spesa milionaria per la costruzione di un nuovo ponte.
Chi mastica di politica afferma che prima di quanto si creda il Sindaco, messo sempre più alle corde, dovrà cercare un accordo con l’ex inquilino di palazzo Garampi. Sindaco che deve fare i conti con un’aria che è già cambiata in città rispetto alla stagione Gnassi, tanto è vero che, come raccontano anche i social, deve misurarsi con le prime contestazioni (da ultimo su mascherine e Covid).

Giulio Grillo

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