Il caffè

Il caffè

Ero dalle parti della Colonnella...

La tentazione è forte ma con la scuola dei Salesiani e il tempo, sono diventato bravino, e riesco a volte a non cadere. Pertanto vi risparmio
il pistolotto su Sanremo che comunque seguo finché Orfeo mi assale e pone fine alla dicotomica domanda “chi è?” “come è cambiata/o!!”
Volevo confrontarmi con voi che non vedete l’ora il sabato di leggere il mio corsivo, e se riesco, a strapparvi un sorriso, a proposito di una piccola vicissitudine che mi è capitata l’altra sera.
Ero dalle parti della Colonnella, fra parentesi se vi capita fate un salto in Chiesa, a me piace molto nella sua semplicità, e dovevo aspettare una persona. Sono entrato in un bar che va di moda, curioso ed interessato come una escort. Ho chiesto un caffè d’orzo, erano circa le 18.00, e la ragazza gentile e carina (si può dire carina?), mi ha detto che il caffè si serviva solo al banco. Se volevo sedermi al tavolo dove avevo già appoggiato la coppola rossa, il cellulare e il mio fedele giornale, dovevo fare l’aperitivo. Sono rimasto sorpreso, basito e stupito. Ho chiesto un analcolico che va benissimo dopo l’orzo e ho assistito alla solita sceneggiata ad un tavolo vicino al mio; ho pagato seieuroedieci, per un caffè corretto al crodo, due patatine scontate, noccioline e olive banali, pizzette fredde e crostini di serie B che logicamente non ho beccato. Non è tanto la quantità e neppure la qualità. Volevo soltanto leggere il giornale, aspettando il mio appuntamento sorseggiando il caffè come un poeta francese ad un tavolo del bar alla Colonnella della mia amata Rimini.
Rurali sempre.

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