Il mito della caverna

Il mito della caverna

Ci hanno fregato. Indispensabile tornare al Pensiero.

Platone (428 a.C. – 348 a.C.), ha come Maestro Socrate e come allievo Aristotele. Potrei chiuderla qui, perché in questo formidabile triangolo, vi è la base del pensiero filosofico dell’Occidente. Noi siamo quello che siamo grazie a loro. Non è questione di pelle, di colore, di latitudine: è la Cultura.
Vado giù pesante perché mi sento la necessità, il bisogno, la voglia, di confrontarmi su argomenti forti, in un momento tragico della nostra Storia.
Dopo il Coronavirus, nulla sarà come prima: ci hanno fregato. Non so chi, non so come, ma il dato è certo.
Il Grande Fratello, la forza oscura, si è impossessata della nostra vita, della nostra libertà. Ma la malabestia non è stata l’inizio. E’ stata la fine di un percorso intessuto di incredibili errori e grandi nefandezze.
Progressivamente ma inesorabilmente siamo caduti nella trappola, e adesso siamo aviluppati nella tela del ragno. Non è una commedia di Agatha Christie, è la nostra vita.
Il cittadino normale, l’uomo qualunque, è sotto ricatto. Allora, prepotente, necessario, indispensabile, ritorna il Logos, il Pensiero, la Filosofia. Ritorna Platone, dalle spalle larghe e dalla fronte spaziosa.
“E’ giovane colui che non riesce a tener fermo il proprio corpo, avvertendo la necessità continua e costante di muoversi, saltare, danzare”. Così disse il Maestro di Aristotele.
Rurali sempre.

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