Alfano parla di nuovo modello di partito per Area Popolare. E il modello che ha in testa è quello riminese. Dibattito aperto con Pizzolante. La diverg
Alfano parla di nuovo modello di partito per Area Popolare. E il modello che ha in testa è quello riminese. Dibattito aperto con Pizzolante. La divergenza è sulle alleanze future. Secondo Pizzolante bisogna guardare al Pd, Alfano invece non è ancora convinto di questa scelta.
Agli osservatori di politica non saranno sfuggite le dichiarazioni, ripetute a più riprese in questi giorni, di Angelino Alfano. Il ministro dell’Interno, leader di Area Popolare, ha più volte spiegato che intende puntare ad un nuovo modello di partito.
A livello ufficiale siamo fermi a questa dichiarazione e a questa volontà di rinnovamento. In realtà il modello che ha in testa Alfano è quello dell’onorevole Sergio Pizzolante che ha riscosso un inaspettato successo a Rimini. Pizzolante in sostanza punta su un partito che sia l’espressione del “ceto medio produttivo”, che scelga un nuovo nome e un nuovo simbolo, abbandonando le vecchie sigle (Ncd, Ap ecc. ecc.), puntando anche su un’immagine del tutto diversa da quella dei professionisti della politica che adesso affollano Area Popolare. Il dialogo tra Pizzolante e Alfano su questi temi non è novità di questi giorni, ma procede da circa un anno e mezzo. Però il successo del Patto civico riminese, schierato al fianco di Andrea Gnassi, ha rafforzato la posizione di Pizzolante.
Sul modello tra Pizzolante e Alfano c’è sostanziale identità: dare spazio alle categorie rimaste senza voce per la crisi del centrodestra e per le difficoltà delle loro associazioni. Ciò che separa il parlamentare romagnolo-salentino e l’ex delfino di Berlusconi è la scelta degli alleati.
Secondo Pizzolante, affiancato in questa scelta da Cicchitto e dalla ministra Lorenzin, l’alleato naturale di questo partito è il Partito Democratico di Matteo Renzi, così come è stato a Rimini con il Pd di Gnassi. Del resto anche in campagna elettorale Pizzolante non ha lesinato frecciate alla Lega Nord e agli ex colleghi del centrodestra che si sono schierati con i salviniani. In soldoni per Pizzolante Lega e Movimento 5 stelle sono populismi dannosi per il paese.
Su questo punto più defilata la posizione di Alfano che, pur essendo uno dei principali ministri del governo Renzi, non è così sicuro di questa alleanza.
Ciò che è successo a Rimini ad ogni modo tiene banco in queste ore a Roma. Oltre alle naturali citazioni del premier Renzi, Rimini è stata più volte evocata essendo uno dei pochi posti in cui il Pd ha ottenuto un innegabile successo, c’è interesse politico e mediatico tra gli addetti ai lavori. In Transatlantico la questione riminese in questi giorni è stata spesso evocata nei capannelli di politici e giornalisti diventando uno dei temi all’ordine del giorno. Stessa cosa sta succedendo sui giornali nazionali dove quello che è accaduto a Rimini viene analizzato come possibile modello del futuro Partito della Nazione o Partito di Renzi che dir si voglia. Come detto, visto che Alfano non è ancora sicuro sulle alleanza e la questione è più complessa di quello che appare ad uno sguardo superficiale. Di sicuro anche nel corso dell’estate si parlerà a lungo del caso riminese. Il problema adesso riguarda la tenuta di Renzi, che da qui ad ottobre si gioca una bella fetta della sua carriera politica. Soltanto a quel punto si capirà il reale destino di un partito che vuole rappresentare il “ceto medio produttivo” e quali saranno i suoi alleati. (f.f.)
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