E' in Senato da 242 giorni e non è mancato all'appello nemmeno una volta il senatore 5stelle Marco Croatti. Che a differenza dei leader del suo movimento ha scelto un profilo molto diplomatico e non ha tirato fuori gli attributi nemmeno quando Andrea Gnassi l'ha attaccato con durezza. L'altra parlamentare riminese stacanovista è Elena Raffaelli (Lega), mentre Barboni e Giulia Sarti hanno già accumulato un po' di assenze.
E’ in Senato da 242 giorni. E secondo voi quante volte è stato assente? Zero. Marco Croatti, 5 stelle, non manca una seduta. Ha scelto un profilo abbastanza diplomatico per caratterizzare la propria attività politica: non affonda mai il coltello, anche quando potrebbe farlo, nella polemica. Agli attacchi di Gnassi risponde alla maniera francescana.
I lavori sulla Statale 16 (rotatorie all’incrocio con la Consolare per San Marino e con la SP 41 “Montescudo/Coriano, percorsi e attraversamenti ciclopedonali) di fatto sono stati sbloccati dal governo gialloverde, con un ministro 5 stelle, ma Croatti quasi quasi si è vergognato di prendersi i meriti.
Con un timido post sulla pagina Facebook si è limitato a dare l’annuncio del decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, aggiungendo che “in queste settimane insieme al mio collega, il senatore Agostino Santillo, (capogruppo della VIII Commissione Lavori pubblici, Trasporti, Comunicazioni), abbiamo monitorato l’iter del decreto, sollecitando il MIT ad approvare il progetto esecutivo in modo tempestivo. Per questo ringrazio il Ministro Danilo Toninelli, il sottosegretario Michele Dell’Orco e i tecnici del Ministero”. Molto meno del minimo sindacale. Se fosse accaduto ai tempi del governo Gentiloni, Tiziano Arlotti ci avrebbe organizzato una conferenza stampa.
Croatti ha tenuto un profilo basso, anzi bassissimo, ma ciò nonostante Andrea Gnassi l’ha attaccato con durezza: “Il neo-eletto senatore Croatti le rotatorie sulla statale 16 non le voleva. E ora se ne intesta il merito: un po’ di dignità, per favore”. E gli ha ordinato di darsi da fare per il territorio: “si impegni per recuperare i 18 milioni di euro che il suo Governo ha tolto a Rimini cancellando il Bando delle periferie”. Roba da scatenare la rissa. Invece Croatti ha ingoiato.
I leader del suo movimento incendiano ogni giorno il dibattito politico, Croatti somiglia invece ad un pompiere.
Non dice nulla sul Trc, va alla prima del Galli e via social commenta come avrebbe potuto fare un assessore del Comune di Rimini: “Queste sera torna alla vita il Teatro Amintore Galli. La città e la nostra comunità torneranno ad appropriarsi di un pezzo luminoso della loro storia. Una rinascita tormentata e faticosa. Certo. Ma oggi è un giorno importante, ed è giusto festeggiare insieme a tutti i riminesi. Viva il teatro Galli”. Viva! Insomma, Croatti fa il secchione al Senato ma per non rischiare di sbagliare si mantiene nei ranghi e da scolaro perfetto tiene molto anche alla condotta. Solo in un caso si è meritato una nota di demerito: sul voto relativo al Milleproroghe si è espresso a favore, quando il M5S era contrario.
L’altro riminese a palazzo Madama è Antonio Barboni (Forza Italia). Come va la sua pagella (i dati provengono tutti da OpenParlamento)? Assente 136 volte, in 12 votazioni su 1106 ha espresso un voto ribelle, cioè difforme da quello del suo partito di appartenenza.
E le parlamentari locali che siedono alla Camera come si stanno comportando? Elena Raffaelli (Lega Nord) è un’altra stacanovista: è mancata dall’aula solo tre volte e non ha mai espresso voti ribelli. Riconfermata nella diciottesima legislatura anche Giulia Sarti (5 Stelle) che fra i parlamentari riminesi ha il maggior numero di assenze: 245. Ma niente voti ribelli.
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