Il Vescovo di Rimini fa proprio un messaggio di Medjugorie

Il Vescovo di Rimini fa proprio un messaggio di Medjugorie

Ma al contempo, con le parole della Madonna, avvisa i fedeli: “fare la Comunione è più che essere veggente”.

Il vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi in una sua recentissima omelia ha fatto un importante riferimento ai messaggi di Medjugorie. Monsignor Lambiasi stava concelebrando con molti sacerdoti la festa della Madonna della Misericordia, nel Santuario di Santa Chiara a Rimini, venerdì scorso 12 maggio alle 11 del mattino, e nel corso della predica ha fatto proprio un pensiero contenuto in uno dei messaggi del 1986, cioè della prima fase delle apparizioni cominciate nel 1981.
Il vescovo ha chiarito in premessa la sua intenzione di non dare alcun giudizio sull’autenticità delle parole dette da Maria ai veggenti, trattandosi di un fenomeno ancora in corso sul quale non è possibile oggi decretare nulla di definitivo. Ma ha riconosciuto che la donna delle apparizioni dice il vero, quando invita i fedeli al sacramento dell’Eucaristia «perché fare la Comunione è più che essere veggente».
Questo è il testo del messaggio del 12 novembre 1986 cui monsignor Lambiasi si riferiva, e che ha fatto proprio nella sua omelia:
«Io vi sono più vicina durante la Messa che durante l’apparizione.
Molti pellegrini vorrebbero essere presenti nella stanzetta delle apparizioni e perciò si accalcano attorno alla canonica.
Quando si spingeranno davanti al Tabernacolo come ora fanno davanti alla canonica, avranno capito tutto, avranno capito la presenza di Gesù, perché fare la Comunione è più che essere veggente» (testo citato nel libro “Il segreto di Medjugorje” di D. Manetti e L. Fanzaga).
In precedenza, il 15 marzo 1984, in un messaggio Maria aveva detto: «io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione» (del Santissimo Sacramento dell’altare). E il 25 settembre 1995 aveva ribadito: «v’invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell’altare», «quando adorate Gesù siete vicini anche a me». Proprio qui infatti c’è la presenza reale, in corpo, sangue, anima e divinità – benché velata nelle specie consacrate – di Gesù Cristo stesso. Ed essendoci la presenza di Gesù, accanto a lui non può mancare sua Madre, la Vergine Maria, la stessa “Mater Dolorosa” che non ha abbandonato il Figlio ma è stata sotto la croce ad assistere alla sua morte, prezzo della redenzione dell’umanità. Nei Vangeli Maria appare sempre unita ai fatti salvifici operati da Cristo, e con Maria unita a Gesù ha inizio la Chiesa. Così la Vergine invita a prediligere l’Eucaristia e l’adorazione del Santissimo rispetto ai pellegrinaggi nei santuari mariani e alle file davanti alla stanzetta delle apparizioni.
Francesco Lambiasi ha una speciale devozione per la Vergine. Nel suo stemma episcopale, in alto a sinistra, sopra la navicella che rappresenta la Chiesa, «veglia la fulgida Stella: Maria, che, con materno amore, le addita l’approdo sicuro nel Regno dell’eterno splendore». A «Maria Immacolata, Madre di Misericordia» il vescovo ha dedicato una sua preghiera letta al pubblico, in piazza Cavour, l’8 dicembre 2016 in occasione dell’Atto di Affidamento della Città di Rimini alla Madonna, iniziativa promossa da lui insieme alle parrocchie del Vicariato Urbano. Questa una delle sue invocazioni: “tienici sempre dalla parte della vita che nasce, che cresce e che muore”.
Lambiasi è inoltre coautore del libro “Eccomi, Signore. Esercizi di vita cristiana sulle orme di Maria”, Editrice AVE.
L’omelia di venerdì scorso è stata tenuta in occasione della solenne festa della Madonna della Misericordia venerata in Santa Chiara, il santuario officiato dai Missionari del Preziosissimo Sangue: si tratta dell’immagine dipinta da Soleri Brancaleoni, che rispose alle invocazioni dei fedeli muovendo gli occhi, fatto prodigioso più volte ripetuto nel corso dell’anno 1850. Un regolare processo voluto da Papa Pio IX riconobbe l’autenticità del prodigio e da allora la Madonna della Misericordia di Rimini ha interceduto presso Dio per numerose guarigioni e miracoli.

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