Italia Nostra: “Per palazzo Lettimi una ricostruzione rispettosa dell’aspetto originario”

Italia Nostra: “Per palazzo Lettimi una ricostruzione rispettosa dell’aspetto originario”

Il Miur ha concesso un finanziamento di 5,3 milioni di euro per realizzare il nuovo Study City Center nel palazzo Lettimi. Ma come verrà recuperato l'antico palazzo rinascimentale? Interviene Italia Nostra, che chiede venga restituita alla città almeno la facciata originaria: "il restauro di un palazzo storico di cui esistono la quasi totalità degli apparati decorativi per quale motivo dovrebbe essere realizzato con forme e materiali differenti?".

Lo scorso 2 aprile l’amministrazione comunale di Rimini ha annunciato il finanziamento del Miur, di 5,3 milioni di euro, per realizzare il nuovo Study City Center nel Palazzo Lettimi. “Dopo la ricostruzione del Teatro Galli è ora la volta della ricostruzione di Palazzo Lettimi destinato, grazie all’accordo tra Comune di Rimini e Alma Mater, a diventare il nuovo Study City Center della città che potrà così contare su un complesso integrato di servizi allo studio che include, oltre a 65 nuovi posti alloggio al Campus di Rimini, la nuova biblioteca universitaria con oltre 60.000 volumi e oltre 150 posti a sedere, una sala conferenze/esposizioni a disposizione dell’Università e della città, spazi ricreativi”. E’ stato comunicato anche l’inizio dei lavori (programmato per fine 2020/inizio 2021) e qualche elemento progettuale, come “la realizzazione di circa 3.200 mq da destinare ad un complesso integrato di servizi allo studio che a partire dalla residenza universitaria, circa 1.550 mq per 65 posti alloggio, include la nuova biblioteca di Campus di circa 1.500 mq, oltre a disporre di oltre 150 posti a sedere, di una sala conferenze/esposizioni di circa 80 mq per 70 persone e di un servizio ristoro di 70 mq circa. La biblioteca include inoltre sale consultazione e studio, spazi laboratorio, mentre la residenza universitaria include spazi ricreativi e di relazione”. La corte esterna “rimarrà permanentemente spazio pubblico destinato ad accogliere eventi culturali durante la bella stagione, nel periodo invernale la programmazione potrà avvenire negli spazi culturali interni”. Non è stata fornita nessuna informazione sul recupero di quel che resta del Palazzo Lettimi, soprattutto della sua facciata e degli apparati decorativi. I progetti non si conoscono. Cè molto da capire, dunque, sul tipo di recupero.
Qui sotto pubblichiamo la presa di posizione di Italia Nostra di Rimini, che chiede per il Lettimi un intervento sulla stessa strada aperta con il recupero del teatro polettiano, “restituendo così alla città almeno la facciata di uno dei suoi monumenti più caratteristici”. Torneremo sul tema con altri contributi e approfondimenti.

Il palazzo Lettimi di Rimini è uno dei maggiori esempi di palazzo urbano rinascimentale cinquecentesco rimasto all’interno del nucleo storico della città.
I danni subiti durante la seconda guerra mondiale, successive cause e l’incuria in cui è stato abbandonato negli ultimi settant’anni hanno fatto sì che l’unica parte rimasta sia la facciata del piano terra ed i ruderi visibili all’interno del giardino. Un aspetto sicuramente positivo è dato dal fatto che gli apparati decorativi delle aperture della facciata siano stati accatastati e messi al riparo in un deposito comunale. Inoltre esiste un ben fornita documentazione sia fotografica, sia grafica e iconografica dell’aspetto del palazzo fino agli anni ’40 del secolo scorso.
Il perché di queste due premesse è presto detto: Italia Nostra Rimini esprime la sua soddisfazione per le dichiarazioni d’intenti circa il recupero dello storico palazzo e auspica una ricostruzione autentica dell’aspetto originario, vista la cura con cui sono stati “conservati” gli apparati decorativi. Molti nel corso degli ultimi 150 anni sono i casi, sempre ben riusciti di restauro, e a ben vedere tali ricostruzioni hanno avuto sempre il significato simbolico di ‘riparazione’, una sorta di cerimoniale di rimozione dell’evento luttuoso. Hanno espresso comunque la volontà di restituire ad un’architettura di pregio sentita come patrimonio collettivo una realtà corporea senza la quale l’architettura è un puro fantasma. Ed è evidente a tutti come il crollo di tale memoria abbia messo in crisi l’ambiente dove l’edificio esiste.
E’ di questi giorni, inevitabile citarlo, il caso di Notre Dame: la memoria del patrimonio collettivo minata da un evento imprevisto ha scosso la sensibilità dell’opinione pubblica, sconcertata per la perdita di un esempio unico, irripetibile e riconosciuto universalmente.
Il caso del palazzo Lettimi è un’occasione per restituire alla città e soprattutto all’ambiente prospiciente il palazzo la storia dei ed ai cittadini riminesi, della conoscenza dei materiali lavorati da artigiani che nella loro semplicità producevano Arte, della memoria del luogo, della consapevolezza e della sicurezza di essere parte di una popolazione capace di realizzare opere così belle da superare eventi catastrofici, di tramandare la cultura millenaria a favore dei propri abitanti e degli innumerevoli turisti.
Non un falso storico, come impropriamente viene appellato il restauro, ma l’affermazione della propria storia, una dimostrazione orgogliosa della ricchezza intellettuale della propria terra.
Quando si restaura un oggetto prezioso dopo la rottura di un pezzo non si cambia l’aspetto ed il materiale, ma si cerca di ricostruirlo con dedizione e attenzione affinché il valore del bene venga preservato.
Il restauro di una Ferrari storica, per esempio, non è mai stato eseguito con i pezzi di una Cinquecento. Allo stesso modo il restauro di un palazzo storico di cui esistono la quasi totalità degli apparati decorativi per quale motivo dovrebbe essere realizzato con forme e materiali differenti?
Si pensi anche a come la città e l’amministrazione hanno riconosciuto inevitabile che la ricostruzione del teatro Galli dovesse rispondere all’idea del com’era e dov’era, attraverso il profondo rifacimento in ogni minimo dettaglio degli apparati interni ed esterni.
Italia Nostra Rimini, dunque, ritiene che l’intervento su palazzo Lettimi, debba proseguire sulla stessa strada aperta con il teatro polettiano, (tanto più che a differenza del Galli si è conservata la maggior parte degli apparati decorativi) restituendo così alla città almeno la facciata di uno dei suoi monumenti più caratteristici.

Italia Nostra Rimini

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