La beffa: anche il «jova beach party» grava sul bilancio in perdita di Riminiterme

La beffa: anche il «jova beach party» grava sul bilancio in perdita di Riminiterme

La struttura termale è controllata dal Comune di Rimini, che nel luglio del 2019 ha concesso la spiaggia, sulla quale sorge lo stabilimento balneare di Riminiterme, all'evento di Jovanotti. A lui però i conti tornano: mezzo milione di euro l'utile della società che fa capo a Lorenzo Cherubini e alla moglie. Non così per la partecipata di palazzo Garampi, che ci ha perso 15mila euro per lo smontaggio e il rimontaggio degli ombrelloni e più del 15% del fatturato dall'attività dell'arenile.

Il risultato dell’esercizio 2019 di Riminiterme si è chiuso con una perdita di 115.908 euro. Col 2020, poi, si è aperta una fase particolarmente complicata per il termale e dunque non sarà facile far tornare i conti. Ma quel che fa riflettere nello scorrere il bilancio ormai archiviato, è quando si arriva a pagina 2 della relazione del consiglio di amministrazione. Viene annotata una diminuzione di fatturato dello stabilimento balneare pari a -15,5% (la più alta rispetto ai vari reparti) “per il quale ha pesato in maniera consistente lo stop della attività di 15 giorni per permettere lo svolgimento della manifestazione “Jova Beach Party” in data 11 luglio 2019“.
Va detto subito che Riminiterme è partecipata direttamente dal Comune di Rimini, che da febbraio dello scorso anno detiene il 77,67% del capitale sociale (frutto della transazione tra amministrazione e Coopsette risalente al 2018), e indirettamente tramite Rimini Holding per un altro 5%.
Presidente di Riminiterme è Luca Ioli (Cna), di nomina palazzo Garampi, così come il vicepresidente e il consigliere. Gli altri soci sono Hidra (in liquidazione) col 16,461% delle azioni, Banca Popolare Emilia Romagna (0,216%), Credit Agricole (0,216%), Unicredit (0,216%) e Banca Popolare Valconca (0,214%).

Ma questa realtà, con questi conti, si è dovuta sobbarcare, per la parte coincidente con la struttura termale, i costi dell’evento di Jovanotti, che ha riempito la spiaggia, intasato una parte della riviera fra Rimini e Riccione, gravato sull’ambiente (ricordate anche la polemica sui fratini?) e lasciato “ferite” da curare. E Jovanotti di soldi ne ha spesi per realizzare il tour ma ne ha anche incassati. Alcuni giornali nel settembre dello scorso anno hanno fatto i conti in tasca al tour, ed hanno scritto che i biglietti hanno fruttato 35 milioni di incassi, che i costi di produzione sono stati molto alti e superiori a quelli preventivati (“da 1 ad 1,5 milioni di euro a concerto”), che alla fine, tirando una riga, le date sono state in perdita, ma l’ultima, quella di Linate, ha fruttato 6 milioni di euro e dunque non pare proprio che l’evento sia stato in rimessa. Il bilancio 2019 della società di Jovanotti, Soleluna srl – in capo a Lorenzo Cherubini e alla moglie – si è chiuso con un utile 442.301 euro, l’anno precedente  961mila euro.
Lo stesso non si può dire per Riminiterme, che ha chiuso in attivo nel 2018 grazie ad una posta straordinaria, e l’anno prima la perdita era stata di oltre 2 milioni e mezzo di euro. Ma il Comune di Rimini ha concesso la spiaggia a Jova e Riminiterme non solo ha dovuto chiudere lo stabilimento balneare per due settimane, ma sul groppone gli sono rimasti anche i costi affrontati prima per smontare gli ombrelloni e poi per ricollocarli ed anche per rimborsare chi aveva prenotato la spiaggia. Come si legge nella relazione al bilancio 2019: “La differenza tra il valore ed i costi della produzione passa da +88.721 dell’anno 2018 a -13.720 dell’anno 2019 per effetto della diminuzione dei ricavi non compensata da altrettanti risparmi sui costi diretti e da alcuni costi straordinari riferiti alla causa intentata dal socio Hidra (euro 25.000) e dall’ospitalità accordata all’evento Jova Beach Party (euro 15.000)“.

Riminiterme si trova alle prese con un passaggio delicato. Leggiamo sempre dalla relazione al bilancio: “I costi ulteriori riferiti alla ristrutturazione debitoria ed al nuovo stato di azienda privata a “Controllo Pubblico” richiedono ulteriori sforzi organizzativi ed economici, la contrazione dei ricavi dovuto all’andamento turistico dell’intero settore termale, la contrazione della quota INPS oltre alla presenza di una fetta importante di interessi passivi (lo scorso anno riequilibrati da una posta straordinaria di interessi attivi non più presente) ci impongono di ristrutturare l’azienda analizzando profondamente le zone d’ombra presenti, valutando la chiusura o la gestione esterna di alcune attività a scarsa o addirittura negativa marginalità; queste operazioni dovute ma sempre rimandate non sono più procrastinabili”.
Nell’ambito del sistema termale la società si trova al 6° posto su 23 aziende complessive. Ma il turismo termale è in calo (-7,5%) e “flette principalmente nel periodo stagionale estivo nel mese di luglio anche per effetto di alcune attività straordinarie che hanno limitato l’apertura dello stabiliemtno termale nella prima quindicina del mese”.
Nei mesi primaverili e autunnali, invece, “i flussi sono stati in linea o addirittura superiori all’anno precedente, con tassi di crescita negli utenti individuali (famiglie e bambini), particolamente positivi nella provincia di Rimini che ci ha visto crescere anche quest’anno di un ulteriore 4,0%. Il recupero registrato nella utenza locale continua da diversi anni ed è frutto di politiche territoriali tese a trasmettere una immagine diversa della struttura che cerca di proporsi come punto di riferimento locale nella riabilitazione, nella prevenzione e cura sanitaria e termale e negli stili di vita attraverso il consolidamento di iniziative che coinvolgono i bambini con le loro famiglie (progetto Bimbi alle Terme) ed il Corporate Wellness rivolto alle imprese e la novità rappresentata dal Welfare Aziendale di alcune aziende del territorio che ha portato la società a convenzionarsi con alcune piattaforme di primo livello (Eudaimon, Easy Welfare, Edenred)”.
Il valore della produzione (3.884.712 euro) è stato in diminuzione del 2,3% rispetto al 2018. E nel 2019 il fatturato dei reparti termali ha rappresentato il 51,6% dei ricavi, diminuendo del 4% (fangobalneoterapia -5,9% per l’azzeramento dei flussi INPS, inalatorio -3,1% e balneoterapia -0,4%). Vanno bene le piscine termali (+7,1%), quelle riabilitative e terapeutiche (+7,8%), il poliambulatorio (+2,5%), le palestre wellness (+8,5%) e la medicina estetica (+9,5%); malino il centro benessere (-2,6%), la fisioterapia (-4%) e lo stabilimento balneare (-15,5%), per il quale un peso decisivo l’ha avuto, appunto, il Jova Beach Party.

Merita un accenno anche il capitolo della situazione finanziaria di Riminiterme: “Nell’esercizio 2019 la società ha rispettato gli impegni contenuti nell’accordo in attuazione del piano di risanamento ex art. 67 L.F., sottoscritto con gli istituti di credito Rivierabanca, B.P.E.R., Credit Agricole Cariparma; tale piano ha previsto il consolidamento e rimborso del debito mediante stipula, avvenuta in data 29 maggio 2018, di mutui ipotecari per un importo complessivo di euro 3.170.000 scadenti in data 31 dicembre 2030 e il mantenimento di linee BT per euro 360.000 con scadenza prorogabile automaticamente al 31 dicembre 2019; l’ipoteca è stata concessa dalla controllata Riminiterme Sviluppo srl, quale terzo datore firmatario dell’accordo, sull’immobile denominato Colonia Novarese per un importo di euro 6.340.000″.
Riminiterme ha anche una controllata al 100% del capitale sociale, che si chiama Riminiterme Sviluppo, nata nel 2006 per gestire l’investimento del Polo del Benessere (Citta delle Colonie). Anche il bilancio 2019 della controllata è in perdita (110.444 euro).

“Abbiamo ospitato l’evento aderendo alla richiesta venuta dal socio di riferimento”, dice il presidente di Riminiterme Luca Ioli. “Una decisione che va letta nel contesto: la città ha fatto un’operazione e noi ci siamo messi a disposizione”. Il bilancio 2019 ipotizza una ristrutturazione aziendale, cosa avete in mente? “E’ chiaro che la nostra è un’azienda che fondamentalmente sta in equilibrio, non ha chissà quali margini, tanto è vero che l’utile del 2018 è stato dovuto ad una entrata straordinaria. Detto questo, il settore delle terme è fra i più colpiti dalla pandemia a livello nazionale, e maggiore è l’incidenza del turismo termale, maggiore la contrazione. Quest’anno abbiamo avuto due mesi di crescita, gennaio e febbraio, e poi è arrivata la chiusura di tre mesi. Stiamo ragionando su nuovi mercati e per capire anche come riposizionare i costi, pur sapendo bene che il problema principale sono i ricavi, ma bisognerebbe avere la sfera di cristallo per immaginare come ripartirà il mercato del termale nel 2021”. Ma una gestione privata, e non pubblica, avrebbe abdicato in piena estate a favore del Jova Beach Party sobbarcandosi i costi?

Fonti:

Il Jova Beach Party si è concluso. E c’è chi ha fatto i conti: ecco quanto è costato (e quanto ha reso) lo spettacolare tour che ha cambiato la storia dei live in Italia

Le perdite del Jova beach party ripianate grazie al mega evento a Linate

Jova Beach Party: Jovanotti atterra a Linate, l’attesa dei 100mila

Jovanotti, l’utile della Soleluna sfiora il milione

COMMENTI

DISQUS: 0